Aumento dell’età per la pensione, Bankitalia: “Dal 2001 è salita di 5 anni”

Francesco Rodorigo - Pensioni

L'età per la pensione è salita di 5 anni dal 2021 al 2024 e il tasso di partecipazione al mercato del lavoro nella fascia di età 55-64 anni è più che raddoppiato. Dal 2027 salirà di un mese, di altri due dal 2028

Aumento dell'età per la pensione, Bankitalia: “Dal 2001 è salita di 5 anni”

L’età per la pensione continua a salire inesorabilmente: dal 2001 al 2024 è aumentata di 5 anni.

Lo ha evidenziato la Banca d’Italia in audizione preliminare all’esame della Manovra 2026.

L’intervento previsto in manovra, con il graduale aumento dell’età pensionistica, contribuirà nei prossimi anni a limitare la crescita della spesa pensionistica determinata dall’invecchiamento della popolazione.

La valutazione d’assieme delle scelte operate con il DdL Bilancio 2026 in materia pensionistica è positiva anche per la Corte dei Conti, che auspica un assetto più stabile della normativa in materia di pensionamento.

A sottolineare la necessità di mantenere l’adeguamento dell’età pensionabile alla speranza di vita è stata evidenziata anche dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio.

Aumento dell’età per la pensione, Bankitalia: “Dal 2001 è salita di 5 anni”

Continuano le audizioni sul disegno di Legge di Bilancio 2026 presso le Commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato.

Non solo IRPEF e rottamazione, sul piatto della Manovra per il prossimo anno c’è anche il discusso pacchetto sulle pensioni, con gli interventi principali che riguardano in particolare l’aumento graduale dei requisiti per andare in pensione e l’eliminazione di due dei principali canali per l’uscita anticipata: Quota 103 e Opzione Donna.

Il disegno di legge, infatti, interviene soprattutto sull’adeguamento dei requisiti di accesso al pensionamento alla speranza di vita previsto nel 2027 che, a seguito dell’aumento della longevità registrato nell’ultimo biennio, sarebbe pari a 3 mesi. La manovra lo limita a un mese nel 2027 e rinvia all’anno successivo l’incremento degli altri due (ad esclusione di chi fa lavori gravosi e usuranti).

In Italia, ha sottolineato la Banca d’Italia, l’età media effettiva di pensionamento è aumentata di oltre 5 anni tra il 2001 e il 2024, raggiungendo la soglia di 64,6 anni. Il che si riflette anche sul mercato del lavoro, con il tasso di partecipazione nella fascia di età 55-64 anni che è più che raddoppiato, dal 28,2 al 61,3 per cento.

“Tuttavia la spesa pensionistica in rapporto al PIL risulta ancora la più alta a livello europeo, collocandosi al 15,6 per cento nel 2022 contro una media dell’11,4.”

Il meccanismo di indicizzazione dell’età di pensionamento alla longevità, si legge nel documento, contribuirà nei prossimi anni a limitare la crescita della spesa pensionistica determinata dall’invecchiamento della popolazione.

“In base alle previsioni della Commissione europea la normativa in vigore consentirebbe di fermare la crescita dell’incidenza della spesa sul PIL nel 2036, quando raggiungerebbe un picco del 17,3 per cento, per poi ridursi e stabilizzarsi intorno al 13,7 nel 2070, ultimo anno per cui sono disponibili stime.”

L’intervento sui requisiti anagrafici per la pensione riceve quindi il parere favorevole della Banca nell’ottica di contenimento della spesa previdenziale.

Corte dei Conti e UPB concordi nel mantenere l’adeguamento alla speranza di vita

Di parere favorevole anche la Corte dei Conti, che in audizione apprezza le scelte operate soprattutto “nella misura in cui si accresce il grado di certezza del suo quadro normativo di fondo”.

“Su tale fronte la mancata riproposizione sia di Quota 103 che di Opzione donna sembrano rappresentare passi in avanti verso un sistema con meno eccezioni e dunque maggiore peso delle regole generali, il tutto anche considerata la sostenibilità sociale dell’operazione data l’ormai assai esigua platea dei beneficiari degli istituti in parola nel corso del 2025.”

Nel 2024, come mostrano anche i dati del CIV INPS, è crollato il ricorso alla pensione anticipata: sono 1.154 gli assegni liquidati con Quota 103 rispetto ai 112.982 con Quota 100 nel 2021 e 4.784 quelli liquidati con Opzione Donna rispetto ai 26.427 del 2022.

Nel complesso, sottolinea la Corte, “l’impianto regolatorio della flessibilità in uscita come si configura a valle del DLB sembra ridare elementi di certezza ad un quadro segnato negli ultimi cinque anni da non poche perturbazioni”.

“È, quindi, essenziale che il DLB non abbia rimesso in discussione alcuni cardini della legge 214/2011, come l’aggancio dei requisiti per il pensionamento alla speranza di vita.”

L’importanza dell’adeguamento dei requisiti anagrafici e contributivi è stato sottolineato anche dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio (UPB) nel corso delle medesime audizioni:

“riveste un ruolo chiave nel contrastare la riduzione del rapporto tra occupati e pensionati, fenomeno destinato a intensificarsi nei prossimi decenni con il pensionamento delle generazioni del baby boom.”

Allo stesso tempo, continua l’UPB, l’aumento dell’età di pensionamento, in presenza di un aumento dell’aspettativa di vita, contribuisce a contrastare la riduzione dell’importo delle pensioni che deriva dall’aggiornamento dei coefficienti di trasformazione. Il che si traduce in assegni di importo più alto.

In un contesto di carriere lavorative discontinue e in assenza di ulteriori meccanismi di controllo della spesa, tale istituto contribuisce alla sostenibilità di medio-lungo periodo e all’adeguatezza prospettica del sistema pensionistico”, conclude l’UPB.

Le novità per le pensioni dal 2026

Se non dovessero arrivare nuove sorprese al DdL Bilancio 2026 nel corso dell’iter parlamentare, dal prossimo anno non si potrà più accedere alla pensione anticipata con Quota 103 e Opzione Donna. Dal 2027 poi si partirà con il graduale aumento dell’età pensionabile.

Per il 2026 resterebbe confermato l’Ape Sociale, l’anticipo pensionistico per particolari categorie di lavoratori e lavoratrici, e il Bonus Maroni, l’incentivo al posticipo del pensionamento.

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