Per le aziende che dovessero avere intenzione di erogare i fringe benefit a fine anno occorre considerare un'importante scadenza fiscale
Al momento i limiti dei fringe benefit sono fissati a 1.000 euro per la generalità di lavoratori dipendenti e di 2.000 euro per i lavoratori dipendenti con figli a carico.
È ancora disponibile, inoltre, il cosiddetto “bonus affitto” per i dipendenti fuori sede. Si tratta dell’aumento a 5.000 euro del limite di non tassabilità per i neoassunti che spostano la residenza di oltre 100 chilometri. La soglia viene innalzata per due anni dalla data di assunzione a patto che il lavoratore abbia un reddito fino a 35.000 euro nell’anno d’imposta precedente all’assunzione.
Al netto delle novità di quest’anno, diversi lettori ci hanno scritto chiedendoci entro quando devono essere corrisposte le somme erogate dai datori di lavoro ai lavoratori dipendenti in relazione all’anno 2025?
Qui occorre ricordarsi di tenere conto della scadenza di inizio anno, prevista sulla base delle regole del principio di cassa allargato.
Fringe Benefit 2025: pagamento entro il 12 gennaio 2026
I datori di lavoro devono tenere conto della scadenza per il pagamento dei fringe benefit relativi all’anno di imposta 2025.
Devono, infatti, pagare le somme riconosciute ai propri lavoratori dipendenti (a titolo di fringe benefit) prendendo in considerazione le regole previste dall’articolo 51 del TUIR, rubricato come “determinazione del reddito di lavoro dipendente”.
Al comma 1 viene previsto quanto di seguito riportato:
“Il reddito di lavoro dipendente è costituito da tutte le somme e i valori in genere, a qualunque titolo percepiti nel periodo d’imposta, anche sotto forma di erogazioni liberali, in relazione al rapporto di lavoro. Si considerano percepiti nel periodo d’imposta anche le somme e i valori in genere, corrisposti dai datori di lavoro entro il giorno 12 del mese di gennaio del periodo d’imposta successivo a quello cui si riferiscono.”
Entro la scadenza del 12 gennaio 2026 devono quindi essere pagati gli importi relativi all’anno in corso.
La scadenza è frutto del cosiddetto “principio di cassa allargato” che fa rientrare tutti gli importi pagati nella parte iniziale dell’anno successivo al periodo d’imposta all’interno del reddito da lavoro dipendente percepito nell’anno di imposta precedente, in questo caso il 2025.
Le somme pagate entro il 12 gennaio 2026 saranno considerate nell’anno di imposta 2025. Quelle pagate dopo il 12 gennaio finiranno nella dichiarazione dei redditi 2027, periodo d’imposta 2026.
Fringe Benefit: cosa succede se il pagamento avviene dopo il 12 gennaio 2026
Superata la scadenza del 12 gennaio le somme rientreranno in quelle previste per l’anno 2026.
In questo caso dovranno essere considerati i limiti in vigore il prossimo anno, che comunque non dovrebbero essere oggetto di modifica.
All’interno di tale soglia rientrano gli importi relativi all’uso di beni e servizi.
Al superamento delle soglie l’intero importo viene “tassato”.
Tra le somme che possono rientrare all’interno dei fringe benefit ci sono:
- le utenze domestiche del servizio idrico integrato, le bollette dell’acqua;
- le utenze dell’energia elettrica e del gas naturale, le bollette di luce e gas;
- le spese per il contratto di locazione della prima casa, le spese per l’affitto;
- le spese per gli interessi sul mutuo relativo alla prima casa.
Tra i diversi fringe benefit possono essere ricomprese anche diverse altre tipologie, tra le quali:
- auto aziendali;
- buoni pasto;
- fabbricati concessi al dipendente;
- beni e servizi ceduti gratuitamente al dipendente;
- polizze sanitarie e prestiti concessi al dipendente.
In merito ai limiti di esclusione dalla tassazione continuano ad applicarsi le regole già previste.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Fringe Benefit: in arrivo la scadenza di fine (e inizio) anno