Cessione del credito superbonus 2024: nessuna modifica alle regole nel DDL di Bilancio

Tommaso Gavi - Irpef

Il Governo ha approvato il testo del disegno di Legge di Bilancio 2024. Nessuna modifica alle regole sulla cessione e sullo sconto in fattura del superbonus. Chi potrà cedere i crediti dal 1° gennaio prossimo?

Cessione del credito superbonus 2024: nessuna modifica alle regole nel DDL di Bilancio

La nuova Legge di Bilancio 2024 sta iniziando a prendere forma. Gli interventi che saranno il punto di partenza della prossima Manovra sono stati approvati nel Consiglio dei Ministri, che si è svolto nella mattinata del 16 ottobre scorso.

Tra le misure, non è previsto alcun intervento sulla cessione del credito e sullo sconto in fattura per il superbonus. A partire dal prossimo 1° gennaio 2024 continueranno ad applicarsi le regole già in vigore.

Le opzioni previste dall’articolo 121 del decreto Rilancio restano per i crediti già maturati in precedenza e per le altre eccezioni al divieto generalizzato introdotto dal decreto Blocca Cessioni.

Cessione del credito superbonus: cosa cambia nel 2024? Nessuna novità nel DDL di Bilancio

Il disegno di Legge di Bilancio 2024 non contiene novità sulle proroghe e sulle aliquote del superbonus.

Cosa cambierà a partire dal prossimo anno per la cessione del credito e per lo sconto in fattura?

Il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, nel corso della conferenza stampa che si è svolta a margine del Consiglio dei Ministri del 16 ottobre scorso ha reso noto che non sono state inserite modifiche alla normativa delle opzioni di fruizione indiretta previste dall’articolo 121. Restano quindi le stesse regole già in vigore.

Il Ministro Giorgetti, in risposta alle domande della parte finale della conferenza stampa, aveva messo in evidenza quanto di seguito riportato:

“lo sconto in fattura noi lo abbiamo già abolito da febbraio, ciononostante la dinamica dinamica del superbonus continua imperterrita al ritmo di 3 miliardi di maggiore spesa all’anno.”

Una generale restrizione all’utilizzo delle opzioni previste dall’articolo 121 del decreto Rilancio era già stata stabilita dal decreto Blocca Cessioni, DL 16/2023, a partire dal 17 febbraio scorso.

Da tale data era stato impedito l’utilizzo della cessione del credito e dello sconto in fattura per il superbonus e per le altre agevolazioni edilizie per gli interventi con CILA non ancora aperta.

Nel corso dell’iter di conversione parlamentare del decreto si sono poi susseguite modifiche che hanno previsto eccezioni al generale divieto, in particolare per:

  • enti del Terzo settore, ONLUS e cooperative;
  • edilizia popolare, IACP;
  • sismabonus cratere;
  • edilizia libera, con bonifici precedenti al 17 febbraio scorso o con autodichiarazione di entrambe le parti;
  • bonus barriere, gli interventi di rimozione ed eliminazione di barriere architettoniche, per i quali è prevista la detrazione al 75 per cento delle spese sostenute.

Proseguendo, il Ministro ha poi sottolineano quanto segue:

“Noi non abbiamo fatto nessun intervento in Legge di Bilancio su questo. I lavori devono essere evidentemente completati entro la fine dell’anno se si vuole beneficiare dello sconto in fattura, sennò parte un meccanismo che è quello delle detrazioni, senza la possibilità dello sconto in fattura o della cessione. Fatto salvo ovviamente quelli maturati in precedenza.”

Per il prossimo anno resterà la possibilità di fruizione indiretta attraverso le possibilità previste dall’articolo 121 del decreto Rilancio per i soggetti che hanno già avviato i lavori.

A confermarlo è anche la sottosegretaria al Ministero dell’Economia e delle Finanze, Lucia Albano, nel corso dell’interrogazione a risposta immediata che si è svolta il 24 ottobre presso la Commissione Finanze della Camera dei deputati.

La sottosegretaria ha riepilogato i casi in cui è prevista la possibilità di continuare a esercitare le opzioni di fruizione indiretta dell’agevolazione, come stabilito dall’articolo 2 del decreto Blocca Cessioni.

Cessione del credito superbonus: per chi continua la cessione del credito nel 2024

Come ribadito dalla sottosegretaria Albano, potranno continuare a beneficiare del superbonus i contribuenti per i quali alla data del 16 febbraio è stata:

  • presentata la comunicazione di inizio lavori asseverata, CILA, per gli interventi in edifici diversi dai condomini;
  • adottata la delibera assembleare che ha approvato l’esecuzione dei lavori e presentata la CILA, per i lavori effettuati dai condomini;
  • presentata la richiesta per l’acquisizione del titolo abilitativo per gli interventi
    di demolizione e ricostruzione degli edifici.

Possono continuare ad utilizzare la cessione del credito anche i contribuenti che effettuano interventi in immobili danneggiati dai terremoti e dalle alluvioni a partire dal 15 settembre 2022 nelle Marche, che rientrano nelle seguenti categorie:

  • IACP;
  • cooperative a proprietà indivisa;
  • organizzazioni non lucrative di utilità sociale;
  • organizzazioni di volontariato;
  • associazioni di promozione sociale.

Il futuro della cessione del credito e dello sconto in fattura

Con il blocco della cessione del credito e dello sconto in fattura, il superbonus torna a essere un’agevolazione alla stregua dell’ecobonus e del bonus ristrutturazione.

L’Esecutivo, dal suo insediamento, ha progressivamente ridimensionato il superbonus anche nell’ottica del contenimento degli effetti sui conti pubblici.

Il decreto Aiuti quater aveva ridimensionato l’aliquota dal 110 per cento al 90 per cento per l’anno 2023, introducendo requisiti più stringenti per l’utilizzo dell’agevolazione nel caso di villette o unifamiliari.

Successivamente, con il decreto Blocca Cessioni del 16 febbraio scorso, è stato inserito il blocco generalizzato all’utilizzo della cessione del credito e dello sconto in fattura.

Un blocco a cui si è aggiunto anche il divieto all’acquisto dei crediti da parte delle Regioni, che poi ha avuto sviluppi con le leggi regionali per permettere che ad acquistare i crediti siano le società partecipate dagli enti stessi.

L’ulteriore intervento ha come obiettivo quello di limitare ancora di più l’accesso all’agevolazione per controllare gli effetti sulle casse dello Stato.

All’ultimo rilevamento dei dati allo scorso 30 settembre, effettuato dall’ENEA, l’agevolazione aveva raggiunto gli 88 miliardi di euro.

Un’altra stretta al superbonus, inserita nel disegno di Legge di Bilancio 2024, è quella relativa alla tassazione delle plusvalenze nel caso di vendite entro cinque anni dalla fine dei lavori.

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