Flat tax per i super ricchi: aumenta l’imposta, resta il vuoto sugli investimenti

Rosy D’Elia - Imposte

La Legge di Bilancio 2026 porterà a 300.000 euro l'imposta dovuta sui redditi esteri per chi applica la flat tax dei super ricchi, ma non colma il vuoto normativo sugli investimenti: la novità nella prima bozza in circolazione

Flat tax per i super ricchi: aumenta l'imposta, resta il vuoto sugli investimenti

Si va verso una nuova revisione della flat tax riservata ai super ricchi. Ma, diversamente da quanto annunciato questa estate, la Legge di Bilancio 2026 non colmerà il vuoto normativo sugli investimenti.

Le modifiche alla norma di riferimento, contenute nella prima bozza in circolazione, si limitano a incrementare gli importi dell’imposta sostitutiva dovuta sui redditi esteri.

Legge di Bilancio 2026: novità in arrivo anche per la flat tax riservata ai super ricchi

Stando al testo della Manovra 2026 attualmente disponibile, la flat tax dovuta dai super ricchi passerà da 200.000 a 300.000 euro.

Mentre raddoppierà la somma richiesta ai familiari: da 25.000 euro arriverà a 50.000 euro.

Si punta a rivedere ancora il testo dell’articolo 24-bis del Testo Unico delle Imposte sui Redditi che regola l’agevolazione.

Il regime di favore permette a coloro che non sono stati fiscalmente residenti in Italia per un tempo almeno pari a nove periodi d’imposta nel corso degli ultimi dieci di versare una somma forfettaria sui redditi prodotti all’estero. La flat tax si applica a prescindere dalla fascia di reddito e si estende anche a uno o più familiari.

Questa forma di tassazione piatta è nata per “favorire gli investimenti in Italia da parte di soggetti non residenti” con la Legge di Bilancio 2017, l’ultima del Governo Renzi, che però non ha previsto alcun impegno per spingere i contribuenti a sostenere l’economia italiana.

Un aspetto sottolineato anche nell’ultima relazione generale dalla Corte dei Conti:

“La disciplina (...) appare principalmente indirizzata a favorire soggetti che possono ritrarre fonti di reddito da più paesi e che trasferiscono la propria residenza in Italia per finalità lavorative (come nel caso, probabilmente frequente, degli sportivi professionisti), residenziali o per altre ragioni, senza tuttavia esigere - come pure ci si sarebbe dovuto attendere - un effettivo e tangibile collegamento con la realizzazione di investimenti produttivi nel nostro Paese”.

Legge di Bilancio 2026: novità in arrivo sulla flat tax per i super ricchi, ma sfuma il legame con gli investimenti

E proprio su questo punto la scorsa estate il capogruppo leghista alla Commissione Finanze della Camera Giulio Centemero aveva annunciato una revisione delle regole.

Ma la prima bozza della Legge di Bilancio 2026 non colma alcun vuoto, rivede semplicemente gli importi dovuti, così come già fatto nell’estate del 2024 quando l’imposta sostitutiva è passata a 200.000 euro.

Secondo i dati forniti dalla Corte dei Conti, nel periodo 2020-2023 ha portato nelle casse dello Stato circa 315 milioni di euro: con un andamento crescente, hanno aderito circa 4.000 persone tra contribuenti principali e familiari.

Non prevedere l’impegno a investire nell’economia italiana è un’occasione mancata.

Si era parlato di stabilire un legame tra le agevolazioni e strumenti di capitale di rischio, come azioni di società italiane quotate nel segmento professionale del sistema multilaterale di negoziazione Euronext Growth Milan o quote di organismi di investimento collettivo del risparmio (OICR) ma anche strumenti più comuni, come i buoni del Tesoro poliennali di lungo periodo o con investimenti in piani di risparmio a lungo termine, in start-up innovative o in attività di ricerca scientifica tramite erogazioni liberali in favore di enti qualificati.

Ma con il primo testo della Legge di Bilancio 2026 si punta solo ad avere un gettone più caro e sfuma, per ora, la prospettiva di correggere una norma che rimane scritta a metà. Ma sulla flat tax per i super ricchi, così come su tutte le altre novità in cantiere, il lavoro è solo all’inizio: il testo del DDL passa nelle mani del Parlamento per la discussione e l’approvazione.

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