Dall’UE una tassa di 3 euro sui pacchi: le novità in arrivo sulle spedizioni

Rosy D’Elia - Tasse

Gli acquisti online moltiplicano le spedizioni. E da mesi si parla di una nuova tassa sui pacchi. Ok al contributo comunitario di tre euro dal 1° luglio 2026, in Italia riflessioni in corso con la Manovra

Dall'UE una tassa di 3 euro sui pacchi: le novità in arrivo sulle spedizioni

L’introduzione di una tassa sui pacchi non è più solo un’ipotesi. Ieri, 12 dicembre, durante la riunione ECOFIN il Consiglio Europeo ha dato il suo via libera a un contributo di 3 euro sulle spedizioni che arrivano da Paesi Extra UE. Resta, ora, ancora il punto interrogativo sulle decisioni tutte italiane.

Proprio il Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, insieme ad altri colleghi, a novembre aveva chiesto di anticipare la novità sugli acquisti online già al 2026, senza aspettare il debutto dell’HUB doganale UE nel 2028.

La soluzione europea è arrivata nel giro di poche settimane. Nel frattempo, però, mentre in sede comunitaria si lavorava a una applicazione immediata, la tassa sui piccoli pacchi entrava per direttissima nei lavori della Manovra 2026.

Tassa sui pacchi extra UE dal 2026: dall’ECOFIN alla Manovra 2026

La volontà di chiedere un biglietto di ingresso per i piccoli pacchi che arrivano dai paesi extra UE nasce dal boom di spedizioni degli ultimi anni. Nel mirino gli ordini sulle piattaforme online in cui è possibile comprare di tutto e di più a prezzi fuori mercato: è lo stesso Parlamento UE a citare esplicitamente i casi di Temu e Shein nella presentazione della novità.

Ed è proprio alle piattaforme, non a chi acquista, che si richiede un contributo. Secondo i dati riportati dalla Commissione Europea, lo scorso anno sono arrivati 4,6 miliardi di articoli di basso valore, sotto i 150 euro, non sono sottoposti a dazi doganali.

Una mole importante che pone questioni non solo di “natura logistica” ma anche “ambientale”, aveva sottolineato Giorgetti durante il Festival dell’Economia di Trento la scorsa primavera.

L’esigenza di intervenire per tutelare ambiente e commercio si traduce nell’introduzione, a partire dal 1° luglio 2026, di una tassa di 3 euro sulle piccole spedizioni, che si applica a ogni prodotto che arriva dai paesi extra UE.

Il primo passo per imporre la nuova tassazione sui pacchi è stato fatto con l’eliminazione della soglia di esenzione dai dazi doganali per le merci che entrano nell’UE grazie all’accordo raggiunto il 13 novembre a Bruxelles.

Tassa sui pacchi extra UE: l’Italia punta a introdurre la novità già dal 2026

L’intesa comunitaria apre un periodo transitorio: la nuova norma, infatti, entrerà in vigore solo nel 2028 quando sarà operativa la nuova piattaforma doganale dell’UE. Ed è per questo che vista l’urgenza segnalata da alcuni paesi si è arrivati a mettere in campo delle nuovo disposizioni già nel 2026.

La tassa di 3 euro rimarrà in vigore fino all’entrata in vigore dell’accordo per una soluzione permanente che permetterà di applicare dazi su tutte le merci di valore inferiore a 150 euro.

In attesa della formula europea, però, l’Italia si era mossa già autonomamente, inserendo la proposta di tassare con un contributo di due euro le spedizioni che arrivano a paesi non appartenenti all’Unione Europea tra gli emendamenti alla Manovra 2026.

I lavori per arrivare a un testo della Legge di Bilancio rinnovato con le integrazioni e le modifiche non si sono ancora conclusi e proseguiranno fino all’inizio della settimana del 15 dicembre. Nei giorni scorsi si è parlato anche di un possibile contributo di un euro per tutte le spedizioni, comprese quelle italiane.

La tempestività ha fatto emergere fin da principio dei dubbi applicativi e di armonizzazione con le norme comunitarie. Ma nessuna decisione, per ora, è stata confermata ufficialmente. Certo è che nella scelta finale le ultime notizie che arrivano all’Europa avranno un peso determinante.

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