Contratti a termine più brevi: novità Legge di Bilancio 2018

Anna Maria D’Andrea - Leggi e prassi

Contratti a termine più brevi, con limite che passa da 36 a 24 mesi: è questa una delle novità prevista da un emendamento alla Legge di Bilancio 2018.

Contratti a termine più brevi: novità Legge di Bilancio 2018

Contratti a termine più brevi, con limite di durata che passerebbe da 36 a 24 mesi: è questa l’ultima ipotesi che il Governo intende introdurre in Legge di Bilancio 2018.

Si tratta di una novità emersa nelle ultime ore e che potrebbe essere introdotta con gli emendamenti alla Manovra 2018, all’esame della Camera per l’approvazione definitiva.

Una stretta ai rapporti di lavoro a tempo determinato che si inserisce tra le misure a sostegno del lavoro stabile previste dalla Legge di Bilancio 2018, con non poche criticità: il rischio è che tale novità finisca col disincentivare le nuove assunzioni.

Inizierà oggi l’esame della Commissione Bilancio della Camera ai quasi 1.000 emendamenti segnalati; le modifiche al testo uscito dal Senato potrebbero riguardare anche l’Ape social, con lo sconto sui contributi previste per le donne e per gli addetti a lavori gravosi.

Contratti a termine più brevi: novità in Legge di Bilancio 2018

Una stretta per i datori di lavoro che stipulano contratti a tempo determinato: la Legge di Bilancio 2018 potrebbe introdurre nuovi limiti di durata ai rapporti di lavoro a termine.

È questa l’ultima novità che la Maggioranza PD intende inserire in Legge di Bilancio 2018: un emendamento che, secondo i proponenti, dovrebbe avere l’effetto di incentivare le imprese ad assumere con contratto a tempo indeterminato i propri dipendenti, anche a fronte delle nuove agevolazioni previste.

Ad oggi i contratti a termine possono essere stipulati per un massimo di 36 mesi, con un limite di cinque rinnovi e nel rispetto della durata prevista dalla legge.

La proposta di ridurre il limite di durata a 24 mesi dovrà superare il vaglio della Commissione Bilancio della Camera. Per il Ministro del Lavoro Poletti è necessario approfondire su quali saranno i reali impatti delle modifiche.

Nuovi limiti ai contratti a tempo determinato per incentivare assunzioni stabili

La ratio dell’emendamento voluto in primis dalla giovane Deputata Chiara Gribaudo del PD e che potrebbe esser inserito in Legge di Bilancio 2018 è incentivare le assunzioni a tempo indeterminato.

Secondo i proponenti, ridurre a 24 mesi il limite di durata dei contratti a tempo determinato potrebbe essere per le imprese e i datori di lavoro uno stimolo alle assunzioni stabili.

La novità che potrebbe esser introdotta con la Legge di Bilancio 2018 da un lato andrebbe a completare il quadro delle misure per aumentare l’occupazione stabile e dall’altro fornirebbe una risposta alle criticità segnalate da Inps, Inail, Anpal e Ministero del Lavoro nel primo rapporto annuale sul mercato del lavoro pubblicato l’11 dicembre 2017.

Dal 2014 sono progressivamente aumentati i contratti di lavoro a termine, con una nuova intensificazione nel 2017 quando nel secondo trimestre dell’anno è stato toccato il massimo storico di 2,7 milioni di unità di dipendenti assunti a tempo determinato, anche se è bene sottolineare come nella maggior parte dei casi si tratta di contratti di durata non superiore ai 3 mesi.

Sono numerose le critiche alla proposta del PD: ridurre la durata massima dei contratti a termine a 24 mesi potrebbe essere una novità irrilevante al fine di incentivare le assunzioni stabili e, al contrario, potrebbe addirittura essere un disincentivo alle nuove assunzioni per le imprese

Confindustria contraria a contratti a termine di 24 mesi

La novità che potrebbe esser introdotta con la Legge di Bilancio 2017 non piace a Confindustria.

Secondo il Presidente Vincenzo Boccia si tratterebbe di una perdita di tempo che riuscirebbe ad intervenire ben poco nell’incentivare le assunzioni. Per dare nuovo impulso al mercato del lavoro servirebbe intervenire sul cuneo fiscale delle imprese e pensare ad “un grande piano choc per l’inclusione dei giovani”.

Le criticità della nuova normativa verrebbero poi a ripercuotersi sui lavoratori che, con l’entrata in vigore della Legge di Bilancio 2018, si troverebbero vicini al limite dei 24 mesi: nella “fase transitoria” si rischierebbe di far lievitare il numero di nuovi disoccupati.

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