Secondo le stime, a fine anno resterà inutilizzato più di un miliardo del totale dei fondi destinati all'assegno unico per i figli. Un problema legato alla bassa adesione alla misura e soprattutto alla crisi della natalità. Risorse che però potrebbero tornare utili ai fini della prossima Legge di Bilancio per nuovi interventi in favore delle famiglie
Nella caccia alle risorse in vista della prossima Legge di Bilancio, si prospetta un esubero da circa un miliardo rispetto allo stanziamento previsto per l’assegno unico.
Secondo i dati INPS nel primo semestre dell’anno sono stati spesi 8,7 miliardi euro. Ipotizzando un trend simile, si stima che a fine anno si possa arrivare ad una spesa attorno ai 17 miliardi, una cifra inferiore ai 18,6 miliardi stanziati, che comprendono anche i fondi aggiuntivi previsti dalla Manovra 2023 per finanziare le nuove maggiorazioni dell’importo.
Se da un lato il tesoretto rappresenta un’opportunità per la nuova Legge di Bilancio, le cui risorse saranno per la maggior parte dirottate sul nuovo taglio del cuneo fiscale, dall’altro evidenzia la crisi della natalità che sta attraversando il Paese e che la platea dei beneficiari è più ristretta rispetto a quanto previsto inizialmente.
Sembra, allora, assai probabile che nella prossima Manovra entrerà anche un pacchetto di misure dedicate alle famiglie con figli o che hanno intenzione di farne.
Assegno unico: il nodo delle risorse inutilizzate, verso nuove agevolazioni per le famiglie nella Manovra 2024?
Sebbene l’assegno unico per i figli a carico sia ormai diventato uno strumento che, come dichiarato dal direttore generale dell’INPS, ha assunto la stessa rilevanza delle pensioni, sta emergendo la possibilità che una parte dei fondi a disposizione possa restare inutilizzata.
Come dimostrano i dati dell’ultimo osservatorio dell’INPS che fa il bilancio della prestazione per i primi 6 mesi dell’anno, l’assegno è stato erogato a oltre 6 milioni di nuclei beneficiari per una spesa complessiva di 8,7 miliardi di euro.
Se il trend dovesse mantenersi stabile fino alla fine dell’anno, cosa molto probabile, la spesa complessiva dovrebbe secondo le stime aggirarsi attorno ai 17 miliardi di euro.
Si tratta di una cifra al di sotto di quella stanziata per il 2023, 18,6 miliardi di euro, comprensiva anche degli ulteriori fondi stanziati dall’ultima Legge di Bilancio a copertura delle nuove maggiorazioni previste.
A fine anno, quindi, il Governo potrebbe ritrovarsi con un tesoretto da almeno un miliardo, nel contesto di una Manovra complicata, come sottolineato dallo stesso Ministro dell’Economia Giorgetti, dove le risorse potrebbero essere reinvestite in necessari interventi per favorire la natalità.
La crisi demografica, infatti, oltre che a preoccupare in ottica di una riforma delle pensioni, è una delle cause alla base dell’esubero di risorse: non ci sono abbastanza figli a cui destinare l’assegno.
Inoltre, pesa anche il fatto che molte delle famiglie a cui spetterebbe la somma non hanno fatto domanda e che in caso di valori ISEE elevati viene concesso un importo minore. Secondo la relazione tecnica al decreto legislativo n. 231/2021, quello che ha istituito la misura, la platea di beneficiari avrebbe dovuto raggiungere i 7 milioni di nuclei per circa 11 milioni di figli.
I dati dell’INPS del primo semestre 2023, invece, indicano una platea di 6,1 milioni di nuclei per un totale di 9,6 milioni di figli.
Risorse assegno unico inutilizzate: le possibili misure per la natalità nella Legge di Bilancio 2024
Almeno un miliardo di euro, dunque, che il Governo potrebbe destinare ad altri interventi in favore delle famiglie. Non è una novità, infatti, che in vista della prossima Manovra si stia lavorando anche ad un piano per la natalità.
Oltre agli interventi dedicati a rafforzare i redditi medio bassi e il potere d’acquisto delle famiglie, come il taglio del cuneo fiscale, che al momento sembra l’obiettivo prioritario, si punta anche ad interventi sul tema degli incentivi per le famiglie, con diverse agevolazioni anche per le imprese.
Uno degli interventi di cui si è discusso nei giorni scorsi è il pacchetto di agevolazioni per chi ha tre o più figli, a partire dal cosiddetto quoziente familiare, cioè un sistema di tassazione basato su specifici parametri in relazione alla composizione del nucleo e non sul reddito del singolo. In sostanza più la famiglia è numerosa e meno tasse si pagano.
A questo poi si aggiunge il potenziamento delle misure di welfare, dal nido aziendale alla detassazione dei premi di produttività per i dipendenti con figli. Accanto a queste agevolazioni cresce l’ipotesi di incentivi all’assunzione per le donne con figli.
Per ora si resta nel campo delle ipotesi, il primo vero appuntamento con la Legge di Bilancio 2024 sarà a fine settembre con la presentazione della NADEF, la Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza, che fa luce sulla disponibilità economica nelle mani del Governo e ne costituisce la base di partenza.
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