Partite IVA, scadenze da riscrivere: proroga delle imposte anche nel 2025?

Partite IVA, verso la proroga delle imposte anche nel 2025? Dal concordato ancora da scrivere ai software dichiarativi da aggiornare, saldo e primo acconto potrebbero slittare

Partite IVA, scadenze da riscrivere: proroga delle imposte anche nel 2025?

Una storia che si ripete. Per le partite IVA si affaccia l’ipotesi di proroga delle imposte anche per il 2025.

Il motivo è duplice e si lega in ambedue i casi all’impatto del concordato preventivo biennale sulla determinazione di saldo e acconto delle imposte.

AssoSoftware ha comunicato negli scorsi giorni che sarà a breve rilasciata una nuova versione dei programmi per la gestione di dichiarativi e versamenti.

Si attende inoltre il via libera definitivo al decreto correttivo approvato in via preliminare lo scorso 13 marzo che, tra le novità, modifica la tassazione per chi aderirà al patto con il Fisco per il prossimo biennio.

Partite IVA, scadenze da riscrivere: proroga delle imposte anche nel 2025?

Nel calendario degli adempimenti legati alla dichiarazione dei redditi 2025, è il 30 giugno il primo tax day.

Entro questa data, partite IVA così come lavoratori dipendenti e pensionati sono chiamati alla cassa per pagare il saldo e il primo acconto delle imposte dovute, quali ad esempio l’IRPEF, la cedolare secca e la flat tax per i forfettari.

Un appuntamento che negli anni è stato più volte oggetto di proroga, e il 2025 potrebbe confermare una tendenza ormai consolidata.

Continue novità normative, aggiunte a difficoltà procedurali, sono i motivi alla base della rivisitazione delle scadenze. Arrivati ormai a poco più di un mese dall’appuntamento di fine giugno, è nell’aria una riscrittura al calendario.

Come già anticipato, è ancora una volta il patto con il Fisco a scombinare le carte in tavola.

Il concordato torna in scena per le modifiche ai software dichiarativi annunciate il 21 maggio dall’Associazione Italiana dei Produttori di Software, AssoSoftware.

Nel lavoro di confronto con l’Agenzia delle Entrate, sono stati concordati diversi interventi per i calcoli delle imposte e per la gestione dei modelli di dichiarazione 2025, novità che al momento non sono state ancora recepite nelle istruzioni e nelle specifiche tecniche disponibili online.

Come evidenziato nel comunicato stampa di Assosofware, si tratta di casistiche significative, quali la determinazione del Reddito Effettivo (rigo RN1 col.1 di Redditi PF2025) il cui algoritmo non è esplicitato nel modello ma solo nelle specifiche tecniche e, ancor più, il calcolo dell’acconto IRPEF/IRES per il 2025 con il metodo storico, in presenza di adesione al concordato, da calcolarsi sull’imposta 2024.

L’Agenzia delle Entrate renderà le novità ufficiali nei prossimi giorni e i software gestionali dovranno essere di conseguenza aggiornati e rivisti. Il tutto però con le conseguenti “complicazioni” per partite IVA e addetti ai lavori.

Proroga delle imposte 2025? Un assist dal correttivo sul concordato ancora da approvare

Lo scorso 13 marzo il Governo ha approvato uno schema decreto correttivo alla riforma fiscale che, sul fronte del concordato biennale 2025-2026, cambia le regole di tassazione prevedendo l’applicazione di un’imposta sostitutiva IRPEF pari al 43 per cento, e al 24 per cento per l’IRES, in caso di incrementi di reddito sopra gli 85.000 euro.

Come tutti i decreti collegati all’attuazione della riforma fiscale, il provvedimento licenziato dal Consiglio dei Ministri è stato sottoposto al vaglio delle Commissioni competenti di Camera e Senato per la formulazione di pareri (non ostativi) sulle novità previste.

Un passaggio conclusosi il 9 maggio al quale dovrà seguire il via libera definitivo da parte del Governo per l’ufficializzazione delle modifiche previste. Arrivati alla fine del mese, manca ancora questo tassello fondamentale.

Il versamento delle maggiori imposte dovute in caso di adesione al concordato si effettua a novembre, ma nonostante ciò la riscrittura delle regole in corso d’opera resta uno dei nodi da sciogliere.

Proroga delle imposte 2025, lo Statuto del contribuente parla chiaro

L’ipotesi di una proroga del termine di pagamento di saldo e primo acconto 2025, alla luce dei fatti sopra esposti, diventa più concreta se si guarda a quanto previsto dallo Statuto del contribuente.

L’articolo 3 della legge n. 212/2000 prevede infatti, al comma 3, che:

“le disposizioni tributarie non possono prevedere adempimenti a carico dei contribuenti la cui scadenza sia fissata anteriormente al sessantesimo giorno dalla data della loro entrata in vigore o dell’adozione dei provvedimenti di attuazione in esse espressamente previsti.”

Una norma quindi che non lascia adito a dubbi e che sul fronte delle modifiche software da ufficializzare, unitamente al caos concordato, potrebbe determinare nei fatti una proroga “automatica” delle imposte per le partite IVA.

Che sia proprio il correttivo sul concordato il veicolo normativo per dare concretezza a questa possibilità? Si resta in attesa di sviluppi.

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