INT: la disapplicazione degli ISA deve essere tra le priorità del nuovo governo

Alessio Mauro - Studi di settore

La disapplicazione degli ISA 2019 deve essere tra le priorità del nuovo governo: è questa la posizione dell'INT, Istituto Nazionale Tributaristi, sugli indici sintetici di affidabilità fiscale, al centro di una discussione sempre più accesa. Ma la richiesta degli addetti ai lavori sembra irrealizzabile.

INT: la disapplicazione degli ISA deve essere tra le priorità del nuovo governo

La disapplicazione degli ISA 2019 deve essere tra le priorità del nuovo governo. Sarebbe questo il vero segno di discontinuità rispetto al passato. In linea con le altre associazioni del settore, anche l’Istituto Nazionale Tributaristi prende posizione sulla discussione generata dall’introduzione degli indici sintetici di affidabilità fiscale e dalle conseguenze che sta avendo sul sistema.

Il debutto della nuova metodologia statistico economica, che sostituisce gli studi di settore, è stato di fuoco. E nonostante la proroga dei pagamenti delle imposte sui redditi, strettamente collegate agli indici, la situazione è diventata sempre più rovente tra aggiornamenti continui dei software dedicati, con la necessità di rifare i calcoli, e altre difficoltà operative.

L’Associazione Nazionale Commercialisti, l’Associazione Dottori Commercialisti, il Consiglio Nazionale Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili negli ultimi giorni hanno chiesto a gran voce la disapplicazione degli ISA per il periodo di imposta 2018, aprendosi anche alla possibilità di renderli facoltativi, ma il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha alzato un muro sulla possibilità di fare un passo indietro.

INT: la disapplicazione degli ISA 2019 deve essere la priorità del nuovo governo

In questa scia si inserisce il comunicato stampa diffuso dall’Istituto Nazionale Tributaristi il 4 settembre 2019, ad esprimersi è il presidente Riccardo Alemanno che suggerisce al nuovo governo di intervenire sulla diatriba e fare un’inversione di rotta.

Di seguito il testo integrale:

Il Presidente dell’Istituto Nazionale Tributaristi (INT), Riccardo Alemanno, nel considerare positivi molti punti del programma del nuovo Esecutivo di Governo, anche se bisognerà poi conoscerne i contenuti per una valutazione oggettiva, suggerisce, per confermare la dichiarata volontà di discontinuità da parte dei protagonisti dell’accordo di Governo, di partire da una cosa semplice e richiesta a gran voce dalle categorie professionali ed imprenditoriali: disapplicare gli indici sintetici di affidabilità fiscale (ISA).

“Sarebbe un modo per iniziare l’attività di Governo mettendo al centro la considerazione per chi lavora e dà lavoro, perché se da un lato sono giuste e condivisibili l’azione di controllo dei titolari di partita IVA e l’incentivazione della lotta all’evasione, dall’altro non è giusto che si vadano a determinare i criteri di controllo attraverso algoritmi che attribuiscono voti e pagelle molto discutibili ad imprenditori e professionisti, soprattutto in un periodo di crisi e di stagnazione dell’economia. Bisogna liberare il settore produttivo dalla burocrazia e dal peso delle imposte, dopodiché sarà doverosa una verifica dell’affidabilità fiscale dei contribuenti, ovviamente correggendo gli attuali parametri che non devono essere punitivi per chi assume e per chi investe”.

Disapplicazione ISA 2019, anche l’INT la richiede, ma è difficile che si torni indietro

Sembra improbabile, però, che le richieste degli addetti ai lavori, sempre più serrate, possano essere ascoltate.

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha spiegato che la disapplicazione degli ISA non è possibile a causa del maggiore gettito atteso, che verrebbe meno, e del rischio di penalizzare i contribuenti con un punteggio elevato, che perderebbero la possibilità di accedere ai benefici premiali.

La posizione del MEF non lascia aperto alcuno spiraglio, e anche Giovanni Currò, deputato del Movimento 5 Stelle e membro della commissione finanze della Camera, nell’intervista pubblicata il 5 settembre dal quotidiano ItaliaOggi conferma che difficilmente si tornerà indietro:

“Non ci sono i tempi per intervenire con un decreto ministeriale sulla scadenza del 30 settembre dell’invio delle dichiarazioni ma soprattutto sugli Isa ci sono 2 miliardi di incassi da contrasto all’evasione basato sul recupero dell’anno precedente quando ancora si applicavano gli studi di settore”.

La cifra dei 2 miliardi fa riferimento a quanto è emerso dagli studi di settore del 2017.

Secondo altre stime, invece, per evitare una perdita di gettito servirebbero almeno 800 milioni di euro (fonte dati: Sole24Ore), una somma comunque importante che porrebbe il nuovo governo davanti a una sfida troppo difficile da affrontare.

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