Anche la flat tax per i super ricchi verso la Manovra 2026: come funziona oggi?

Rosy D’Elia - Irpef

Anche la flat tax per i super ricchi si fa strada verso la Manovra 2026: ma come funziona oggi l'agevolazione e quante risorse porta nelle casse dello Stato?

 Anche la flat tax per i super ricchi verso la Manovra 2026: come funziona oggi?

Nel carnevale di proposte per la Manovra 2026 un posto è riservato anche alla flat tax per i super ricchi, tornata sotto i riflettori dopo l’accusa di dumping fiscale arrivata dalla Francia.

Subordinare le agevolazioni agli investimenti in Italia: è questa la novità in cantiere. A parlarne con Milano Finanza è Giulio Centemero (Lega), che lo scorso giugno ha anche firmato insieme ad altri una proposta di legge per allungare il regime impatriati di coloro che partecipano attivamente alla crescita dell’economia italiana.

Ma come funziona e quante vale, ad oggi, questa agevolazione messa in campo dal Governo Renzi con la Legge di Bilancio del 2017?

Novità in arrivo per la flat tax dei super ricchi con la Manovra 2026: come funziona oggi?

La flat tax per i super ricchi permette a coloro che non sono stati fiscalmente residenti in Italia per un tempo almeno pari a nove periodi d’imposta nel corso degli ultimi dieci di versare una somma forfettaria sui redditi prodotti all’estero.

Fino al 2024 l’imposta sostitutiva è stata pari a 100.000 euro, mentre con le novità introdotte lo scorso agosto è passata a 200.000 euro. L’agevolazione, regolata dalla’rticolo 24 bis del Testo Unico delle Imposte sui Redditi, si applica a prescindere dalla fascia di reddito e si può estendere anche a uno o più familiari che sono chiamati a versare una quota di 25.000 euro.

Secondo i dati forniti dalla Corte dei Conti, nel periodo 2020-2023 ha portato nelle casse dello Stato circa 315 milioni di euro: con un andamento crescente, hanno aderito circa 4.000 persone tra contribuenti principali e familiari.

E, secondo le previsioni, il superamento del regime del “residente non domiciliato” del Regno Unito potrebbe controbilanciare il minore appeal dato dai costi più alti introdotti dal 2024.

Quante risorse porta nelle casse dello Stato la flat tax dei super ricchi?

Ma, nonostante i dati alla mano, è difficile stabilire se la flat tax sia un buon affare o meno per l’Italia.

E a spiegare le ragioni è la stessa Corte dei Conti. Ad oggi non si conosce né il valore dei redditi esteri a cui si applica la tassa piatta, né quello delle imposte dovute in assenza del regime di favore.

D’altronde la stessa relazione tecnica della Legge di Bilancio 2017 riporta un’analisi senza cifre: “Pur ritenendo che dalla disposizione potrebbero derivare effetti positivi per il bilancio dello Stato, alla stessa, prudenzialmente, non si ascrivono effetti”.

Al contrario, lo scopo con cui è nata la flat tax, “favorire gli investimenti in Italia da parte di soggetti non residenti”, è stato messo nero su bianco nei documenti che hanno accompagnato la Manovra del Governo Renzi. Ma la norma non ha previsto alcun impegno per spingere i contribuenti a sostenere l’economia italiana.

“La disciplina, infatti, appare principalmente indirizzata a favorire soggetti che possono ritrarre fonti di reddito da più paesi e che trasferiscono la propria residenza in Italia per finalità lavorative (come nel caso, probabilmente frequente, degli sportivi professionisti), residenziali o per altre ragioni, senza tuttavia esigere - come pure ci si sarebbe dovuto attendere - un effettivo e tangibile collegamento con la realizzazione di investimenti produttivi nel nostro Paese”.

Ha sottolineato la Corte dei Conti nell’ultima relazione generale.

Flat tax dei super ricchi: le novità in cantiere con la Manovra 2026

Ed è su questo aspetto che si vorrebbe intervenire con la prossima Manovra. I super ricchi che arrivano dall’estero dovrebbero impegnarsi a effettuare investimenti in Italia che possano avere effetti positivi sull’economia, come ha annunciato Centemero.

E il capogruppo leghista alla Commissione Finanze della Camera già lo scorso giugno ha presentato una proposta di legge per adottare logiche di questo tipo anche nel sistema del regime impatriati, la riduzione della base imponibile per lavoratori e lavoratrici che rientrano dall’estero. L’impegno a effettuare degli investimenti in questo caso non sarebbe un obbligo ma un premio: darebbe l’opportunità a chi beneficia dello sconto IRPEF di allungare il periodo di applicazione dei benefici per tre anni.

Si parla di stabilire un legame tra le agevolazioni e strumenti di capitale di rischio, come azioni di società italiane quotate nel segmento professionale del sistema multilaterale di negoziazione Euronext Growth Milan o quote di organismi di investimento collettivo del risparmio (OICR) ma anche strumenti più comuni, come i buoni del Tesoro poliennali di lungo periodo o con investimenti in piani di risparmio a lungo termine, in start-up innovative o in attività di ricerca scientifica tramite erogazioni liberali in favore di enti qualificati.

Nel frattempo, per usare la metafora calcistica del Ministro Giorgetti, la proposta di correzione della flat tax per i super ricchi entra nella manovra-mercato di queste settimane e si aggiunge alla lunga lista di desideri per il futuro stilata dalla politica.

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