Bonus edilizi, quanto incide il superbonus nelle frodi?

Tommaso Gavi - Leggi e prassi

Le frodi relative ai bonus edilizi, dal bonus facciate al superbonus, raggiungono i 12 miliardi di euro. Le somme bloccate dalla Guardia di Finanza si attestano a 7,2 miliardi di euro. Quali sono le truffe più diffuse

Bonus edilizi, quanto incide il superbonus nelle frodi?

Le frodi relative al superbonus e agli altri bonus edilizi raggiungono i 12 miliardi di euro.

A rendere note le cifre è stata la presidente, Giorgia Meloni, nel corso del Consiglio dei ministri del 28 agosto scorso.

Le somme bloccate dalla Guardia di Finanza hanno raggiunto i 7,2 miliardi di euro.

Ma quanto incide il superbonus nell’importo complessivo delle frodi? Stando agli ultimi dati forniti proprio dalla Guardia di Finanza intorno al 4 o 5 per cento.

Bonus edilizi, quanto incide il superbonus nelle frodi?

Le frodi in materia del superbonus sono state più volte messe in evidenzia a più riprese

Già a dicembre 2021 l’allora presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, aveva messo in evidenza nella conferenza stampa di fine anno che ammontava a 4 miliardi di euro la somma delle operazioni relative a cessione del credito e sconto in fattura bloccate.

Già allora la maggior parte delle truffe era stata realizzata per interventi del bonus facciate, visti due grandi limiti a livello normativo:

  • la mancanza di un tetto massimo di spesa agevolabile;
  • la mancanza di obblighi relativi ad asseverazioni da parte dei tecnici.

Lo scorso marzo un quadro simile era stato presentato presso la Commissione Finanze della Camera dal direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini: a marzo scorso le frodi relative ai bonus edilizi ammontavano a circa 9 miliardi di euro.

In quel caso le truffe che avevano per oggetto il superbonus ammontavano al 5 per cento del totale.

La rimanente parte era suddivisa tra gli altri bonus edilizi:

  • 58 per cento, in relazione ad interventi rientranti nel bonus facciate;
  • 23 per cento per lavori relativi all’ecobonus ordinario;
  • 8 per cento per interventi di sismabonus;
  • 5 per cento per il bonus affitti;
  • 1° bonus ristrutturazione.

Anche in questo caso più della metà delle frodi aveva riguardato il bonus facciate.

A chiarire che la parte di frodi relative al superbonus si aggirava intorno al 4 o 5 per cento dei crediti fiscali era già stato il Comandante generale della Guardia di Finanza, Giuseppe Zafarana, nel corso dell’audizione presso la Commissione Finanze VI della Camera del 22 febbraio scorso.

Stando ai dati resi noti dalla presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, nel corso della riunione dell’Esecutivo del 28 agosto scorso, i bonus edilizi, compreso il bonus facciate, sono stati oggetto di irregolarità per oltre 12 miliardi di euro.

Ammonterebbero a 7,2 miliardi di euro le frodi bloccate dalla Guardia di Finanza, numeri in crescita rispetto a quelli fotografati dai dati dello scorso marzo.

Bonus edilizi, quali sono le frodi più frequenti

Non è ancora stata resa nota la ripartizione delle frodi tra i vari bonus edilizi.

Tuttavia è possibile ipotizzare che i dati non si discostino molto, in percentuale, da quelli forniti dall’Agenzia delle Entrate e dalla Guardia di Finanza a marzo scorso.

La maggior parte degli illeciti è stato commesso per utilizzo indebito dei crediti d’imposta.

Sono tre le principali tipologie di truffe messe in evidenza dalla stessa Guardia di Finanza, con riferimento ai dati presentati a febbraio scorso:

  • l’assenza di lavori edilizi;
  • gli interventi su immobili non riconducibili ai beneficiari delle detrazioni;
  • le plurime cessioni a catena dei crediti che hanno coinvolto prestanome o imprese.

Da un lato, quindi, ci sono i crediti maturati senza il diritto all’agevolazione, dall’altra la possibilità di cessione multipla di tali crediti che, prima degli interventi antifrode che hanno limitato il numero di passaggi e hanno introdotto il divieto di cessione parziale delle somme, ha consentito di fare perdere le tracce delle somme.

Un dato fornito a febbraio scorso dall’allora Comandante generale della Guardia di Finanza, Giuseppe Zafarana, chiarisce le operazioni che sono state interessate dalle frodi: il 98 per cento dei sequestri sono relativi ad attività precedenti a novembre 2021, cioè effettuate prima dell’introduzione del decreto antifrode.

In altre parole, quindi, la maggior parte delle frodi che emergono si riferiscono a operazioni passate e a bonus edilizi diversi del superbonus.

A permettere la maggior parte delle truffe è quindi stato una doppia circostanza:

  • una normativa che inizialmente non ha previsto sufficienti controlli sugli interventi relativi al bonus facciate;
  • l’estensione dell’utilizzo della cessione del credito anche ad altre agevolazioni edilizie, oltre a quella del superbonus.

Il Governo attuale raccoglie una situazione complessa, in un quadro che è ancora in continua evoluzione.

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