Crediti d’imposta: le compensazioni hanno raggiunto i 30 miliardi di euro nel 2022

Tommaso Gavi - Irpef

Compensazione dei crediti d'imposta in crescita: dal 2019 al 2022 sono passati da 8,4 a 30 miliardi di euro. I dati sono stati resi noti dalla presidente dell'Ufficio parlamentare di bilancio, in audizione presso la Commissione Finanze e Tesoro del Senato

Crediti d'imposta: le compensazioni hanno raggiunto i 30 miliardi di euro nel 2022

Le compensazioni dei vari crediti d’imposta, da quelli relativi ai bonus edilizi a quelli che riguardano le agevolazioni energetiche, hanno raggiunto i 30 miliardi di euro nel 2022.

Il dato è stato fornito lo scorso 2 marzo nel corso dell’“audizione sugli strumenti di incentivazione fiscale con particolare riferimento ai crediti d’imposta” che si è svolta presso la Commissione Finanze e Tesoro del Senato.

Tale cifra, che è destinata ad aumentare nell’anno in corso e nel 2024, si attestava ad 8,4 miliardi di euro nell’anno 2019.

Il maggior incremento dei crediti di imposta e delle compensazioni è legato all’aumento di richieste relative ai bonus edilizi, primo fra tutti il superbonus.

Crediti d’imposta: le compensazioni hanno raggiunto i 30 miliardi di euro nel 2022

Uno dei nodi da sciogliere, in tema di bonus edilizi ma anche di agevolazioni di altro tipo, è l’utilizzo in compensazione dei crediti d’imposta.

Bonus edilizi, incentivi agli investimenti e crediti d’imposta per fare fronte alla crisi energetica stanno portando al limite la capacità di compensazione delle somme da parte degli operatori coinvolti a vario titolo.

Per limitare l’utilizzo dei crediti d’imposta il Governo è stato costretto a bloccare il meccanismo della cessione del credito per il superbonus e per le altre agevolazioni edilizie, intervento reso operativo dal decreto 11 del 2023, il cosiddetto “decreto Blocca cessioni”.

Sebbene il direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini abbia fatto sapere che ci sarebbe ancora capienza fiscale da parte di banche e assicurazioni per l’acquisto delle somme, gli importi portati in compensazione sono cresciuti molto negli anni.

Una fotografia della situazione è stata fornita dalla presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio, UPB, Lilia Cavallari.

La stessa, intervenuta lo scorso 2 marzo in audizione presso la Commissione Finanze e Tesoro del Senato nell’ambito dell’indagine conoscitiva sugli strumenti di incentivazione fiscale, ha riportato i dati del periodo compreso tra il 2019 e il 2022.

Ufficio parlamentare di Bilancio - Sintesi dell’audizione presso la Commissione Finanze e Tesoro del Senato del 2 marzo 2023
Audizione sugli strumenti di incentivazione fiscale con particolare riferimento ai crediti d’imposta.

L’ammontare dei crediti portati in compensazione è aumentato nel corso degli anni, come riportato all’interno della tabella riassuntiva.

Anno d’imposta Crediti compensati
2019 8,4 miliardi di euro
2020 10,7 miliardi di euro
2021 13,5 miliardi di euro
2022 30 miliardi di euro

La crescita più sostenuta è quella relativa ai bonus edilizi, principalmente il superbonus.

Nel documento di sintesi della relazione tenuta presso l’audizione del 2 marzo sono stati forniti i dati relativi agli importi compensati nei primi due mesi del 2023, confrontati con le compensazioni relative allo stesso periodo del trimestre precedente.

I crediti d’imposta relativi al superbonus sono aumentati di 2,8 volte mentre quelli relativi al bonus facciate di 2,4 volte.

Le cifre tuttavia sono molto significative: mentre le compensazioni relative al bonus facciate sono aumentati da 0,3 miliardi di euro a 0,8 miliardi di euro, quelle relative al superbonus sono salite da 1,1 miliardi di euro a 3,2 miliardi di euro.

Le altre agevolazioni edilizie hanno avuto aumenti più limitati. Le compensazioni relative all’ecobonus sono cresciute del 46 per cento mentre quelle relative agli altri bonus edilizi del 63 per cento.

Crediti d’imposta: le compensazioni hanno raggiunto i 30 miliardi di euro nel 2022

Oltre ai dati relativi all’utilizzo in compensazione delle varie tipologie di crediti di imposta nell’audizione sono stati forniti i dati relativi ai soggetti che hanno portato le somme in compensazione.

Per prima cosa occorre notare che si è abbassata la quota di crediti portata in compensazione da banche e dai servizi postali, che è passata dal 79,9 per cento al 59,1 per cento.

La riduzione degli importi della compensazione di tali attori è stata bilanciata dalle imprese, soprattutto quelle di costruzioni e del settore edilizio, che sono passate dall’8,8 per cento a 17,2 per cento.

Sono tuttavia crescite le compensazioni anche delle imprese del settore finanziario e immobiliare, passate dall’8,2 per cento al 9,5 per cento.

Infine, l’aumento più netto è stato registrato dalle imprese di settori non interessati dall’esecuzione dei lavori o non legate al sistema finanziario: la misura in questo caso è passata dal 3 al 14,2 per cento.

Il settore dell’edilizia non è stato l’unico a registrare aumenti nell’utilizzo dei crediti d’imposta.

Anche l’utilizzo degli incentivi per le imprese è aumentato. Tra gli investimenti per le imprese, tra cui rientrano quelli delle agevolazioni Industria 4.0, quelli nel Mezzogiorno o quelli relativi alle spese di Ricerca e Sviluppo, si è registrato un forte aumento nello scorso anno.

Nel 2022 i crediti compensati sono arrivati a 22,5 miliardi di euro, nel triennio compreso tra il 2017 e il 2019 si attestavano a 8 miliardi di euro.

Sul tema, nel corso dell’intervento è stato sottolineato quanto di seguito riportato:

“Un’analisi preliminare dei dati sembra indicare che le agevolazioni dirette al Mezzogiorno abbiano effettivamente contribuito a ridurre il differenziale degli investimenti delle imprese meridionali rispetto al resto del Paese.”

Nell’analisi fornita dall’Ufficio parlamentare di Bilancio viene messo infine in evidenza che i dati relativi al 2024 potrebbero segnare un picco nell’utilizzo dei crediti d’imposta e delle compensazioni.

Si cercano soluzioni soprattutto con riferimento ai cosiddetti crediti incagliati, le somme bloccate nei cassetti fiscali di contribuenti e imprese.

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