Con la riforma della riscossione ha preso il via una novità anche in materia di rimborsi del 730. In caso di debiti con il Fisco parte il blocco dei pagamenti. Da quando? Serve un decreto attuativo che a oggi non c'è

Blocco dei rimborsi del 730 in caso di debiti con il Fisco: è in vigore la norma che prevede la compensazione “forzosa” di crediti e cartelle esattoriali.
Il decreto legislativo n. 110/2024 relativo alla riforma della riscossione ha previsto di fatto un sistema di recupero forzoso dei debiti accumulati da parte dei contribuenti.
In caso di rimborsi superiori a 500 euro, prima di procedere con il pagamento l’Agenzia delle Entrate è chiamata a verificare la situazione del contribuente beneficiario e, in presenza di cartelle non pagate, prende il via una procedura di segnalazione.
L’obiettivo è velocizzare le procedure di recupero dei debiti, ma la novità non si applicherà per quel che riguarda i rimborsi emersi dal modello 730/2025.
Serve ancora un decreto attuativo del MEF che, a oggi, non risulta emanato.
Blocco dei rimborsi 730 per chi ha debiti con il Fisco? Facciamo chiarezza
Il decreto legislativo di riforma della riscossione ha modificato le disposizioni normative previste dal DPR n. 602/1973, rendendo più incisiva la procedura di pagamento mediante compensazione volontaria dei crediti d’imposta.
Da una compensazione volontaria si è passati a una compensazione “forzosa”.
Nello specifico, la norma in vigore dall’8 agosto dello scorso anno prevede che, in caso di pagamento di rimborsi di importo superiore a 500 euro, l’Agenzia delle Entrate è chiamata in primo luogo a verificare se il beneficiario risulta inadempiente rispetto all’obbligo di versamento di una o più cartelle.
In caso affermativo, parte una procedura di comunicazione con l’Agenzia delle Entrate Riscossione, che a sua volta invia al contribuente interessato una proposta di compensazione tra il credito d’imposta e il debito maturato.
Il contribuente destinatario della proposta dovrà scegliere se aderirvi o meno entro 60 giorni. In caso di accettazione, l’AdER utilizza le somme relative ai rimborsi per il pagamento dei debiti a carico del contribuente.
Cosa succede invece in caso di rifiuto? È su questo aspetto che è intervenuto il decreto legislativo n. 110/2024, prevedendo di fatto il blocco dei pagamenti in favore dei contribuenti.
Le somme relative ai rimborsi del 730, così come più in generale dei crediti fiscali maturati dal contribuente, restano a disposizione dell’AdER fino al 31 dicembre dell’anno successivo. Una sospensione dei pagamenti che servirà per l’avvio dell’azione esecutiva, e quindi in sostanza per il recupero dei debiti maturati dal contribuente.
Una novità sulla quale però manca ancora un passaggio per l’effettivo avvio.
Blocco dei rimborsi 730, serve un decreto del MEF
Le nuove regole hanno un impatto importante in tutte le procedure di rimborso, ma in ogni caso non si tratta di novità applicabili da subito.
Serve infatti un decreto del MEF per stabilire modalità di attuazione, limiti e condizioni per l’applicazione del blocco dei pagamenti da parte del Fisco.
In sostanza, ed è bene ribadirlo, nulla cambia in relazione al modello 730/2025. Nonostante la norma sia in vigore dal mese di agosto dello scorso anno, l’emanazione del decreto del Ministero dell’Economia assume rilevanza centrale.
Nel frattempo restano applicabili le regole già previste dal 2006: è sì prevista una procedura di comunicazione sulle risultanze dei rimborsi, rapportate ai debiti tributari, ma in caso di rifiuto della proposta di compensazione da parte del contribuente, la sospensione dei pagamenti viene meno e l’Agenzia delle Entrate potrà procedere con il pagamento delle somme spettanti.
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