In vista della scadenza del 16 giugno, un'analisi delle regole alla base dell'esenzione prevista per l'abitazione principale per i coniugi con residenze diverse

Si avvicina la scadenza del 16 giugno per il pagamento dell’IMU: su quali regole si basa l’esenzione per l’abitazione principale in caso di coniugi con residenze diverse?
Anche la recente ordinanza n. 9620/2025 della Corte di Cassazione è intervenuta su un tema particolarmente rilevante per le coppie sposate che non condividono la stessa abitazione.
A quasi tre anni dalla pronuncia della Corte Costituzionale che ha cambiato le regole sull’esenzione IMU per l’abitazione principale, i giudici di legittimità ribadiscono un principio ormai consolidato, ovvero il diritto all’esenzione spetta ad entrambi i coniugi che abbiano fissato la propria residenza in abitazioni distinte, ma situate all’interno dello stesso comune.
Una lettura che supera definitivamente il criterio dell’unità familiare e apre alla possibilità di esenzione IMU doppia per coniugi con residenze separate, purché ciascuno rispetti i requisiti richiesti per l’abitazione principale.
La Cassazione afferma che la residenza del singolo proprietario basta per l’esenzione IMU
Con l’ordinanza n. 9620 del 2025, la Corte di Cassazione ha sancito un principio destinato a segnare un punto di svolta nella disciplina dell’IMU, per ottenere l’esenzione sull’abitazione principale, è sufficiente che il singolo proprietario dell’immobile vi abbia la residenza anagrafica e vi dimori abitualmente, senza che sia più necessario verificare la situazione del nucleo familiare nel suo complesso.
Un chiarimento decisivo che dà piena attuazione a quanto già affermato dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 209 del 2022. La nozione di “abitazione principale”, infatti, va riferita esclusivamente al possessore, superando definitivamente l’interpretazione che imponeva la coabitazione e la residenza congiunta di tutti i familiari nello stesso immobile.
La Cassazione esplicita così che l’esenzione IMU può spettare a ciascun coniuge, anche nel caso in cui i due abbiano residenza e dimora due abitazioni distinte nello stesso comune, purché ciascuno sia proprietario e rispetti i requisiti richiesti.
Per le coppie non sposate, del resto, questa possibilità era già riconosciuta, non essendo formalmente un nucleo familiare ai fini IMU, ognuno dei due partner poteva usufruire dell’esenzione sulla propria abitazione, a condizione di rispettare i requisiti richiesti.
L’estensione di questa possibilità anche alle coppie coniugate rappresenta una novità che tiene conto anche dell’evoluzione dei modelli abitativi e familiari.
La svolta della Corte Costituzionale: il superamento del vincolo del nucleo familiare
La linea tracciata dalla Cassazione trova fondamento nella sentenza n. 209/2022 della Corte Costituzionale, che ha dichiarato incostituzionale la previsione normativa secondo cui, per ottenere l’esenzione IMU, era necessario che l’immobile fosse adibito ad abitazione principale da tutti i componenti del nucleo familiare.
Nel dettaglio, la norma prima prevedeva: “per abitazione principale si intende l’immobile, iscritto o iscrivibile nel catasto edilizio urbano come unica unità immobiliare, nel quale il possessore e i componenti del suo nucleo familiare dimorano abitualmente e risiedono anagraficamente”.
Dopo la pronuncia della Consulta, “per abitazione principale si intende l’immobile, iscritto o iscrivibile nel catasto edilizio urbano come unica unità immobiliare, nel quale il possessore dimora abitualmente e risiede anagraficamente”.
Prima della sentenza, l’esenzione era legata all’unità del nucleo familiare, e dunque preclusa ai coniugi con residenza separata, anche se ciascuno risiedeva in un proprio immobile di proprietà.
La Corte ha riconosciuto il carattere discriminatorio di questa impostazione, eliminando l’obbligo di convivenza come condizione per l’agevolazione fiscale.
Ora, quindi, l’esenzione può spettare a ciascun coniuge singolarmente, anche se i due vivono in immobili diversi, purché in possesso dei due requisiti fondamentali:
- residenza anagrafica;
- dimora abituale.
IMU 2025, doppia esenzione per i coniugi: l’evoluzione normativa
L’interpretazione ora prevalente supera anche quanto previsto dall’articolo 5-decies del Decreto Legge 146/2021, secondo cui, in caso di immobili situati in Comuni diversi, l’esenzione IMU spettava a uno solo degli immobili, scelto dai componenti del nucleo familiare.
Con il superamento della vecchia disposizione, ciascun coniuge ha diritto all’esenzione IMU per l’abitazione in cui effettivamente vive, senza dover dimostrare né l’intenzione di mantenere un’unità abitativa comune, né eventuali cause di allontanamento o crisi coniugale.
Quindi è chiaro che per ottenere l’esenzione IMU:
- non è più il nucleo familiare a determinare il diritto all’esenzione;
- non esiste un limite massimo di una sola abitazione esente per famiglia;
- la coabitazione dei coniugi non è più un requisito essenziale.
Un orientamento ormai consolidato, che allinea l’interpretazione fiscale alla realtà delle diverse forme di convivenza e rispetta la libertà individuale di organizzazione familiare e abitativa.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: IMU 2025: come funziona la doppia esenzione per i coniugi con residenza diversa