Detrazioni fiscali, rischio riduzione e abolizioni con la Legge di Bilancio 2019

Alessio Mauro - Irpef

È il capitolo detrazioni fiscali quello più delicato della Legge di Bilancio 2019: tra riduzioni e abolizioni c'è il rischio di un paradossale aumento della pressione fiscale per i contribuenti.

Detrazioni fiscali, rischio riduzione e abolizioni con la Legge di Bilancio 2019

Destino incerto per le detrazioni fiscali: la Legge di Bilancio 2019 potrebbe abolirle o ridurle e pare che sarà questo il destino definitivo delle numerose agevolazioni fiscali a seguito dell’avvento della flat tax.

Nell’ampio capitolo di riforma della tassazione Irpef una voce rilevante è quella che riguarda le oltre 600 detrazioni esistenti ad oggi, non solo per le famiglie ma anche per le imprese.

La flat tax, secondo il piano originario della Lega assorbito dal Contratto di Governo stilato con il M5S, dovrebbe sostituire le detrazioni fiscali con una deduzione fissa unica pari a 3.000 euro per ciascun componente del nucleo familiare.

Resterebbero in vigore soltanto le detrazioni ritenute più importanti, come quelle per le spese mediche o per l’assistenza ai disabili e la detrazione degli interessi passivi sul mutuo.

Questo, però, quando la riforma Irpef sarà applicata alle famiglie. Al momento si parla di mini-flat tax, che a partire dal 2019 potrebbe interessare soltanto alcuni titolari di partita IVA.

Nonostante ciò cresce l’attesa per conoscere il destino delle detrazioni fiscali Irpef dal 2019 e tra queste non solo alcuni importanti bonus come quello per le ristrutturazioni, mobili ed elettrodomestici o l’Ecobonus, ma anche il bonus Renzi di 80 euro.

La discussione sulla Legge di Bilancio 2019 si farà più viva a partire dal mese di settembre e tra le novità sono particolarmente attesi gli sviluppi non soltanto sulla flat tax ma anche sul reddito di cittadinanza e sulla riforma delle pensioni.

Detrazioni fiscali, rischio riduzioni e abolizioni con la Legge di Bilancio 2019

Una delle ipotesi avanzata negli ultimi mesi è che le detrazioni fiscali potrebbero essere ridotte a partire dal 1° gennaio 2019: c’è chi ipotizza che a diminuire sarà la percentuale di detraibilità per la maggior parte delle spese, che passerebbe dal 19% al 15%.

In tal modo si eviterebbe l’abolizione secca delle agevolazioni Irpef ma verrebbe ridotta la spesa a carico dello Stato e verrebbero “liberati” fondi per il finanziamento di alcune delle misure care a Lega e M5S che potrebbero prender corpo con la Legge di Bilancio 2019.

Per fare alcuni esempi, a diminuire sarebbe la percentuale di detrazione per l’affitto, così come quella per le spese scolastiche.

A pagarne le conseguenze sarebbero le famiglie che, come sottolineato anche da un recente studio del Consiglio Nazionale dei Commercialisti, per effetto di bonus, detrazioni e deduzioni fiscali, già oggi pagano un Irpef pari se non inferiore al 15%.

Già oggi il 75% delle famiglie paga meno del 15% di Irpef

A rendere l’Irpef progressiva non è soltanto il sistema di aliquote e scaglioni ma anche l’insieme di deduzioni fiscali, detrazioni e bonus che contribuiscono a ridurre il prelievo fiscale a carico dei contribuenti italiani.

A sottolinearlo è stato lo Studio pubblicato dal Consiglio Nazionale dei Dottori commercialisti e degli Esperti contabili, elaborando i dati delle dichiarazioni dei redditi 2017 riferiti al 2016.

Anche grazie al bonus Renzi, è pari al 75% il numero di italiani che già oggi versa in imposte meno del 15% del reddito complessivo. Le detrazioni dall’imposta lorda ammontano invece a 67,5 miliardi di euro.

Il 15%, ricordiamo, è l’aliquota della flat tax che il Governo punterebbe ad introdurre già in pillole con la Legge di Bilancio 2019 ma che, a conti fatti, finirebbe per convenire a pochi e di certo non alla maggioranza dei contribuenti italiani che, paradossalmente, potrebbero esser svantaggiati e pagare più tasse in caso di abolizione o riduzione delle detrazioni fiscali.

Bonus per la casa, incognita ristrutturazioni, mobili ed Ecobonus per il 2019

Tra le detrazioni fiscali maggiormente a rischio vi sono il bonus ristrutturazioni, il bonus mobili e l’Ecobonus sugli edifici privati che hanno come scadenza naturale quella del 31 dicembre 2018.

Ad oggi il Governo non si è espresso circa la possibilità di rinnovare le detrazioni anche per il prossimo anno e lo scenario che si prospetta (al netto delle ipotesi sull’abolizione) è quello di un ritorno alle origini, ovvero di riduzione della percentuale detraibile e del tetto di spesa sia per i lavori di ristrutturazione che per quelli volti a migliorare le prestazioni energetiche dell’immobile.

Ricordiamo infatti che, ad esempio, il bonus per le spese di ristrutturazione edilizia è nella misura originaria prevista dal TUIR pari al 36% ed è riconosciuto fino al limite di 48.000 euro. Dal 2012 in poi la detrazione è stata fissata al 50%, con limiti di spesa raddoppiati.

Sull’ennesima proroga del bonus ristrutturazioni anche per il 2019 pesa la necessità di riordino delle tax expenditures e di contenimento della spesa pubblica per coprire le numerose riforme sul fronte fiscale, previdenziale e del lavoro, che il Governo del Cambiamento vorrebbe attuare.

Che fine farà il bonus di 80 euro

Il Governo ha smentito l’abolizione del bonus Renzi per finanziare la flat tax, anche se dalle parole del Ministro Tria sembrava essere questo il piano che il Governo pensava di attuare con la Legge di Bilancio 2019.

Il credito Irpef di 80 euro che, dalla metà del 2014, è erogato direttamente in busta paga a lavoratori dipendenti e pensionati, è una delle agevolazioni fiscali più costose per lo Stato ed è per questo che da tempo si parla di una sua possibile abolizione.

Non soltanto per ragioni di coperture: il bonus Renzi crea complicazioni infinite, afferma Tria, “a partire dai molti contribuenti che l’anno dopo scoprono di aver perso o acquisito il diritto per cambi anche modesti di reddito”.

I 9 miliardi di euro ad oggi utilizzati per l’erogazione del bonus Renzi di 80 euro sarebbero d’altronde molto utili per finanziare la riforma dell’Irpef che, per le famiglie, potrebbe partire dalla riduzione a tre delle attuali cinque aliquote Irpef.

Tuttavia quelle emerse fino ad oggi sono soltanto previsioni; bisognerà attendere l’avvio della discussione sulla Legge di Bilancio 2019 per conoscere ulteriori dettagli. Il Governo dovrà fare i conti non solo con le pressioni dell’Europa ma anche con quelle dei contribuenti italiani.

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