Concordato preventivo: verifica della decadenza dopo la dichiarazione integrativa

Emanuele Muzzi - Dichiarazioni e adempimenti

In quali casi la correzione dei dati effettuata tramite dichiarazione dei redditi integrativa porta alla decadenza del concordato preventivo biennale? A chiarirlo è l'Agenzia delle Entrate

Concordato preventivo: verifica della decadenza dopo la dichiarazione integrativa

Concordato preventivo biennale e dichiarazione dei redditi integrativa: il ricalcolo della proposta sulla base dei dati corretti viene effettuato solo per verificare le ipotesi di decadenza.

A ribadirlo, specificando le regole che determinano lo scioglimento del patto con il Fisco, è l’Agenzia delle Entrate nel corso dell’VIII Forum Nazionale dei Commercialisti organizzato dal quotidiano Italia Oggi il 27 gennaio 2025.

Concordato preventivo e dichiarazione integrativa: quali sono gli effetti?

L’evento è stata la giusta occasione per toranre sulle regole del concordato preventivo biennale.

In particolare, è stato chiarito che poiché la presentazione della dichiarazione dei redditi integrativa può contenere dati molto diversi da quelli usati per il calcolo della proposta, è necessario verificare che il contribuente non perda i benefici previsti dal concordato.

A tal proposito si ricorda che l’invio della dichiarazione integrativa doveva essere fatto entro il 31 ottobre, oppure, solo per i soggetti ISA, entro il 12 dicembre.

L’articolo 22, comma 1 lettera b del decreto legislativo n. 13/2024 stabilisce che si decade dal concordato se, in seguito alla trasmissione di una dichiarazione dei redditi integrativa, si verifica una quantificazione dei redditi o del valore della produzione netta diversa rispetto ai dati in base ai quali il contribuente ha accettato la proposta di concordato.

Ulteriori chiarimenti in tal senso sono stati forniti sempre dall’Agenzia delle Entrate con la circolare n. 18/E, la quale spiega che ai fini della rilevanza per la decadenza del concordato, i dati contenuti nella dichiarazione dei redditi integrativa devono determinare un minor reddito o valore netto della produzione oggetto del concordato per un importo superiore al 30 per cento.

Ciò significa che se le integrazioni alla dichiarazione dei redditi non causano uno scostamento del 30 per cento tra il valore dell’importo iniziale e quello ricalcolato, allora il contribuente può continuare a godere dei benefici previsti dal concordato.

Concordato preventivo e dichiarazione integrativa: la proposta viene ricalcolata?

Con la risposta sopra esaminata l’Agenzia delle Entrate non solo ha chiarito quale sia la causa di decadenza del concordato legata alle discrepanze tra i dati della dichiarazione dei redditi e quelli derivante dalle integrazioni, ma ha anche fornito un’altra spiegazione rilevante.

Infatti, l’AdE ha sottolineato che il ricalcolo della proposta avviene esclusivamente per verificare che il contribuente possa o meno decadere dal concordato.

Ciò significa che in alcun modo i dati provenienti dalle integrazioni possono rideterminare quanto previsto nel patto col Fisco.

All’atto pratico quindi le rettifiche contenute nella dichiarazione dei redditi integrativa non influenzano la proposta formulata dall’AdE né nei casi a favore del contribuente, né in quelli a suo sfavore, in quanto questa è determinata solo dalla dichiarazione trasmessa entro i termini.

Questo sito contribuisce all'audience di Logo Evolution adv Network