Anche l'impianto elettrico è ammesso al bonus fiscale del 50 e del 36 per cento. Tutte le regole da conoscere

Hai comprato una casa con impianto elettrico non a norma, oppure vuoi sostituire quello esistente nella tua abitazione? Anche per queste spese è possibile accedere al bonus fiscale del 50 per cento.
Si tratta del bonus ristrutturazione, l’agevolazione che nel 2025 e nel 2026 permette ai contribuenti di detrarre dall’IRPEF una parte della spesa sostenuta. Lo sconto fiscale si traduce in un rimborso, ripartito in 10 rate annuali, erogato dopo la presentazione della dichiarazione dei redditi.
Gli impianti elettrici rientrano quindi tra le spese incluse nel bonus casa, secondo il doppio binario per l’abitazione principale e gli immobili diversi introdotto dalla Legge di Bilancio 2025. Attenzione però al rispetto dei requisiti tecnici.
Bonus impianto elettrico: quando spetta lo sconto fino al 50 per cento
Dai condizionatori, alla tinteggiatura, fino agli impianti elettrici, il bonus ristrutturazione guarda ai lavori di riqualificazione delle abitazioni e dei condomini a 360 gradi.
Nell’agevolazione introdotta per la prima volta nel 1998 e prevista ormai a regime vi rientra un’ampia categoria di costi. Si tratta di uno dei benefici fiscali di maggior rilievo per chi ha in programma lavori di ristrutturazione.
La possibilità di accedere al bonus fiscale del 50 per cento per sostituire e rifare gli impianti è particolarmente importante in un contesto edilizio, come quello italiano, in cui il patrimonio immobiliare è particolarmente datato e risale in molti casi al boom edilizio degli anni dal 1950 al 1960.
Lo è ancor di più se si considera che dal 2008 è ammessa la compravendita di immobili privi di dichiarazione di conformità degli impianti, con un lasciapassare che di fatto consente di comprare, e vivere, in case con impianti non certificati.
Mettere a norma gli impianti elettrici è tuttavia fondamentale per questioni di sicurezza, ed è proprio a questa finalità che risponde il bonus fiscale del 50 per cento.
Come indicato dall’Agenzia delle Entrate, nell’agevolazione per le ristrutturazioni edilizie vi rientrano infatti le spese sostenute per la sostituzione dell’impianto o per l’integrazione finalizzata alla messa a norma.
Bonus solo sugli impianti elettrici certificati
Ai fini della detrazione, è fondamentale il rispetto delle regole previste dalla legge 186/68 e dal Decreto Ministeriale n. 37/08, che disciplinano la sicurezza degli impianti tecnici all’interno degli edifici.
L’impianto realizzato deve quindi essere certificato, secondo la norma CEI 64-8, riferimento internazionale contenente prescrizioni per la progettazione e la realizzazione di un impianto elettrico di bassa tensione.
L’impresa che realizza i lavori dovrà quindi rilasciare una Dichiarazione di Conformità (DiCo) o, in alternativa, la Dichiarazione di Rispondenza (DiRi), utile per l’appunto per attestare che l’impianto realizzato rientra tra i parametri obbligatori per essere considerato a norma e sicuro.
Bonus con doppio binario del 50 o 36 per cento
Tornando alle regole fiscali dell’agevolazione, lo sconto fruibile sarà pari al 50 per cento per i lavori sulla prima casa, ridotto al 36 per cento per gli immobili diversi. In ambedue i casi non cambia il massimale di spesa, pari a 96.000 euro annui su ciascuna unità immobiliare.
Dal punto di vista pratico, per ottenere la detrazione è fondamentale che i pagamenti avvengano mediante l’apposito bonifico parlante per ristrutturazioni, indicando nella causale i dati della ditta che ha eseguito i lavori.
Lo sconto sarà fruibile nel modello 730 o nel modello Redditi relativo all’anno di sostenimento delle spese e nei nove successivi: il bonus si recupera in un totale di 10 rate di pari importo, ed è erogato dall’Agenzia delle Entrate come rimborso IRPEF.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Impianto elettrico, via libera al bonus fino al 50 per cento