Secondo le previsioni iniziali, il cantiere della riforma fiscale doveva chiudersi il 29 agosto 2025, ma diversi buoni propositi iniziali restano nel platonico iperuranio delle idee

Il 29 agosto agosto di due anni fa è partito il conto alla rovescia per l’attuazione della riforma fiscale: dopo 24 mesi e una proroga approvata a ridosso della scadenza, il cantiere è ancora aperto, con ritmi che vanno rallentando sempre di più.
E dall’IRPEF all’IVA tanti buoni propositi restano ancora relegati nel terreno delle ipotesi.
Allo stesso tempo, però, il progetto di revisione del sistema tributario contenuto nella legge n. 111 del 2023 offre continui spunti alla politica per mettere in campo vecchie nuove proposte: è il caso, ad esempio, della detassazione delle tredicesime. Ma anche delle agevolazioni da riconoscere ai giovani.
Riforma fiscale: dall’IRPEF in poi partenza in salita e battute d’arresto
Dal Consiglio dei Ministri del 16 ottobre 2023, che ha rappresentato il calcio d’inizio delle riforma fiscale, fino ad oggi sono stati approvati in via definitiva 16 decreti legislativi e 6 Testi Unici.
Testi Unici | Avanzamento dei lavori |
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Imposte sui redditi | Da approvare |
IVA | Approvato in via preliminare il 14 luglio 2025 |
Imposta di registro e altri tributi indiretti | Approvato in via definitiva il 22 luglio 2025 |
Tributi erariali minori | Approvato in via definitiva il 29 ottobre 2024 |
Agevolazioni tributarie e regimi di particolari settori | Da approvare |
Adempimenti e accertamento | Da approvare |
Sanzioni tributarie amministrative e penali | Approvato in via definitiva il 29 ottobre 2024 |
Giustizia tributaria | Approvato in via definitiva il 29 ottobre 2024 |
Versamenti e riscossione | Approvato in via definitiva il 13 marzo 2025 |
Dopo i pilastri messi a ritmo serrato nel 2024, che conta il record di nove interventi di riforma, il 2025 è l’anno della stasi. I decreti legislativi approvati in totale richiedono 90 provvedimenti attuativi, i testi che servono per dettagliare e rendere applicabili le novità: ne mancano ancora 39 e da marzo ad oggi ne sono stati smaltiti solo 7.

Ad agosto il Parlamento ha approvato la proroga per concedere più tempo al Governo nell’attuazione.
Le scadenze della riforma fiscale | Le date in calendario |
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Termine per l’approvazione dei decreti legislativi di modifica della normativa | Entro il 29 agosto 2026 (il termine passa da 24 a 36 mesi) |
Termine di scadenza per la predisposizione di decreti legislativi integrativi e correttivi | Entro il 29 agosto 2028 (24 mesi dopo al fine dei lavori) |
Termine per l’approvazione dei Tesi Unici | 31 dicembre 2026 (Fissato in principio al 29 agosto 2024, poi al 31 dicembre 2025) |
Sull’IRPEF e non solo una riforma fiscale epocale strutturale e organica è ancora lontana
Il processo di attuazione di una riforma “epocale, strutturale e organica”, promessa da Meloni all’avvio del cantiere, doveva essersi già concluso. Il termine originario era fissato al 29 agosto 2025, con la possibilità di continuare il labor limae con decreti correttivi per altri 24 mesi.
Ma ad oggi, per dare forma concreta alle promesse iniziali di un nuovo Fisco per delineare una nuova idea di Italia, non basta un lavoro di lima. Serve ancora piantare nuove fondamenta.
L’esempio più lampante riguarda la revisione dell’IRPEF, cominciata con misure temporanee e portata avanti con promesse che chiedono ancora risposte. Ma anche oltre la revisione di aliquote e scaglioni, ci sono buoni propositi rimasti nell’iperuranio delle idee, quel luogo lontano immaginato da Platone.
Riforma fiscale: anche sull’IVA restano solo buoni propositi
Ne è un conferma anche la razionalizzazione delle aliquote IVA, soprattutto per quanto riguarda i beni di prima necessità. Le intenzioni iniziali erano ottime:
“Oggi noi abbiamo le famose 4 aliquote (4, 5, 10 22 per cento), le aliquota del 4 non si può toccare, le due aliquote inferiori il 5 e il 10 possono formare oggetto di rivisitazione. Attenzione: noi abbiamo alcuni beni con aliquota del 22 per cento (da rivedere), penso alle bottiglie di acqua minerale, si possono riportare nell’ambito del 10 per cento oppure dove sono posizionate carne e pesce”.
A marzo 2023 con queste parole si esprimeva il viceministro all’Economia e alle Finanze e padre della riforma fiscale Maurizio Leo ai microfoni del Sole 24 Ore, presentando anche l’idea di un’aliquota zero per i beni di prima necessità come “un intervento saggio da adottare”.
Ma tra il dire e il fare ci si perde per strada e le aliquote del 5 per cento per assorbenti e pannolini previste nel 2023 sono state raddoppiate nel 2024.
Riforma fiscale: dalla flat tax giovani alle tredicesime, lo spunto per proporre novità
Ma c’è di più: da più fronti il progetto della riforma fiscale è stato utilizzato in diverse occasioni dalle forze di maggioranza per proporre novità.
Dalla Lega, ad esempio, la scorsa primavera è arrivata l’idea di una proposta di legge per prevedere una nuova flat tax per i giovani. Nel frattempo, però, tra le opere non realizzate della legge delega ci sono le misure per favorire la crescita economica degli under 36 e allo stesso tempo l’ultima Manovra ha spazzato via buona parte dei trattamenti di favore riservati a ragazzi e ragazze.
E ancora, negli ultimi giorni il vicepremier Antonio Tajani ha parlato di detassare straordinari, tredicesime, premi di produttività: anche questa è una idea non nuova, già scritta nella legge delega e rimandata a data da destinarsi più volte in questi ultimi anni., come dimostra anche il bonus Natale messo in campo “nelle more dell’introduzione di un regime fiscale sostitutivo per la tredicesima mensilità”.
Senza dubbio, le proposte sono coerenti con il progetto della riforma fiscale e l’importante è portarle avanti. Ma la forma in questo caso si fa sostanza e il risultato è un Fisco disorganico, frammentato, quasi emergenziale: diametralmente opposto al progetto presentato da Meloni a marzo 2023.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Riforma fiscale: dall’IRPEF all’IVA, restano le idee, ma i lavori dovevano essere già finiti