Bonus elettrodomestici: una domanda a famiglia, ma c’è chi può doppiare

Anna Maria D’Andrea - Leggi e prassi

Un bonus elettrodomestici per ciascuna famiglia anagrafica (e non nucleo familiare). In alcuni casi sarà possibile l'invio di più domande, anche per acquisti legati alla stessa casa. Uno sguardo alle definizioni per capire chi può richiedere il voucher

Bonus elettrodomestici: una domanda a famiglia, ma c'è chi può doppiare

Il bonus elettrodomestici spetta una sola volta per ciascuna famiglia.

Il concetto di famiglia però va analizzato con cura per evitare errori. Si fa infatti riferimento alla famiglia anagrafica, che include le persone legate da vincoli affettivi e che vivono insieme.

Il caso tipico è rappresentato dai coniugi, dai conviventi di fatto o dagli uniti civilmente che abitano sotto lo stesso tetto. In questo caso è chiaro che il bonus elettrodomestici potrà essere ottenuto e speso per un solo acquisto.

In un contesto dove però sono frequenti modelli di convivenza variegati, come nel caso di lavoratori fuori sede che abitano sotto lo stesso tetto pur non essendo legati da vincoli affettivi, il bonus potrà essere doppiato, anche per l’arredo della stessa casa.

In vista dell’appuntamento del 18 novembre, data di apertura del canale telematico per fare domanda tramite l’App IO e il sito dedicato all’iniziativa, è bene quindi soffermarsi su cosa si intende esattamente per famiglia ai fini del bonus elettrodomestici.

Il bonus elettrodomestici guarda alla famiglia anagrafica

Nel decreto direttoriale del Ministero per le Imprese e il Made in Italy datato 22 ottobre si legge che il bonus elettrodomestici potrà essere concesso una sola volta per ciascuna famiglia anagrafica.

La domanda, che partirà nelle primissime ore di martedì 18 novembre, potrà essere presentata dai contribuenti maggiorenni residenti in Italia che, nel rispetto del limite massimo delle risorse a disposizione, potranno quindi ottenere il voucher fino a 100 euro (o 200 euro in caso di ISEE entro i 25.000 euro) da spendere per l’acquisto degli elettrodomestici ammessi nei punti vendita aderenti all’iniziativa.

Il bonus non potrà quindi essere “doppiato” in famiglia. Dopo aver inserito la richiesta, la Piattaforma effettuerà in automatico la verifica circa la presenza di una domanda già presentata da un altro membro della famiglia anagrafica. In caso affermativo, l’istanza sarà di fatto bloccata.

Sul concetto di famiglia ai fini del bonus elettrodomestici è però necessario soffermarsi al meglio. Si tratta dell’insieme di:

“persone legate da vincoli di matrimonio, unione civile, parentela, affinità, adozione, tutela o da vincoli affettivi, coabitanti ed aventi dimora abituale nello stesso comune. Una famiglia anagrafica può essere costituita da una sola persona”.

La definizione è quella contenuta nell’ex articolo 4 del DPR n. 223/1989 e si tratta sostanzialmente delle persone che sono:

  • legate da un vincolo di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela o da vincoli affettivi.
  • vivono insieme e hanno la dimora abituale nello stesso Comune.

Doppio bonus per chi vive con amici o coppie non registrate in anagrafe

L’esempio tipico di famiglia anagrafica è rappresentato dai coniugi e dai figli che vivono nella stessa casa, ma anche dai conviventi di fatto. In questi casi il bonus elettrodomestici potrà essere richiesto una sola volta.

Abitare sotto lo stesso tetto non basta però per essere famiglia.

È il caso ad esempio di amici, senza vincoli affettivi dichiarati, o anche di studenti, che affittano un appartamento e convivono. Stessa cosa in caso di coppie che, seppur conviventi, non hanno richiesto all’anagrafe del proprio Comune di essere iscritti in un unico stato di famiglia come conviventi di fatto.

In questi casi il bonus potrà essere richiesto anche più volte, per l’acquisto di elettrodomestici finalizzati all’arredo della stessa casa.

La famiglia anagrafica non è il nucleo familiare

Arrivati a questo punto è importante un ulteriore chiarimento. Quando si parla di famiglia anagrafica non si fa riferimento al nucleo familiare.

Nel concetto di nucleo familiare, utilizzato ad esempio ai fini ISEE, rientrano i soggetti che fanno parte della famiglia anagrafica, ma con importanti eccezioni.

I componenti sono in questo caso:

  • i membri della famiglia anagrafica (e quindi le persone legate da vincoli affettivi e conviventi);
  • i coniugi (sposati o uniti civilmente) anche se non conviventi (non legalmente separati o divorziati);
  • i figli maggiorenni non conviventi (che non abitano con i genitori) che risultano fiscalmente a carico dei genitori, se non coniugati e senza figli.

Ad esempio quindi, una coppia sposata (o unita civilmente) ma che per motivi di lavoro o personali vive in Comuni diversi, dal punto di vista anagrafico costituirà due famiglie distinte, venendo meno il requisito della coabitazione e della dimora abituale nello stesso territorio.

Ai fini ISEE però, i coniugi (finché non sono legalmente separati o divorziati) fanno sempre parte di un unico nucleo familiare. La norma ISEE stabilisce che il vincolo matrimoniale/civile è preminente sulla residenza ai fini della valutazione economica complessiva.

Un altro caso tipico riguarda le famiglie con figli che vivono in altre città, ad esempio per motivi di studio o lavoro, ma che non hanno un reddito proprio.

In questo caso, avendo una residenza diversa da quella dei genitori, il figlio maggiorenne costituisce una famiglia anagrafica autonoma. Ai fini ISEE rientrerà invece nel nel nucleo familiare dei genitori, se fiscalmente a carico dei genitori.

L’ultima casistica frequente riguarda gli amici non legati da vincoli di parentela o affettivi che convivono nello stesso appartamento e hanno la stessa residenza.

In questa ipotesi dal punto vi vista anagrafico costituiscono famiglie diverse. Stessa cosa ai fini ISEE, considerando l’assenza di vincoli di matrimonio, parentela o affinità.

Famiglia anagrafica e ISEE: due concetti diversi da valutare per l’accesso al bonus elettrodomestici

Comprendere cosa si intende per famiglia anagrafica e nucleo familiare è fondamentale per cogliere le opportunità del bonus elettrodomestici, ma anche per evitare di cadere nel “cortocircuito” delle regole d’accesso.

Le disposizioni alla base della domanda d’accesso mescolano i due concetti: si potrà fare richiesta una sola volta per ciascuna famiglia anagrafica, ma a determinare l’importo spettante sarà l’ISEE del nucleo familiare.

Famiglia anagrafica e nucleo familiare però non sempre coincidono.

Può quindi capitare, come abbiamo avuto modo di analizzare, che chi abita sotto lo stesso tetto possa richiedere e ottenere più volte il contributo per elettrodomestici da usare nello stesso immobile. Ciascun richiedente dovrà far riferimento al valore dell’ISEE del proprio nucleo familiare (che può essere composto anche da un solo componente) per graduare l’importo massimo concedibile.

Parimenti, anche una famiglia composta da moglie e marito non separati, ma che hanno residenza e dimora in case diverse in differenti comuni, potrà richiedere il bonus due volte, considerando che ciascun coniuge forma per l’appunto una famiglia anagrafica a sé. Ai fini ISEE, i due coniugi fanno sempre parte di un unico nucleo familiare perché non legalmente separati e bisognerà quindi considerare il valore dell’attestazione che fotografa la situazione complessiva.

In conclusione, la vera chiave di lettura del bonus elettrodomestici sta nella separazione delle funzioni:

  • la famiglia anagrafica pone il limite di accesso (“quante volte”);
  • il nucleo ISEE stabilisce il valore (“quanto”).

Una dicotomia che può apparire come un errore, una svista legislativa, ma che nei fatti declina il voucher come un contributo “slegato” dalla casa, che si fonda sul legame anagrafico e il cui valore dipende dal legame economico.

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