Pignoramenti, fermi e ipoteche: il “costo” della decadenza dalla rottamazione quater

Rottamazione quater, scadenza del 1° dicembre (9 dicembre con tolleranza) sotto i riflettori: chi non paga incorre nella decadenza e tra gli effetti immediati c'è la ripartenza di pignoramenti, fermi amministrativi e ipoteche

Pignoramenti, fermi e ipoteche: il “costo” della decadenza dalla rottamazione quater

Chi non rispetta le scadenze della rottamazione quater paga un costo elevato.

La decadenza porta alla ripresa immediata di tutte le azioni di recupero del credito da parte dell’Agenzia delle Entrate Riscossione.

Non solo il ripristino di sanzioni e interessi stralciati dal debito originario, ma anche il riavvio di pignoramenti, fermi amministrativi e ipoteche: l’AdER è tenuta a riprendere le ordinarie attività, senza più forme di sospensione.

Gli effetti della decadenza interessano anche la fotografia della situazione di regolarità dei titolari di partita IVA: il DURC torna negativo, con impatti sul fronte di appalti ma anche dei pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione.

Per chi salterà la scadenza ultima del 9 dicembre restano inoltre al momento chiuse le porte della rottamazione quinquies, inaccessibile in caso di decadenza dalla definizione agevolata in corso per il mancato pagamento della rata ormai prossima.

Rottamazione quater, per chi non paga l’AdER torna in pista: ripartono pignoramenti, fermi e ipoteche

Tornare sugli effetti della decadenza dalla rottamazione è fondamentale, a ridosso della doppia scadenza di dicembre. Chi non paga la decima rata (seconda per i riammessi) dovrà confrontarsi con il riavvio delle ordinarie attività di riscossione.

In ballo non c’è solo il ripristino del debito integrale. Al venir meno dello stralcio di sanzioni, interessi e aggio sul debito accumulato, si affianca infatti la ripresa delle misure cautelari ed esecutive da parte dell’Agenzia delle Entrate Riscossione.

Le somme già pagate nel percorso della rottamazione quater, partito dal 2023, saranno comunque trattenute dall’AdER e vengono considerate a titolo di acconto sul debito originario. Non saranno in ogni caso sufficienti ad estinguerlo, considerando che anche se il piano di versamenti è ormai in fase avanzata, il ripristino di sanzioni e interessi “gonfia” il totale dovuto.

C’è però anche l’effetto del riavvio delle ordinarie attività di riscossione da tenere a mente. L’adesione alla rottamazione ha portato alla sospensione del lavoro dell’Agenzia. Con la decadenza, tutte le azioni cautelari ed esecutive ripartono e ne possono essere avviate di nuove, con il fine di ultimare l’attività di recupero delle cartelle.

L’Agenzia potrà quindi avviare nuovi pignoramenti, inclusi quelli presso terzi (ad esempio, sul conto corrente, sullo stipendio o sulla pensione, nei limiti di legge), così come le procedure di pignoramento che erano state sospese riprendono il loro corso.

Riparte inoltre la possibilità di iscrizione di nuovi fermi amministrativi (fermo auto), sui veicoli di proprietà del contribuente. Partimenti, si riavviano anche le ipoteche sui beni immobili del contribuente.

Decadenza dalla rottamazione quater, il DURC torna negativo

Per i titolari di partita IVA, l’impatto della decadenza è doppio. Il contribuente che non paga torna ad essere considerato non in regola dal punto di vista degli obblighi contributivi: il DURC, rilasciato con esito positivo dopo l’adesione alla rottamazione quater, torna ad essere negativo con effetti quindi sul fronte della partecipazione a gare d’appalto o ad esempio per ricevere pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione.

Sul punto è bene ricordare che per effetto delle disposizioni contenute nell’articolo 54 del DL n. 50/2017, il DURC è stato rilasciato immediatamente dopo che il debitore ha presentato domanda di rottamazione. La semplice manifestazione di volontà di pagare il debito ha quindi “sanato” temporaneamente l’irregolarità.

Se il debitore non paga e decade quindi dalla rottamazione, tutti i DURC già rilasciati vengono annullati dagli Enti preposti. L’Agente della Riscossione comunica il regolare versamento o il mancato pagamento agli Enti.

Questo è il “costo” della decadenza: l’annullamento è automatico e retroattivo, con un meccanismo di comunicazione e pubblicità tra l’AdER e gli Enti della PA per l’annullamento dei procedimenti in corso (ad esempio, per bloccare il pagamento di una fattura).

Rottamazione quinquies, porte chiuse per chi decade dalla quater

Non sono previste nuove chance di definizione agevolata per chi non rispetterà la scadenza della rottamazione quater del 1° dicembre, con tolleranza fino al giorno 9.

Il testo del DdL di Bilancio 2026 prevede ad oggi, all’articolo 26, che a poter rientrare nella rottamazione quinquies saranno solo i decaduti entro il 30 settembre, in sostanza chi non ha pagato la nona quota dovuta entro il 31 luglio scorso.

La data limite esclude, quindi, chi non rispetta la scadenza ormai prossima, proprio per evitare una “decadenza strumentale”, finalizzata a beneficiare delle nuove regole che prevedono 54 rate bimestrali e una durata, quindi, di 9 anni.

Per chi non riesce a versare la prossima rata della rottamazione quater resta percorribile la via della rateizzazione ordinaria della cartelle ma, in tal caso, nelle somme da versare saranno in ogni caso considerati anche interessi, sanzioni e aggio di riscossione.

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