Stretta alle compensazioni in Legge di Bilancio 2026, i Commercialisti chiedono l’abolizione

I Commercialisti chiedono di abolire o limitare alle grandi imprese la stretta in materia di compensazione prevista dal DdL di Bilancio 2026. Le dichiarazioni nel corso delle audizioni presso le Commissioni Bilancio congiunte di Senato e Camera

Stretta alle compensazioni in Legge di Bilancio 2026, i Commercialisti chiedono l'abolizione

Abolire o limitare la stretta alle compensazioni prevista dalla Legge di Bilancio 2026.

A chiederlo è Salvatore Regalbuto, consigliere delegato del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili con delega alla fiscalità. Nel corso delle audizioni sulla Manovra 2026 presso le Commissioni Bilancio congiunte di Camera e Senato arriva la richiesta chiara di evitare lo stop all’utilizzo dei crediti già maturati.

Al centro del confronto l’articolo 26 del DdL di Bilancio 2026, che ampliando una norma già introdotta lo scorso anno per banche e assicurazioni, estende il blocco alle compensazioni dei crediti derivanti dai bonus edilizi, così come da altre misure agevolative, per il versamento di debiti contributivi. Una misura che rischia di danneggiare le imprese.

Stretta alle compensazioni in Legge di Bilancio 2026, i Commercialisti chiedono l’abolizione della norma

Quella prevista dall’articolo 26 del DdL di Bilancio 2026 è una norma che limita fortemente la possibilità di compensare i crediti maturati e acquisiti legittimamente dalle imprese, e che rischia di danneggiare in particolar modo le piccole, medie imprese e i lavoratori autonomi.

Questo il motivo per il quale i Commercialisti, per voce del Consigliere Regalbuto, nel corso dell’audizione del 3 novembre hanno chiesto che la norma venga abolita o ristretta alle sole grandi imprese, per evitare di danneggiare le realtà più piccole e di medie dimensioni dal punto di vista finanziario ed economico.

La richiesta si lega anche al fatto che il blocco alle compensazioni in F24 si applicherebbe su crediti legittimamente maturati e acquisiti. Da qui la richiesta di prevede che in ogni caso venga applicata alle somma maturate dopo l’entrata in vigore della Legge di Bilancio 2026, agendo quindi sul futuro.

Al centro dell’attenzione anche la norma che blocca i pagamenti della PA ai professionisti in caso di debiti con il Fisco: la richiesta è di abolire la norma contenuta nel DdL all’esame del Senato.

Compensazioni, cosa prevede il DdL di Bilancio 2026

Con decorrenza a partire dal 1° luglio 2026, l’articolo 26 del testo bollinato del DdL di Bilancio prevede che:

“I crediti d’imposta diversi da quelli emergenti dalla liquidazione delle imposte non possono essere utilizzati in compensazione, ai sensi dell’articolo 17 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241, ai fini del pagamento dei debiti di cui all’articolo 17, comma 2, lettere e), f) e g), del medesimo decreto. Tale divieto si applica anche ai suddetti crediti d’imposta trasferiti a soggetti diversi dal titolare originario”.

Stop quindi alla compensazione dei crediti relativi alle agevolazioni edilizie, ma anche ai bonus per gli investimenti strumentali, per il versamento dei contributi INPS e dei premi INAIL. Sarà ammesso l’uso esclusivamente dei crediti emersi dalle dichiarazioni, con il fine di instaurare un meccanismo preventivo di verifica circa la legittimità delle somme.

Questa quindi la norma ritenuta penalizzante per imprese e professionisti da parte del CNDCEC, sul quale si auspicano correttivi.

Si evidenzia inoltre che lo stesso articolo 26 stringe sull’uso in compensazione dei crediti da parte di contribuenti indebitati con il Fisco.

In particolare, il l limite che porta al blocco della possibilità di utilizzare in compensazione i crediti fiscali scende da 100.000 a 50.000 euro in presenza di cartelle e atti di recupero dell’Agenzia delle Entrate sopra soglia.

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