TFS statali: la nuova proposta di legge anticipa a 3 mesi il pagamento della prima rata

Francesco Rodorigo - Pubblica Amministrazione

Si sblocca alla Camera la proposta legge che prevede la riduzione dei termini per l'erogazione del trattamento di fine servizio (TFS) per i dipendenti pubblici. Per la liquidazione della prima rata si passerebbe dagli attuali 12 mesi a soli tre mesi. Si prevede anche la rivalutazione delle fasce di importo per l'erogazione a rate

TFS statali: la nuova proposta di legge anticipa a 3 mesi il pagamento della prima rata

Comincia l’iter alla Camera della nuova proposta di legge presentata lo scorso giugno che prevede importanti modifiche alla disciplina del trattamento di fine servizio (TFS) per i dipendenti pubblici.

Si prevede in primo luogo una riduzione dei tempi di attesa per l’erogazione della prima rata, che dovrebbero scendere da 12 a 3 mesi a partire dalla cessazione del rapporto per raggiungimento dei limiti di età o di servizio.

In secondo luogo, la proposta di legge prevede una rivalutazione delle fasce di importo per l’erogazione a rate del TFS.

TFS statali: la nuova proposta di legge anticipa a 3 mesi il pagamento della prima rata

Possibili novità in arrivo per i dipendenti pubblici. Dopo diversi mesi di attesa si sblocca l’iter alla Camera per la proposta di legge che prevede diverse modifiche alla disciplina relativa alla liquidazione del trattamento di fine servizio (TFS).

La PdL (A.C. 1254) è stata presentata lo scorso giugno subito dopo la sentenza della Corte Costituzionale (n. 130/2023) che ha ritenuto incostituzionale la disparità di trattamento fra TFR e TFS nella liquidazione dei pagamenti.

Il trattamento di fine servizio, infatti, è un’indennità, equiparabile al trattamento di fine rapporto, corrisposta ai dipendenti pubblici assunti a tempo indeterminato prima del 1° gennaio 2001.

Questo viene erogata secondo tempistiche che variano in base alle diverse cause di cessazione dal servizio a differenza di quanto accade per i lavoratori del settore privato, dove il TFR viene erogato generalmente entro 45 giorni dalla fine del rapporto di lavoro.

In particolare, la disparità è particolarmente evidente nei casi di cessazione dal servizio per:

  • raggiungimento dei limiti di età o di servizio previsti dagli ordinamenti di appartenenza;
  • per collocamento a riposo d’ufficio a causa del raggiungimento dell’anzianità massima di servizio prevista.

In questi casi, infatti, il TFS viene erogato non prima di 12 mesi a partire dalla cessazione.

TFS statali: aumentano le soglie di importo per il pagamento a rate

La proposta di legge in esame interviene su due aspetti. Il primo è quello della disparità di trattamento in relazione alle tempistiche di pagamento, mentre il secondo riguarda la rivalutazione delle fasce di importo per l’erogazione rateale del TFS.

Il testo presentato, composta da un unico articolo, prevede al comma 1 la riduzione degli attuali 12 mesi per il differimento della liquidazione del TFS nei casi indicati in precedenza a 3 mesi.

I dipendenti pubblici, dunque, nel caso di diritto per raggiungimento dei limiti di età o di servizio riceverebbero il TFS ben 9 mesi di anticipo rispetto a oggi.

Resterebbe fermo, nel caso di cessazioni dal servizio anticipate rispetto ai limiti di età o di servizio, il termine di 24 mesi attualmente in vigore, un termine ritenuto legittimo dalla Corte costituzionale (sentenza n. 159/2019).

Il comma 2 dell’articolo 1 della proposta di legge, poi, lascia invariato il pagamento a rate del TFS ma interviene sulle fasce di importo per l’erogazione.

In particolare, prevede che l’indennità di buonuscita, l’indennità premio di servizio, il trattamento di fine rapporto e di ogni altra indennità equipollente corrisposta una tantum che spetta a seguito di cessazione a vario titolo dall’impiego debba essere riconosciuta:

  • in un unico importo annuale se il totale è pari o inferiore a 63.600 euro (la soglia attuale è fissata 50.000 euro);
  • in due rate annuali se il totale è compreso tra 63.600 e 127.200 euro (la soglia attuale è fissata 100.000 euro);
  • in tre rate annuali se il totale è superiore a 127.200 (la soglia attuale è fissata 100.000 euro).

In sostanza, le soglie attuali, pari a 50.000 e 100.000 euro, verrebbero innalzate rispettivamente a 63.600 euro e a 127.200 euro.

Ad ogni modo l’iter è appena cominciato e perché le proposte diventino realtà la PdL dovrà essere approvata dal Parlamento.

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