Stipendi PA: da gennaio scatta il blocco per chi ha debiti col Fisco

Francesco Rodorigo - Pubblica Amministrazione

Scatterà a partire da gennaio la sospensione dello stipendio per i dipendenti della pubblica amministrazione che hanno cartelle sopra i 5.000 euro. Come funziona la novità introdotta dalla Legge di Bilancio 2025?

Stipendi PA: da gennaio scatta il blocco per chi ha debiti col Fisco

In arrivo il blocco di un parte dello stipendio o della pensione per gli statali con debiti erariali sopra i 5.000 euro.

La novità, introdotta dalla Legge di Bilancio 2025, sta per diventare operativa.

Dal 1° gennaio chi guadagna più di 2.500 euro mensili e si trova in situazioni debitorie si vedrà sospendere parte del trattamento fino al saldo di quanto dovuto.

Vediamo come funzionerà.

Stipendi PA: da gennaio scatta il blocco per chi ha debiti col Fisco

Sta per diventare operativa la nuova misura che prevede la sospensione e il pignoramento di una parte dello stipendio per i dipendenti della pubblica amministrazione morosi.

A partire dal 1° gennaio 2026, i dipendenti statali con un debito oltre i 5.000 euro nei confronti del Fisco si vedranno bloccare in automatico una parte dello stipendio o della pensione fino a quando non saranno state corrisposte le somme dovute.

Non si tratta di una novità dell’ultimo minuto ma di una previsione della Legge di Bilancio 2025 (articolo 1, commi 84 e 85) perimetro della lotta all’evasione, la cui entrata in vigore è stata rinviata al 2026 per consentire i necessari adeguamenti tecnici da apportare ai sistemi gestionali dei sostituti d’imposta e alla piattaforma di verifica.

Nello specifico la nuova disciplina va a modificare l’articolo 48-bis del DPR n. 602/1973 che, al comma 1, prevede la sospensione dei pagamenti da parte della PA verso le imprese che risultano avere debiti con il Fisco per oltre 5.000 euro. Il nuovo comma 1-bis estende appunto tale disposizione anche nei confronti dei lavoratori e delle lavoratrici dipendenti statali. Le disposizioni si applicheranno, come detto, in riferimento ai pagamenti effettuati a partire dal 1° gennaio 2026.

Ma come funziona di preciso la novità e quali sono i contribuenti coinvolti?

Dipendenti pubblici: stipendio sospeso per chi ha cartelle sopra i 5.000 euro

Per prima cosa bisogna precisare che la novità non si applica alla generalità dei dipendenti della pubblica amministrazione, ma solamente a chi guadagna più di 2.500 euro mensili e che, come detto, ha multe, cartelle e debiti nei confronti della PA per un importo superiore a 5.000 euro.

La novità si applicherà, quindi, nel rispetto dei limiti di pignorabilità previsti, alle somme dovute a titolo di stipendio, di salario o di altre indennità relative al rapporto di lavoro o di impiego, comprese quelle dovute a causa di licenziamento che, come detto, hanno un importo superiore a 2.500 euro.

I dipendenti pubblici che percepiscono somme inferiori a tale limite, dunque, non saranno interessati (almeno per ora) dalle novità.

In caso di pagamenti sopra tale soglia, pertanto, le Pubbliche Amministrazioni saranno chiamate a verificare la sussistenza di un inadempimento del beneficiario all’obbligo di versamento che deriva dalla notifica di una o più cartelle di pagamento per un ammontare complessivo pari ad almeno 5.000 euro.

Se il riscontro dà esito positivo parte della somma erogata a titolo di stipendio o pensione viene bloccata e segnalata all’agente della riscossione. L’entità del blocco varierà in base allo stipendio percepito e si concluderà con l’estinzione del debito.

La relazione tecnica al testo della Legge di Bilancio 2025 ha stimato che i dipendenti pubblici con debiti superiori a 5.000 euro ammontano a circa 250.000. L’effetto positivo sul gettito della misura è stimato in 36 milioni di euro per il 2026 e a regime in circa 90 milioni di euro all’anno.

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