Nelle statistiche del MEF diffuse il 27 maggio 2025 spiccano i dati relativi alle partite IVA forfettarie. Al rialzo del limite di ricavi e compensi corrisponde un aumento di adesioni e redditi

Partite IVA, il limite di 85.000 euro per l’accesso al regime forfettario spinge le adesioni ma anche i redditi.
Questo uno dei dati che emerge nelle statistiche diffuse il 27 maggio 2025 dal Dipartimento delle Finanze, che “fotografano” la situazione delle partite IVA aderenti al regime agevolato nell’anno in cui la Legge di Bilancio ha incrementato la soglia di ricavi e compensi, rispetto al limite di 65.000 euro previsto in precedenza.
Oltre la metà delle partite IVA attive nel 2023 operava in regime agevolato, con una crescita sensibile del forfettario. Un’evidenza che riaccende la discussione sulla finalità effettiva del regime della flat tax.
Partite IVA, sono 3,8 milioni in tutto. Forfettari a quota 1,9 milioni
Nel 2023 le persone fisiche titolari di partita IVA che hanno presentato dichiarazione ai fini delle imposte dirette (IRPEF o regimi sostitutivi) sono state circa 3,8 milioni, in aumento dell’1,6 per cento rispetto all’anno precedente. A renderlo noto sono le statistiche sulle dichiarazioni dei redditi presentate nel 2024, pubblicate sul portale del Dipartimento delle Finanze.
All’interno della platea, il 51 per cento ricade nei regimi fiscali agevolati, in particolare nel regime forfettario, scelto da 1,9 milioni di contribuenti.
L’applicazione del regime forfettario segna un +6,5 per cento, ed è inevitabile collegare questo dato anche alla soglia d’accesso, portata da 65.000 a 85.000 euro proprio dal 2023, per effetto delle modifiche introdotte dalla legge n. 197/2022.
Seguono, per incidenza, gli imprenditori individuali (29,3 per cento), i lavoratori autonomi (13,9 per cento) e gli agricoltori (5,8 per cento).
Aumentano anche i redditi delle partite IVA, in testa i forfettari
Nel 2023 si registra un incremento generalizzato dei redditi dichiarati dalle partite IVA, con variazioni più marcate per chi aderisce al regime forfettario.
- +7,8 per cento per il reddito da lavoro autonomo;
- +4,7 per cento per il reddito da impresa;
- +4,3 per cento per il reddito agricolo;
- +11,4 per cento per i soggetti in regime forfettario.
Anche in questo caso, non si può non ipotizzare un legame diretto con l’incremento della soglia di ricavi e compensi previsto a decorrere dal 2023.
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ISA 2023: platea stabile, cresce il reddito medio
Nel confronto con l’intera platea IRPEF, ovvero 42,6 milioni di contribuenti, il reddito prevalente da attività autonoma o d’impresa resta residuale. Solo il 6,5 per cento lo dichiara, contro l’85,1 per cento che percepisce reddito principalmente da lavoro dipendente o pensione.
Sul fronte dei contribuenti ISA, ovvero le partite IVA interessate dagli Indici sintetici di affidabilità fiscale, il dato resta pressoché inalterato. Nel 2023 sono stati 2.741.892, con un incremento minimo rispetto all’anno precedente dello 0,3 per cento.
Tuttavia, i principali indicatori economici mostrano segnali di rafforzamento:
- +2,4 per cento per i ricavi e compensi medi dichiarati,
- +6,6 per cento per il valore aggiunto medio,
- +10,1 per cento per il reddito medio da impresa o lavoro autonomo.
Anche la quota di soggetti che ha ottenuto un punteggio pari o superiore a 8 nella pagella fiscale, requisito per accedere al regime premiale, risulta in leggera crescita, pur restando inferiore al 50 per cento del totale.
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Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Partite IVA, con il forfettario a 85.000 euro salgono adesioni e redditi