IRPEF 2026: il calcolo delle detrazioni è sempre più un rebus

Rosy D’Elia - Irpef

Al taglio IRPEF per il 2026 si affianca anche un nuovo taglio alle detrazioni per sterilizzare i benefici. E il calcolo dell'imposta diventa sempre più un rebus

IRPEF 2026: il calcolo delle detrazioni è sempre più un rebus

Il testo del Disegno di Legge di Bilancio conferma il taglio IRPEF per il ceto medio a partire dal 2026 con un meccanismo di esclusione dai benefici che ne derivano per chi supera i 200.000 euro di reddito.

Dall’importo delle detrazioni spettanti si sottraggono 440 euro: una novità che si somma al labirinto di regole già esistenti e complica ulteriormente il calcolo dell’imposta.

Sapere quanto si paga di IRPEF diventa sempre più un rebus: la difficoltà, che l’Ufficio Parlamentare di Bilancio aveva già segnalato lo scorso anno durante i lavori di costruzione della Manovra, aumenta di anno in anno.

IRPEF 2026: cambia anche il calcolo delle detrazioni con la Legge di Bilancio

Sono due i pilastri della nuova revisione dell’IRPEF contenuta nel Disegno di Legge di Bilancio 2026:

  • la riduzione dell’aliquota che si applica al secondo scaglione di reddito (28.001-50.000 euro) dal 35 al 33 per cento;
  • il taglio di 440 euro sull’importo totale di alcune detrazioni spettanti per chi ha un reddito superiore a 200.000 euro, in modo tale da non garantire risparmi fiscali ai contribuenti che superano questa soglia.

Il primo punto è lineare: diminuiscono le imposte sulla parte di reddito interessata. Il secondo si aggiunge a un sistema già complesso di calcoli per stabilire il valore degli sconti fiscali.

Ma per le novità servono 2,8 miliardi di euro all’anno e la necessità di rendere economicamente sostenibile la misura, limitando la platea, è più forte di qualsiasi esigenza di semplificazione.

Nel dettaglio, si aggiunge una nuova regola all’articolo 16 ter del Testo Unico delle Imposte sui Redditi.

Il guadagno che deriva dalla riduzione della seconda aliquota per chi supera il limite di reddito di 200.000 euro sarà sottratto, e quindi neutralizzato, dal valore dello sconto d’imposta che spetta per:

  • le spese che danno diritto a una detrazione del 19 per cento, come quelle per la frequenza dell’asilo nido o dell’università ad esempio, fanno eccezione le spese sanitarie che restano escluse dalla penalizzazione;
  • le donazioni ai partiti politici;
  • i premi di assicurazione per rischio eventi calamitosi.

Si ripropone in maniera pedissequa, con differenze che riguardano solo gli importi, il meccanismo già adottato per circoscrivere i benefici legati all’accorpamento dei primi due scaglioni e contenuto nel decreto legislativo n. 216 del 2023, che ha dato il via alla riforma fiscale.

Nelle dichiarazioni del 2025, infatti, chi ha un reddito superiore a 50.000 euro ha dovuto rinunciare a 260 euro di detrazioni fiscali maturate nell’anno 2024.

IRPEF 2026: il taglio delle detrazioni si aggiunge ai limiti per i redditi oltre 75.000 euro

Dopo una prima fase di sperimentazione, il calcolo dell’IRPEF basato su tre aliquote è stato confermato dall’ultima Legge di Bilancio approvata.

Alla voce riordino delle detrazioni, però, è stato introdotta una regola ancora diversa: per i cittadini e le cittadine con un reddito che superano i 75.000 euro scatta un limite massimo alle spese che possono essere oggetto di detrazione che cambia in base al numero di figli o figlie.

Di conseguenza oltre questa soglia di reddito, il valore delle detrazioni è potenzialmente più basso perché più basso è l’importo su cui si calcola lo sconto fiscale legato ad alcune spese sostenute nell’anno.

Tetto minimo per chi non è genitore fissato a 4.000 euro. Limite massimo per le famiglie più numerose o in presenza di figli con disabilità accertata.

Numero di figli e figlieRedditoTetto massimo
0 Oltre i 75.000 euro 7.000 euro
Oltre i 100.000 4.000 euro
1 Oltre i 75.000 euro 9.800 euro
Oltre i 100.000 5.600 euro
2 Oltre i 75.000 euro 11.900 euro
Oltre i 100.000 6.800 euro
Più di 2 Oltre i 75.000 euro 14.000 euro
Oltre i 100.000 8.000 euro

Nel labirinto delle regole IRPEF le strade sono strette e articolate. E la soglia non si applica considerando tutte le spese detraibili.

Sono escluse da questa riduzione le seguenti voci:

  • le spese sanitarie;
  • le somme investite nelle startup innovative;
  • le somme investite nelle PMI innovative.

In altre parole, in questi casi non c’è alcuna penalizzazione sulle agevolazioni spettanti.

IRPEF 2026: doppio taglio delle detrazioni per chi supera i 200.000 euro

Ma il percorso di revisione dell’IRPEF non è cominciato con la riforma fiscale e con questo Governo.

Già dal 2019 la discussione è diventata concreta con qualche nuovo passo nel lungo e accidentato percorso di revisione delle tax expenditures, le spese fiscali che per i cittadini e le cittadine si traducono in sconti d’imposta a vario titolo.

Dal 2020 è stato introdotto l’obbligo di tracciabilità e la detrazione dall’imposta lorda per alcune delle spese indicate nell’art. 15 del TUIR varia in base all’importo del reddito complessivo:

  • gli sconti d’imposta spettano per intero fino a 120.000 euro;
  • il loro valore decresce fino ad azzerarsi al raggiungimento di un reddito complessivo pari ad euro 240.000.

Anche in questo caso ci sono delle eccezioni: salve le spese sanitarie e quelle sostenute per gli interessi passivi per mutui.

Questa regola resta e dal prossimo anno si sommerà alla sterilizzazione dei benefici legati all’aliquota del 33 per cento per chi supera i 200.000 euro.

Riferimento normativoNovità
Art. 2 del decreto legislativo n. 216 del 2023 Taglio di 260 euro alle detrazioni per i redditi oltre 50.000 euro
Art. 16 TUIR - Legge di Bilancio 2025 Tetto massimo alle detrazioni per alcune spese per redditi oltre i 75.000 euro
Art. 15 TUIR - Legge di Bilancio 2020 Decalage delle detrazioni per chi supera i 120.000 euro di reddito fino ad azzerarsi ai 240.000 euro

Lo stesso presidente del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili Elbano de Nuccio durante il congresso in corso dal 22 al 24 ottobre da un lato ha espresso soddisfazione per il taglio IRPEF al ceto medio, dall’altro ha sottolineato una esigenza di semplificazione“al fine di rendere più immediatamente percepibile da parte del contribuente l’imposta effettivamente dovuta in corrispondenza di un determinato ammontare di reddito”.

IRPEF 2026: il calcolo è un rebus

Modifica dopo modifica, le regole non si armonizzano ma si stratificano. E per chi supera determinate soglie di reddito diventa complicatissimo calcolare l’importo di eventuali detrazioni.

Anche per i contribuenti meno ricchi sapere quanto si paga di IRPEF è un rompicapo. Proprio durante la discussione della Manovra dello scorso anno che ha introdotto il nuovo taglio del cuneo fiscale e le tre aliquote in via strutturale, l’Ufficio Parlamentare di Bilancio segnalava:

“La complessa interazione tra le diverse componenti del calcolo rende infatti oggettivamente difficile per il contribuente avere una chiara percezione dell’importo da ricevere o versare”.

Ma anche quest’anno l’IRPEF va nella direzione opposta a quella della semplificazione con il risultato che le difficoltà aumentano in maniera esponenziale. E il titolo dell’articolo del Testo Unico che accoglie le novità in arrivo, riordino delle detrazioni, diventa sempre più paradossale.

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