Navigator, nuova proroga per i contratti ma nell’immediato futuro non c’è ancora la stabilizzazione

Rosy D’Elia - Leggi e prassi

Navigator, arriva la proroga dei contratti per altri quattro mesi. La buona notizia per circa 1.900 collaboratori dei centri per l'impiego è arrivata dopo l'incontro del 27 aprile con il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali Andrea Orlando. Ma è una soluzione tampone, nell'immediato futuro non c'è ancora la stabilizzazione.

Navigator, nuova proroga per i contratti ma nell'immediato futuro non c'è ancora la stabilizzazione

Per i contratti dei navigator si apre un nuovo capitolo: non si tratta di una vera e propria proroga, ma di una nuova collaborazione con i Centri per l’Impiego che dovrebbe portare presto a un epilogo di quella che ormai è diventata una saga.

Nell’immediato futuro, quindi, non c’è una stabilizzazione ma una nuova soluzione tampone che interviene sui prossimi quattro mesi.

È questo il risultato emerso dalla riunione del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Andrea Orlando con i sindacati il 27 aprile 2022.

Navigator, nuova proroga per i contratti ma nell’immediato futuro non c’è ancora la stabilizzazione

Nel 2019 hanno ambito a ricoprire il ruolo di navigator ben 78.788 candidati, 2.978 hanno superato la selezione: i contratti originari riportavano la scadenza del 30 aprile 2021, e con la prima proroga sono stati estesi fino al 31 dicembre 2021.

A ridosso della scadenza, la legge di conversione del DL n. 152/2021 ha concesso altri quattro mesi pieni: oggi sono circa 1.900 le nuove figure professionali che continuano a operare a supporto dei Centri per l’Impiego e hanno chiesto a gran voce di poterlo continuare a fare.

L’obiettivo delle lavoratrici e dei lavoratori che in questi due anni e mezzo hanno lavorato a contatto con i CpI per portare nel mondo del lavoro i beneficiari del reddito di cittadinanza è quello di ottenere un ruolo chiaro, certo, definito nel sistema di Politiche Attive, considerando anche l’ondata di risorse e novità che arriva dal PNRR. In altre parole di arrivare a una stabilizzazione dei contratti.

Per ora, ancora una volta, l’obiettivo non è stato raggiunto, ma con l’incontro del 27 aprile tra i sindacati e il Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Andrea Orlando il percorso verso la meta non si è interrotto, come si temeva negli ultimi giorni, e si apre uno spiraglio.

Come si legge nel comunicato stampa diffuso al termine della riunione dalle sigle Felsa Cisl Nidil Cgil UILTemp, arriverà presto un decreto ad hoc per una nuova contrattualizzazione sempre con ANPAL Servizi che sarà formalizzata entro metà maggio e permetterà ai navigator di continuare a lavorare per altri due mesi, a cui si aggiungerà una ulteriore mini proroga, in ragione del progressivo completamento delle iniziative di “potenziamento dei CPI e del sistema delle Politiche Attive del Lavoro”.

“Cogliamo favorevolmente l’apertura mostrata dal Ministero del Lavoro sui navigator: si tratta di una prima risposta che ci consentirà di dare continuità alla loro esperienza. I nuovi contratti che saranno stipulati a partire dal prossimo mese di maggio ci danno la possibilità di individuare i percorsi più utili per incardinarli in maniera strutturale nel sistema delle politiche attive del lavoro, come da noi sempre richiesto”.

Aggiungono i segretari.

Navigator, nuova proroga per i contratti ma nell’immediato futuro non c’è ancora la stabilizzazione

Si compie qualche passo avanti verso la stabilizzazione dei navigator? Sembra, per ora, ripetersi un copione già visto: a ridosso della scadenza dei contratti, si adotta una soluzione tampone. Ma la questione resta irrisolta.

E in verità la questione non è nata un anno fa, con il primo termine della collaborazione previsto, ma esiste fin dal principio. La figura dei navigator è già stata ideata con una serie di contraddizioni:

  • nasceva per supportare i Centri per l’Impiego nella ricerca del lavoro per i beneficiari del reddito di cittadinanza, ma le lavoratrici e i lavoratori dalle strutture territoriali dovevano ricevere un’adeguata formazione: paradossale richiedere supporto a qualcuno da formare;
  • le stesse Regioni fin dall’inizio non hanno visto di buon occhio l’ingresso di queste figure nei 700 CpI sparsi sul territorio e da prima dell’approvazione definitiva del DL n. 4/2019 che ha istituito il reddito di cittadinanza c’è stato un braccio di ferro con il Governo sulle risorse da destinare;
  • le persone selezionate per traghettare i beneficiari del reddito di cittadinanza nel mondo del lavoro hanno firmato un contratto di collaborazione coordinata e continuativa con una retribuzione annua di 27.338,76 euro e 300 euro lordi di rimborso spese mensile con una scadenza già fissata e la prospettiva di un futuro incerto.

Quello di cui si discute oggi ha le sue radici nelle scelte fatte in principio: tutto era prevedibile, ma nessuna soluzione è stata prevista.

Nel frattempo, però, sono state impiegate delle risorse.

L’articolo 12 della Legge di conversione del DL numero 4 del 2019 che ha istituito il reddito di cittadinanza ha affidato 90 milioni di euro per l’anno 2019, 130 milioni di euro per l’anno 2020 e 50 milioni di euro per l’anno 2021 ad ANPAL per consentire “la selezione, mediante procedura selettiva pubblica, delle professionalità necessarie ad organizzare l’avvio del Rdc, la stipulazione di contratti, nelle forme del conferimento di incarichi di collaborazione, con i soggetti selezionati, la formazione e l’equipaggiamento dei medesimi, nonché la gestione amministrativa e il coordinamento delle loro attività”. Alla cifra il DL Sostegni ha aggiunto 61.231.000 di euro per l’anno 2021.

Dal 2019 ad oggi è stato anche avviato il potenziamento dei Centri per l’Impiego e delle Politiche Attive del Lavoro.

E infatti l’articolo 40bis del DL n. 152/2021 specificava:

“Nelle more dello svolgimento delle procedure di selezione e di assunzione delle unita’ di personale da destinare ai centri per l’impiego di cui all’articolo 12, comma 3-bis, del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 marzo 2019, n. 26, al fine di consentire la continuità delle attività di assistenza tecnica per garantire l’avvio e il funzionamento del reddito di cittadinanza nelle fasi iniziali del programma ai sensi dell’articolo 12, comma 3, quinto, sesto e settimo periodo, del citato decreto-legge n. 4 del 2019, la societa’ ANPAL Servizi Spa e’ autorizzata a prorogare i contratti stipulati con il personale che opera presso le sedi territoriali delle regioni e delle province autonome per svolgere le predette attivita’ di assistenza tecnica fino al 30 aprile 2022”.

In altre parole, i presupposti e le necessità per avere già oggi una soluzione c’erano tutti. E invece si rimanda sempre in avanti e quello che resta è ancora una grande incognita per il futuro di circa 1.900 navigator e solo 384.614 beneficiari del reddito di cittadinanza impegnati nel percorso di accompagnamento al lavoro o in esperienze di tirocinio extracurricolare, stando ai dati pubblicati da ANPAL il 27 aprile 2022.

A distanza di 3 anni il sistema della ricerca del lavoro connesso al reddito di cittadinanza non ha funzionato né per chi avrebbe dovuto trovare un’occupazione né per chi avrebbe dovuto cercarla e la responsabilità non può essere certo imputata a questi ultimi, ma al corto circuito iniziale su cui si basa tutto il meccanismo.

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