Giovani e lavoro, meno NEET entro il 2030: in arrivo il Patto per l’Occupazione Giovanile

Eleonora Capizzi - Leggi e prassi

Giovani e lavoro: il Ministro Orlando accoglie con favore la proposta del Patto per l'Occupazione Giovanile presentata da ASVIS. Il progetto presentato al Festival dello Sviluppo Sostenibile del 5 ottobre 2021 fisserà degli obiettivi da raggiungere entro il 2030: diminuzione dei NEET, formazione del capitale umano e adeguamento salariale.

Giovani e lavoro, meno NEET entro il 2030: in arrivo il Patto per l'Occupazione Giovanile

Giovani e lavoro: arriva l’ok del Ministero del Lavoro sul Patto per l’Occupazione Giovanile.

La proposta è stata accolta favorevolmente dal Ministro Orlando in occasione del Festival organizzato dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASVIS) che si è svolto il 5 ottobre 2021.

Si tratta di un progetto in cui il Governo si impegna concretamente nei confronti delle parti sociali a raggiungere degli obiettivi precisi nel medio periodo, uno fra tutti la diminuzione dei NEET entro il 2030, i giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano.

Lo scopo è quello di risalire nella media europea visto che, si legge anche nel testo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, oggi l’Italia è il Paese con il più alto numero di NEET dell’Unione Europea. Sono infatti il 27,8 per cento sul totale della popolazione giovanile, contro la media Ue del 16,4 per cento.

In questa prospettiva, al Patto deve corrispondere un vero e concreto impegno del Paese, partendo da quella necessaria discontinuità che richiede il post pandemia come avvio di una nuova fase di sviluppo, che metta al centro la valorizzazione del capitale umano delle nuove generazioni”.

Ha affermato il Ministro nell’intervento del 5 ottobre.

Giovani e lavoro, meno NEET entro il 2030: in arrivo il Patto per l’Occupazione Giovanile

Il piano straordinario per i NEET è una delle priorità del Gruppo di lavoroPolitiche giovanili: lavoro e welfare” istituito dal Ministro Orlando lo scorso 5 maggio 2021. Una squadra di esperti con il compito di promuovere iniziative a favore del welfare giovanile, dell’occupazione dei giovani e della loro emancipazione personale.

Questo organo, ha riferito il Ministro nel corso del suo intervento al Festival, ha già avviato uno scambio con i promotori dell’iniziativa, tra cui l’ASVIS e il Consiglio Nazionale dei Giovani, per definire il contenuto del Patto per l’Occupazione Giovanile.

Il Governo vuole infatti assumersi un impegno concreto nei confronti giovani, ecco perché si parla di “patto”, individuando un numero preciso di obiettivi e target intermedi da raggiungere entro il decennio a venire.

La proposta del Ministero è quella di individuare indicatori strategici per verificare se le misure attuate in questi dieci anni nell’ambito della riforma delle politiche attive per il lavoro hanno avuto successo.

Si tratta, ad esempio, dei seguenti indicatori:

  • la diminuzione della percentuale di NEET;
  • il livello di formazione di capitale umano e quindi il grado di competenze dei giovani lavoratori;
  • la qualità del lavoro giovanile;
  • le differenze salariali.

Poi ci sono gli indicatori “indiretti” che, appunto, non sono legati direttamente all’occupazione, ma da cui emergono comunque gli effetti positivi di una politica efficacie, anch’essi da inserire nell’agenda dell’Esecutivo.

A titolo esemplificativo, si tratta di quei dati che registrano l’età media in cui le donne hanno il primo figlio o la solidità del trattamento pensionistico atteso in base ai contributi versati.

Il Gruppo di lavoro per le Politiche giovanili: quali sono le proposte in esame

Il Gruppo di lavoro per le Politiche Giovanili, ha evidenziato lo stesso Ministro, avrà un ruolo molto significativo nella redazione del Patto per l’Occupazione Giovanile, data la stessa comunione di intenti e la medesima forza ispiratrice.

Le attività della squadra di esperti termineranno il 31 dicembre 2021 con la stesura di una relazione che illustri le analisi condotte e le proposte di intervento per favorire l’occupazione giovanile.

In particolare, sono tre macrobiettivi da raggiungere:

  • migliorare l’orientamento e la comunicazione tra i mondi della formazione e del lavoro;
  • ottimizzare gli strumenti di ingresso nel mercato del lavoro e miglioramento della qualità del lavoro giovanile;
  • rendere effettiva l’indipendenza economica, abitativa e sociale, oltre ad incrementare il benessere dei giovani.

Tra le iniziative che possono essere messe in campo subito, per esempio, c’è il potenziamento degli strumenti di orientamento, quali centri per l’impiego e programmi come Garanzia Giovani, per i quali tra l’altro il PNRR ha previsto importanti investimenti.

C’è poi il tema della formazione e la necessità di allineare le competenze del lavoratore con quelle richieste dal mercato che potrebbe vedere nell’apprendimento duale in aula e in azienda uno strumento efficacie.

C’è, infine, il contrasto alla precarietà limitando l’impiego dello stage, troppo diffuso, in favore di un contratto più stabile come l’apprendistato, il rapporto indeterminato finalizzato alla formazione e all’occupazione dei giovani.

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