Nuova rottamazione cartelle per le partite IVA in difficoltà: la richiesta dei Commercialisti

Una nuova rottamazione delle cartelle per le partite IVA in difficoltà: a chiederla il Presidente del Consiglio Nazionale dei Commercialisti, Elbano de Nuccio, nell'intervento a Speciale Telefisco. Occhi puntati sulle priorità della Manovra 2026

Nuova rottamazione cartelle per le partite IVA in difficoltà: la richiesta dei Commercialisti

Rottamazione delle cartelle con il fine di aiutare le partite IVA in reale difficoltà, ma compatibilmente con la copertura di spesa e con un approccio diverso rispetto al passato.

Il Presidente del Consiglio Nazionale dei Commercialisti, Elbano de Nuccio, punta l’attenzione sulle priorità della Manovra 2026. Il taglio IRPEF per il ceto medio resta l’obiettivo principale, che si affianca alla riapertura della rottamazione.

Non si tratta di un beneficio per gli evasori, specifica de Nuccio, ma un aiuto nei confronti di imprese in regola con gli obblighi dichiarativi in fase di difficoltà economica. Questi alcuni dei punti posti all’attenzione nel corso dello Speciale Telefisco tenutosi oggi, 18 settembre 2025.

Nuova rottamazione cartelle per le partite IVA in difficoltà: la richiesta dei Commercialisti

Se il taglio IRPEF per il ceto medio resta una priorità, per il Presidente del CNDCEC Elbano de Nuccio “sarebbe utile anche riaprire la rottamazione delle cartelle”. Una nuova opportunità di definire in via agevolata i debiti maturati, ma compatibilmente con le spese di copertura e soprattutto con un approccio diverso rispetto al passato, in chiave di garanzia.

L’intervento del Presidente dei Commercialisti, nel corso del convegno organizzato dal Sole24Ore, è l’occasione per puntare l’attenzione sulle priorità fiscali da perseguire con la Legge di Bilancio 2026.

Al centro della tavola rotonda, che ha visto partecipare anche il Viceministro dell’Economia Maurizio Leo e il Direttore dell’Agenzia delle Entrate Vincenzo Carbone, alcune delle tematiche che animano la discussione politica delle ultime settimane in vista della messa a punto della Manovra.

Per quel che riguarda la rottamazione quinquies delle cartelle, de Nuccio evidenzia un aspetto chiave: la rottamazione non va incontro agli evasori, cioè a chi le imposte non le ha dichiarate ed è stato destinatario di controlli dell’Agenzia delle Entrate e della Guardia di Finanza.

Si tratta invece di agevolare le partite IVA in difficoltà, l’imprenditore sano che ha dichiarato correttamente il proprio reddito ma non è riuscito a far fronte al pagamento delle imposte dovute,

“l’imprenditore che deve fronteggiare una tensione finanziaria all’interno dell’azienda ma che intende proseguire la sua attività come soggetto economico attivo nel mercato”.

Rottamazione sì, ma con un cambio d’approccio: serve una rateizzazione più lunga

La platea dei destinatari della rottamazione indicata da Elbano de Nuccio è chiara, così come la finalità della quinta edizione di definizione agevolata delle cartelle esattoriali.

Alle partite IVA in difficoltà economica, ma in regola con gli obblighi dichiarativi, deve essere permesso di rottamare i propri debiti, in un lasso temporale più lungo rispetto al passato.

La richiesta avanzata durante lo Speciale Telefisco rientra nella cornice della rottamazione quinquies in discussione in Senato e in fase di limatura in vista del possibile approdo in Legge di Bilancio 2026. Il piano di pagamento prevede una dilazione in 10 anni, con un massimo di 120 rate, delle cartelle esattoriali relative al periodo dal 2000 al 2023.

Si discute su possibili “filtri all’ingresso”, tra cui lo stop per chi ha aderito a precedenti rottamazioni ed è incorso nella decadenza a causa del mancato pagamento delle somme dovute. Una mossa utile per evitare che l’adesione diventi una via per ritardare la riscossione, ma anche per ridurre i costi a carico dello Stato.

La rottamazione resta quindi una misura da limare e da definire nei dettagli, considerando sia gli aspetti tecnici ma non da ultimo la portata politica della proposta.

Al netto dei vari nodi da sciogliere, è chiara la posizione dei Commercialisti: lo Stato “deve tendere la mano” alle imprese in difficoltà economica, “per garantire aziende e dipendenti”.

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