La Legge di Bilancio 2026 stringe le maglie sui pagamenti della Pubblica Amministrazione ai professionisti. In caso di irregolarità fiscali o contributive i compensi resteranno congelati
Per i professionisti che operano verso la Pubblica Amministrazione sono in arrivo nuove regole dal 1° gennaio 2026.
Nell’insieme di misure in materia di revisione e razionalizzazione della spesa, il testo del DdL di Bilancio 2026 stringe le maglie sui pagamenti della PA, prevedendo l’obbligo di verifica della regolarità fiscale e contributiva per i compensi da corrispondere ai liberi professionisti.
Una norma stringata e che al momento non fissa un importo minimo che farà di fatto scattare il blocco dei pagamenti. Il rischio è di “congelare” i compensi dovuti ai liberi professionisti che collaborano con la Pubblica Amministrazione anche in caso di lievi irregolarità.
Professionisti, dal 2026 stop ai pagamenti dalla PA in caso di irregolarità fiscali e contributive
È nella parte conclusiva della Manovra che è attualmente inserita la norma che chiede ai professionisti che operano con la PA di essere pienamente in regola con il Fisco.
Nello specifico, il comma 10 dell’articolo 129 contenuto nel testo del DdL di Bilancio 2026 stabilisce che il regolare adempimento degli obblighi fiscali e contributivi da parte dei liberi professionisti che rendono prestazioni nei confronti delle Amministrazioni Pubbliche è condizione per il pagamento dei compensi per le attività svolte.
Una norma chiara: la PA non pagherà chi non è in regola con il Fisco. All’atto pratico, per provare la propria posizione al professionista sarà richiesto di allegare alla fattura emessa verso la Pubblica Amministrazione la documentazione comprovante la regolarità fiscale e contributiva.
Questo al momento il perimetro delle regole che, salvo modifiche nel corso dell’esame della Legge di Bilancio 2026, entreranno in vigore dal prossimo 1° gennaio. Non vi sono dettagli sulle modalità di certificazione, e quindi ad esempio sulla necessità di allegare alla fattura il DURC e il DURF, utilizzato ad oggi nell’ambito degli appalti e dei subappalti.
Blocco dei pagamenti della PA ai professionisti anche in caso di lievi irregolarità. Per il CNF è norma discriminatoria
Sarà necessario attendere specifici chiarimenti per un’analisi più puntuale del perimetro della norma, che qualora non venisse modificata avrebbe un impatto importante sul mondo delle libere professioni, con effetti che il Consiglio Nazionale Forense ha definito discriminatori.
Come riportato nel comunicato stampa del 27 ottobre, si tratterebbe di “una norma vessatoria e discriminatoria nei confronti dei liberi professionisti, con effetti potenzialmente paralizzanti per lo svolgimento dell’attività professionale svolta anche favore delle classi meno abbienti”.
Così come previsto ad oggi, il meccanismo che subordina i pagamenti della PA alla piena regolarità fiscale e contributiva colpirebbe i professionisti anche in caso di irregolarità minime o meramente formali, interessando anche ad esempio il mancato versamento del bollo auto, di un contributo previdenziale o di una contravvenzione.
Il Presidente del CNF, Francesco Greco, ha chiesto al Governo di sopprimere la norma, che tra l’altro genererebbe “fattori di ingiusta discriminazione tra professionisti e dipendenti pubblici”, considerando che questi ultimi “mantengono il diritto, ovvio e corretto, alla retribuzione” anche se inadempienti nei confronti del Fisco.
Il rischio posto in evidenza dal CNF è quindi di penalizzare il settore delle libere professioni, ma anche di produrre ulteriori ritardi nei pagamenti delle fatture nonché di generare contenziosi nei rapporti con le Pubbliche Amministrazioni. Criticità sulle quali la parola spetta ora al Parlamento, chiamato ad analizzare e approvare entro la fine dell’anno la Legge di Bilancio 2026.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Professionisti, dal 2026 stop ai pagamenti dalla PA in caso di irregolarità fiscali e contributive