Dai pagamenti dell’ADI all’avvio del patto tra partite IVA e Fisco: una settimana ricca di novità

Anna Maria D’Andrea - Dichiarazioni e adempimenti

Al via i primi pagamenti sulla carta ADI. Arriva al traguardo il concordato preventivo biennale per le partite IVA, il nuovo patto contro l’evasione fiscale. Nel frattempo arriva l'ennesimo no del Governo alla proroga del superbonus. Una settimana ricca di novità quella dal 22 al 28 gennaio 2024

Dai pagamenti dell'ADI all'avvio del patto tra partite IVA e Fisco: una settimana ricca di novità

Dalla teoria alla pratica: l’avvio dei primi pagamenti dell’ADI e il varo del concordato preventivo biennale per le partite IVA sono le principali novità in materia di Lavoro e Fisco della settimana arrivata ormai a conclusione.

Le prime somme dello strumento che ha preso il posto del reddito di cittadinanza saranno accreditate a decorrere dal 26 gennaio 2024 e, proprio in vista dell’avvio dei pagamenti, sono arrivate le istruzioni operative su come potrà essere utilizzata la carta di inclusione.

La riforma che ha portato all’addio al reddito di cittadinanza entra quindi nel vivo, al pari di un nuovo tassello dell’articolata riforma fiscale.

Con il via libera del decreto legislativo in materia di accertamento e concordato preventivo biennale parte un nuovo capitolo per l’attuazione della legge delega, che porterà ad importanti novità già nel 2024.

Si guarda al futuro anche per i bonus casa, dopo l’ennesimo stop del Governo a ogni ipotesi di correttivo alla stretta introdotta sul fronte del superbonus.

Dal 26 gennaio al via i primi pagamenti dell’assegno di inclusione: come usare la carta ADI

Sono partiti dal 26 gennaio i primi pagamenti dell’assegno di inclusione per chi ha presentato domanda e firmato il patto di attivazione digitale entro il 7 gennaio. Per le domande presentate dopo tale data, il primo pagamento relativo a gennaio arriverà invece dal 15 febbraio.

L’importo medio che verrà accreditato ammonta a 635 euro, più alto rispetto al reddito di cittadinanza: questo quanto evidenziato dalla Premier Giorgia Meloni, nel corso del question time alla Camera di mercoledì 24 gennaio.

Dal reddito di cittadinanza l’ADI riprende in ogni caso alcune delle regole di utilizzo e, nello specifico, la carta di inclusione nella quale verrà accreditato l’importo spettante dovrà essere ritirata presso gli uffici postali e potrà essere utilizzata per l’acquisto di beni alimentari, farmaci, per il pagamento di bollette, affitto e mutuo.

Non sarà invece possibile utilizzare la card di inclusione per alcune specifiche tipologie di spesa, individuate dal Decreto del Ministero del Lavoro del 27 dicembre, reso noto il 24 gennaio.

Acquisti online e all’estero, giochi, sigarette e prodotti derivati del fumo, alcolici, servizi finanziari e articoli di gioiellerie o pellicceria sono alcune delle spese per le quali è inibito l’utilizzo dell’assegno di inclusione.

Confermata inoltre la possibilità di un prelievo mensile pari a 100 euro, moltiplicati per la scala di equivalenza.

Concordato preventivo biennale per tutte le partite IVA. Approccio prudenziale sul gettito extra

Dalle novità in materia di lavoro a quelle fiscali: è stato approvato in via definitiva il decreto legislativo che disciplina il concordato preventivo biennale per le partite IVA, strumento che punta a dare il via ad una nuova stagione di collaborazione tra Fisco e contribuenti.

La misura sarà aperta a tutte le partite IVA, senza il vincolo del punteggio ISA pari almeno a 8 previsto in prima battuta, e ci sarà tempo fino al 15 ottobre per valutare la proposta che verrà elaborata dall’Agenzia delle Entrate e aderirvi.

Nel testo approvato in Consiglio dei Ministri del 24 gennaio vengono accolte alcune delle proposte di modifica formualta dalle commissioni parlamentari competenti e sollecitate dagli addetti ai lavori, tra cui il nuovo scadenzario più lungo per l’adesione al concordato preventivo biennale.

Tutte novità che puntano ad un obiettivo unico: rendere il più possibile agevole l’accesso alla misura, uno dei pilastri della strategia del Governo per il contrasto all’evasione fiscale e la cui efficacia determinerà anche i passi futuri della riforma fiscale.

È stato il Viceministro Leo ad aver evidenziato, nel corso del convegno ANC del 23 gennaio, che il gettito extra che deriverà dal concordato preventivo biennale potrà essere utilizzato per ridurre ulteriormente le aliquote IRPEF.

Un obiettivo ambizioso ma per il quale, al momento, mancano certezze. Il testo definitivo del decreto legislativo sul concordato non fornisce stime sulle entrate extra che deriveranno dal nuovo strumento, in via prudenziale.

Se in prima battuta si parlava di circa 1,8 miliardi in più nel biennio, ora si segue la linea della prudenza e sarà necessario attendere la fine di novembre, dopo il pagamento del secondo acconto, per valutare in quanti, e per quali importi, avranno aderito al patto con il Fisco per il blocco delle imposte dovute nel biennio.

Il concordato preventivo biennale diventa quindi una scommessa per il futuro della riforma fiscale.

Sui bonus casa il Governo non torna indietro. A metà anno la riforma delle agevolazioni edilizie

Si parla di riforma anche sul fronte dei bonus casa.

Nel corso dei lavori per la conversione in legge del decreto n. 212/2023, dal Governo è arrivato un nuovo ed ennesimo stop ad ogni ipotesi di apertura sul fronte del superbonus e, più in generale, dei nuovi stringenti requisiti d’accesso ai bonus edilizi.

Diversi sono stati gli emendamenti presentati in Commissione Finanze della Camera per consentire una chiusura più ordinata dell’esperienza del superbonus, e non solo.

Se sul primo fronte era tornata in campo l’ipotesi di un SAL straordinario, in parallelo alla proroga fino a fine febbraio della scadenza per chiudere i lavori già avviati, in campo c’era anche la richiesta di rendere più semplice l’accesso al bonus barriere architettoniche secondo le regole vigenti fino allo scorso anno.

Sul fronte del bonus del 75 per cento, il decreto Salva-spese ha eliminato la possibilità di fruirne per il rifacimento di bagni o per la sostituzione degli infissi, ad eccezione di alcuni casi residuali tra cui la stipula entro la fine del 2023 di un accordo vincolante con l’impresa e il versamento di un acconto sul prezzo.

La proposta era di eliminare il requisiti dell’acconto, prevedendo la possibilità di presentare esclusivamente una dichiarazione sostitutiva di modo da rendere più morbide le condizioni per accedere all’ultima “coda” della detrazione potenziata.

Il Ministro dell’Economia ha tuttavia bocciato ogni ipotesi di modifica al testo del decreto legge, per questioni di conti pubblici, ed è ormai chiaro che non si torna indietro.

Sui bonus casa si resta in ogni caso in attesa di una riforma complessiva, annunciata alla fine dello scorso anno dal Ministro dell’Ambiente Picchetto Fratin, chiamata a intercettare gli obiettivi del PNRR e quelli della direttiva UE Case Green.

In attesa di novità, quel che è certo è che si chiude definitivamente il capitolo del superbonus, con le maglie dei fondi pubblici destinate a diventare sempre più strette.

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