Pensioni, le ultime novità: con la riforma stop ai trattamenti sperimentali

Francesco Rodorigo - Pensioni

Le misure in materia di previdenza inserite nella Legge di Bilancio 2023 sono transitorie, dal 2024 ci sarà la vera riforma. Niente più pensioni sperimentali ma un nuovo sistema flessibile e sostenibile. Già convocato il tavolo con le Parti Sociali, lo conferma la Ministra del Lavoro

Pensioni, le ultime novità: con la riforma stop ai trattamenti sperimentali

Le ultime novità sulle pensioni arrivano dalle dichiarazione della Ministra del Lavoro, Marina Calderone, durante l’audizione del 13 dicembre 2022 presso la Commissione sanità e lavoro del Senato.

Le misure previdenziali inserite nella Legge di Bilancio 2023 non sono strutturali. Si tratta di interventi transitori in attesa della vera riforma del sistema pensionistico che partirà dal 2024.

A gennaio è previsto già un primo tavolo di confronto tra Ministero, Parti Sociali, organizzazioni datoriali e sindacali per cominciare a porre le basi della riforma.

Niente più pensioni sperimentali e transitorie, come Quota 102 o la nuova Quota 103, ma un sistema strutturale sostenibile.

Pensioni, le ultime novità: con la riforma stop ai trattamenti sperimentali

La vera riforma delle pensioni arriverà probabilmente nel 2024, il prossimo sarà un anno di transizione in attesa della formulazione di una revisione organica del sistema previdenziale.

Come sottolineato dalla Ministra del Lavoro, marina Calderone, durante l’audizione al Senato del 13 dicembre 2022, gli interventi in materia di previdenza inserite nella Legge di bilancio 2023 non sono strutturali.

“la riforma delle pensioni è necessaria nel momento in cui gli interventi della manovra non sono strutturali ma che dispiegano il loro effetto nel 2023 e sono da considerare un accompagnamento in attesa di dare un riordino complessivo della materia.”

Secondo la Ministra Calderone, ci sarebbe bisogno di rimettere in sequenza e rivedere le singole gestioni ma soprattutto le modalità con cui queste interagiscono tra di loro in un sistema contributivo.

A questo proposito l’intenzione del Ministero è quella di prestare particolare attenzione al secondo pilastro pensionistico sulla previdenza complementare, cioè tutto quello che concerne il welfare e l’assistenza.

“credo che siano dei temi strategici per comprendere come accompagnare i cittadini, lavoratori e lavoratrici, durante tutto l’arco della loro vita lavorativa.”

Alcuni strumenti sono già stati implementati in questo senso, ad esempio l’ampliamento della soglia dei fringe benefit a 3.000 euro.

Riguardo la riforma delle pensioni, la Ministra annuncia che è già stato convocato per gennaio un tavolo di confronto con le Parti Sociali, le organizzazioni datoriali e i sindacati per dialogare sul tema.

L’obiettivo è lasciarsi alle spalle le misure sperimentali e di transizione come Quota 100 o Quota 102 per fare spazio a forme previdenziali più sostenibili e compatibili con le esigenze personali dei lavoratori.

Vedremo quali saranno i prossimi passi del Governo in questa direzione, intanto per la pensione 2023 saranno in vigore le nuove misure previste dalla nuova Legge di Bilancio.

Le misure transitorie della Legge di Bilancio 2023 prima della riforma

Come previsto dalla Manovra 2023, per evitare che torni in vigore la legge Fornero (pensione a 67 anni d’età e 20 di contributi, oppure con 42 anni e 10 mesi di contributi), dal prossimo anno sarà possibile andare in pensione con Quota 103.

Si tratta della nuova forma sperimentale per la pensione anticipata che va a sostituire Quota 102. Nel 2023, dunque, sarà possibile andare in pensione con i seguenti requisiti:

  • 62 anni d’età;
  • 41 anni di contributi.

Viene confermato, poi, anche per il prossimo anno l’Ape Sociale, l’indennità erogata dall’INPS in favore dei soggetti in determinate condizioni che abbiano almeno 63 anni d’età e 30 di contributi. In questo modo non devono aspettare i requisiti per la pensione di vecchiaia.

Inoltre, viene confermata per tutto il 2023 anche Opzione Donna, ma con alcune modificazioni, legate al numero di figli, che se dovessero restare tali restringerebbero la platea di possibili beneficiarie. Su quest’ultima misura il dibattito è ancora molto aperto.

Per avere la certezza sui trattamenti pensionistici che saranno in vigore nel 2023 dovremo aspettare l’approvazione della Legge di Bilancio, che deve arrivare entro la fine dell’anno.

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