Superbonus: chi ha scelto la detrazione è escluso dal salva spese

Tommaso Gavi - Irpef

Il meccanismo salva spese, previsto dal decreto n. 212/2023, è rivolto solo ai contribuenti che hanno scelto lo sconto in fattura o la cessione del credito per gli interventi del superbonus. Per chi ha scelto la detrazione non si blocca il recupero delle somme per i lavori non completati. La legge di conversione è stata approvata alla Camera

Superbonus: chi ha scelto la detrazione è escluso dal salva spese

Il meccanismo salva spese, previsto dal decreto n. 212/2023, è rivolto solo ai contribuenti che per gli interventi del superbonus hanno scelto lo sconto in fattura o la cessione del credito. Per chi ha scelto la detrazione non si blocca il recupero delle somme per i lavori non completati

Oggi, 31 gennaio 2024, la legge di conversione del cosiddetto decreto Salva Spese è stata approvata alla Camera. Dovrà poi passare al Senato per il via libera definitivo.

Il testo del decreto legge n. 212/2023, tuttavia, presenta alcuni nodi da sbrogliare. Il più intricato è quello che riguarda il meccanismo salva spese, ovvero il blocco al recupero delle somme dell’agevolazione nel caso in cui i lavori non vengano completati e non riuscisse a ottenere il doppio salto di classe energetica dell’edificio.

Tale possibilità, viene prevista esclusivamente per i contribuenti che abbiano scelto la strada della cessione del credito e dello sconto in fattura.

Saranno invece esclusi i soggetti che hanno scelto di fruire dell’agevolazione in detrazione.

Superbonus: chi ha scelto la detrazione è escluso dal salva spese

Si è conclusa la prima tappa del percorso della legge di conversione del decreto Salva Spese, il DL n. 212/2023, approvato lo scorso 29 dicembre e in vigore dal giorno successivo. La Camera ha approvato il testo, che dovrà passare poi al Senato.

Il decreto del governo ha previsto diverse novità in tema di superbonus e di bonus barriere, tra queste il meccanismo “salva spese”.

L’articolo 1 prevede che, nel caso di mancata ultimazione dei lavori del superbonus o di soddisfacimento del requisito di miglioramento di due classi energetiche, le somme relative all’agevolazione non siano oggetto di recupero.

La misura ha l’obiettivo di evitare di chiedere indietro gli importi relativi a spese già effettuate a chi non è riuscito a terminare i lavori prima della scadenza prevista per l’agevolazione.

Tuttavia potranno beneficiarne soltanto i contribuenti che hanno scelto le modalità di fruizione indiretta dell’agevolazione previste dall’articolo 121 del decreto Rilancio, ovvero la cessione del credito o lo sconto in fattura.

Sono fuori dal meccanismo salva spese, invece, quanti hanno scelto la via ordinaria per fruire dell’agevolazione, ovvero la detrazione.

Nel corso dell’iter parlamentare è stata richiesta una “correzione” alla misura ma il testo è passato senza modifiche. Molto probabilmente ulteriori interventi sulla norma saranno adottati con successivi provvedimenti.

Superbonus: cosa succede a chi ha scelto la detrazione?

Chi ha scelto la strada della detrazione e non ha terminato i lavori del superbonus potrebbe vedersi richiedere indietro l’agevolazione anche per i lavori già conclusi.

A differenza di quanti hanno scelto la cessione del credito o lo sconto in fattura, la scadenza del 31 dicembre 2023 deve essere tenuta conto per il pagamento delle somme.

La situazione resta quindi complicata soprattutto per quanti non hanno ultimato i pagamenti.

Inoltre è opportuno sottolineare che la scelta della detrazione in diversi casi potrebbe risultare una “scelta obbligata”.

Lo è certamente per quanti hanno aperto la CILA dopo il 17 febbraio 2023: gli stessi rientrano, infatti, nel divieto di cessione del credito e di sconto in fattura previsto dal cosiddetto decreto Blocca Cessioni (DL 11/2023).

La detrazione può essere l’unica strada possibile anche per quanti non sono riusciti a trovare una banca o un istituto di credito che abbia accettato di acquistare le somme, una circostanza che con la stretta sulla cessione del credito è diventata particolarmente diffusa.

Superata la scadenza del 30 novembre 2023, relativa alla comunicazione della cessione del credito per la regolarizzazione del mancato adempimento con la remissione in bonis, anche i contribuenti senza la sufficiente capienza fiscale si sono visti costretti a scegliere la strada della detrazioni.

L’obiettivo, in questo caso, sarebbe quello di recuperare almeno una parte dell’agevolazione. Obiettivo che potrebbe allontanarsi visto che non sono stati inseriti ulteriori interventi sulla norma prevista dal DL 212/2023.

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