Smart working nella PA, novità per i dipendenti pubblici: nasce l’Osservatorio Nazionale

Stefano Paterna - Pubblica Amministrazione

Smart working nella PA, novità in arrivo per i dipendenti pubblici. Nasce con un decreto del ministro Fabiana dadone l'organismo incaricato di valutare l'efficacia e l'efficienza delle pubbliche amministrazioni. Lotta ai fannulloni e rinnovo dei contratti sono al centro del confronto con privati e sindacati.

Smart working nella PA, novità per i dipendenti pubblici: nasce l'Osservatorio Nazionale

Smart working nella PA, nasce un Osservatorio dedicato per i dipendenti pubblici. La novità è prevista da un decreto specifico, a fronte dell’estensione del lavoro agile trainato dalla pandemia da Coronavirus.

Per governare al meglio lo smart working dei dipendenti pubblici, è nato lo scorso 6 novembre l’Osservatorio nazionale del lavoro agile.

“La rivoluzione dello smart working nelle PA non può essere calata dall’alto” - ha infatti dichiarato il ministro della Pubblica amministrazione Fabiana Dadone dopo aver firmato il decreto per la sua istituzione - “va invece accompagnata, sostenuta e monitorata con attenzione. Il cambiamento ha bisogno di essere governato”.

L’organismo sarà formato da 27 rappresentanti scelti dal governo, dalla Conferenza unificata delle Regioni e degli enti locali e amministrazioni quali l’Inps, il Cnel, l’Inail, l’lstituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche, l’Istat, la Scuola nazionale dell’amministrazione, e l’Enea. Ci sarà poi una Commissione tecnica di supporta formata da 14 esperti formatisi nel settore pubblico e privato o espressione delle università.

Ma vediamone nel dettaglio le funzioni.

Smart working nella PA, novità per i dipendenti pubblici: gli obiettivi dell’Osservatorio Nazionale

Nell’ottica del decreto istitutivo il nuovo Osservatorio dovrebbe funzionare da piattaforma per il confronto tra i principali portatori di interessi e di conoscenze sull’efficacia e l’efficienza della pubblica amministrazione che lavora in modalità “agile”, valutandone le ricadute anche in termini di nuove tecnologie, impiego delle risorse energetiche e sviluppo sostenibile.

Inoltre, l’Osservatorio per lo smart working dei dipendenti pubblici svolgerà un’azione di monitoraggio delle prestazioni dal punto di vista organizzativo e individuale, in particolare controllando che i Pola, i Piani organizzativi del lavoro agile previsti all’articolo 263 del decreto-legge n. 34 del 2020 raggiungano gli obiettivi prefissati.

Un altro importante compito dell’Osservatorio sarà poi quello di promuovere iniziative di sensibilizzazione e di comunicazione in materia di smart working: un rilevante strumento a questo fine sarà la Conferenza nazionale sul lavoro agile nelle amministrazioni pubbliche, da tenersi ogni due anni.

Non solo smart working. Discussione aperta su rinnovo dei contratti pubblici e la lotta ai “furbetti del divano”

L’Osservatorio, quindi, dovrebbe essere un elemento importante nella strategia del governo e in particolare della Dadone per l’estensione del lavoro agile nel comparto pubblico, non solo come strategia utile al contenimento del COVID-19, ma anche come elemento di trasformazione della pubblica amministrazione.

Si tratta però di una strategia che incontra una duplice opposizione da una parte di chi come un pezzo di mondo del privato (partite Iva, piccole imprese, artigiani) accusa il lavoro agile di essere un’altra scusa per i fannulloni, i cosiddetti “furbetti del divano” citati recentemente dalla Dadone.

Dall’altra il recente decreto proprio del ministro della pubblica amministrazione ha indotto i sindacati a proclamare uno stato d’agitazione del settore pubblico che potrebbe anche sfociare in uno sciopero. In questo caso il motivo scatenante è la sensazione da parte delle organizzazioni sindacali di veder chiudere gli spazi di contrattazione in ambito di lavoro agile che sono stati normati direttamente per decreto, impedendo di fatto loro la possibilità di migliorarne il testo.

Peraltro, l’irritazione sindacale cresce anche perché la situazione di impasse sul fronte dei rinnovi contrattuali non accenna a smuoversi. Si tratta quindi di una situazione complessa che renderà il lavoro agile comunque un tema caldo nei prossimi mesi.

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