Approvato il decreto riscossione, dalla rateizzazione lunga allo stralcio dei debiti: le novità

Rosy D’Elia - Fisco

Ancora novità in arrivo dalla riforma fiscale: approvato nel Consiglio dei Ministri di ieri, 11 marzo, il decreto sulla riscossione. Dalla rateizzazione delle cartelle più lunga allo stralcio automatico dei debiti dopo 5 anni, passando per nuove strategie per la riduzione del magazzino AdER: una panoramica sulle modifiche in arrivo

Approvato il decreto riscossione, dalla rateizzazione lunga allo stralcio dei debiti: le novità

Si continua sulla strada delle novità della riforma fiscale. È arrivato ieri, 11 marzo, sul tavolo del Consiglio dei Ministri il decreto che interverrà sulla riscossione: dalla rateizzazione delle cartelle in tempi più lunghe allo stralcio dei debiti affidati all’Agenzia delle Entrate Riscossione dopo 5 anni, cambieranno le procedure.

Sono queste le prime anticipazioni che arrivano dal Governo e dalle bozze in circolazione.

Anche questo provvedimento dovrà, ora, passare al vaglio delle Commissioni Parlamentari per poi essere eventualmente modificato e approvato in via definitiva.

Decreto riscossione approvato dal Consiglio dei Ministri: le principali novità

“Abbiamo fatto sette decreti attuativi, l’ottavo è alle battute finali, quello sui giochi, e lo porteremo al prossimo Consiglio dei ministri e vorrei portare anche altri due provvedimenti, tra cui quello sulla riscossione”, aveva anticipato il viceministro all’Economia e alle Finanze Maurizio Leo durante l’evento “La riforma fiscale alla prova dei fatti”, organizzato dalla Confederazione Nazionale dell’Artigianato per il 6 marzo scorso.

E alla prima occasione utile il decreto riscossione ha ottenuto il suo via libera. L’altro, che contiene una rivisitazione della regolamentazione doganale, per ora resta in stand by.

Come si legge nel comunicato stampa diffuso dal Governo nella serata dell’11 marzo, le principali novità in arrivo sono le seguenti:

  • per l’Agenzia delle Entrate Riscossione si va verso una pianificazione annuale delle attività;
  • con l’obiettivo di salvaguardare i crediti tributari affidati dai vari Enti si procederà con le seguenti regole:
    • tempestivo tentativo di notifica della cartella di pagamento, non oltre il nono mese successivo a quello di affidamento del carico “oppure nel più ampio termine che consegue dalle norme di legge che disciplinano gli effetti di eventi eccezionali”, si legge nella bozza;
    • stesse tempistiche si applicano agli atti interruttivi della prescrizione e la conseguente tempestiva gestione delle attività di recupero;
  • per la rateizzazione delle cartelle si arriva fino a un piano di 120 rate e in caso di “comprovato peggioramento della situazione economica del debitore”, il periodo potrà essere prorogato di una sola volta per un periodo di pari durata: attualmente il pagamento dei debiti in via ordinaria si può spalmare in 72 rate;
  • dal 2025, si mette in campo uno stralcio delle cartelle dopo 5 anni: non si tratta di un annullamento dei debiti, ma di un “discarico automatico” dei ruoli affidati ad AdER che ritornano nelle mani dell’Ente creditore;
  • si prevede la possibilità di compensazione tra rimborsi e somme iscritte a ruolo per importi superiori a 500 euro, interessi compresi;
  • viene istituita un’apposita Commissione per adottare strategie capaci di ridurre il magazzino dei ruoli affidati all’AdER negli ultimi 24 anni;
  • per le cosiddette “risorse proprie tradizionali” dell’Unione Europea e per le somme dovute a titolo di recupero di aiuti di Stato, si introduce una disciplina specifica che non prevede il discarico automatico e la reiscrizione a ruolo.

In altre parole, cambiano alcune procedure: il testo è anche basato sull’esigenza di “non alimentare la crescita dei carichi che non sfocia in niente”. Che, in realtà, è in continuo aumento, nonostante la rottamazione quater: “dobbiamo trovare una soluzione”, aveva sottolineato il Viceministro la scorsa settimana.

Decreto riscossione: dalla rateizzazione più lunga allo stralcio automatico delle cartelle, le novità della riforma

Per conoscere nel dettaglio l’impianto della nuova riscossione sarà necessario attendere il testo del decreto: le novità emergono dalle anticipazioni del Governo e dalle bozze in circolazione.

Come per gli altri provvedimenti, le modifiche in arrivo in ogni caso sono da inquadrare nella cornice della legge numero 111 del 2023.

Da un uso sempre più incisivo della tecnologia al potenziamento dell’attività di riscossione coattiva, passando per la stabilizzazione dei piani di rateazione, fino a un massimo di 120 rate, e per una semplificazione delle procedure dei rimborsi, è l’articolo 18 della legge delega per la riforma fiscale a definire il futuro della riscossione.

Ed è proprio nel perimetro già definito che si inquadrano le modifiche in arrivo.

Decreto riscossione approvato:tra novità e prospettive della riforma fiscale

“Stiamo procedendo in tempi e con meccanismi rapidissimi”, dice il padre della riforma fiscale, Maurizio Leo.

Con il decreto riscossione appena approvato, i testi di attuazione della riforma fiscale che hanno ricevuto almeno un primo via libera in esame preliminare dal Consiglio dei Ministri arrivano a 10.

Più a rilento, però, proseguono i lavori con cui Ministeri ed Enti competenti sono chiamati in causa a definire alcuni aspetti operativi delle novità messe in campo.

Decreto legislativo di attuazione della riforma fiscaleProvvedimentoN. decreti attuativiN. Decreti attuativi approvati
Fiscalità internazionale: nuovo regime delle agevolazioni previste per le lavoratrici e i lavoratori impatriati e global minimum tax D. lgs. numero 209 del 2023 8 0
Imposte sui redditi: nuova IRPEF a tre aliquote, eliminazione dell’ACE e maxideduzione per i neo assunti D. lgs. numero 216 del 2023 1 0
Statuto dei diritti del contribuente: revisione dei principi alla base del dialogo tra i cittadini e le cittadine e l’Amministrazione finanziaria D lgs. numero 219 del 2023 3 0
Contenzioso tributario: informatizzazione della giustizia tributaria e accelerazione della fase cautelare D. lgs. numero 220 del 2023 1 0
Adempimento collaborativo: riduzione graduale della soglia di accesso fino ad arrivare a un volume di ricavi o di affari minimo di 100 milioni nel 2028 D lgs. numero 221 del 2023 6 0
Adempimenti tributari: semplificazioni e revisione del calendario fiscale D. lgs. numero 1 del 2024 14 3
Accertamento tributario e concordato preventivo biennale: revisione delle procedure accertative, nuovo strumento per le partite IVA che permette di stabilire in anticipo le imposte dovute D. lgs. numero 13 del 2024 10 1
Settore dei giochi, in particolar modo online: nuove regole e obblighi per i concessionari e tutele per i giocatori Da approvare in via definitiva - -
Revisione del sistema sanzionatorio tributario da approvare in via definitiva - -
Disposizioni in materia di riordino del sistema nazionale della riscossione Approvato, iter da avviare- - -

Su 43 provvedimenti attuativi previsti dai decreti legislativi della riforma fiscale, che sono arrivati in Gazzetta Ufficiale tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024, soltanto quattro sono stati già firmati. In primis riguardano la dichiarazione dei redditi, nella sua versione rinnovata, che sarà utile anche per l’elaborazione delle proposte di concordato preventivo biennale, il patto tra partite IVA e Fisco per bloccare l’importo delle imposte da pagare.

Ed è proprio da questo nuovo patto con il Fisco che, secondo Maurizio Leo, potrebbe derivare una riduzione fiscale per il ceto medio dal 2025.

Come ha sottolineato già nei mesi scorsi, il successo del concordato preventivo biennale potrebbe essere il presupposto per ridurre ancora le aliquote IRPEF, passando da tre a due e avanzando nel percorso di appiattimento della tassazione.

Nel frattempo, però, anche per restare fermi, tenendo le tre aliquote che per ora sono previste solo per quest’anno, servirà una conferma: i risultati sul concordato sono difficili da stimare e il 2025 resta tutto da scrivere.

In copertina Maurizio Leo, viceministro all’Economia e alle Finanze, conferenza stampa post Consiglio dei Ministri del 3 novembre 2023

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