Marina Calderone: ok al salario minimo, ma solo con la riduzione del cuneo fiscale

Rosy D’Elia - Consulenti del lavoro

Ok al salario minimo, ma solo se si abbassa il cuneo fiscale contributivo per le aziende. Marina Calderone, intervistata da Informazione Fiscale al Festival del Lavoro 2019, analizza rischi e preoccupazioni legate all'introduzione di una soglia minima di retribuzione per i lavoratori.

Ok al salario minimo, ma solo se si abbassa il cuneo fiscale contributivo per le aziende. Marina Calderone, presidente del Consiglio Nazionale Consulenti del Lavoro, intervistata da Informazione Fiscale, analizza rischi e preoccupazioni legate alla proposta di una soglia per la retribuzione dei lavoratori.

Durante la cerimonia di apertura del Festival del Lavoro 2019, a Milano dal 20 al 22 giugno 2019, ha invitato i colleghi presenti in sala ad essere come dei “grilli parlanti” per evitare che l’onere di un tetto di retribuzione oraria minima garantita ai lavoratori ricada sulle imprese, con effetti negativi per tutto il sistema.

Marina Calderoni: ok al salario minimo, ma solo con la riduzione del cuneo fiscale

L’Italia non ha mai fissato una soglia minima e ha affidato questa responsabilità alla contrattazione nazionale. Oggi la discussione sul tema è accesa: il disegno di legge Catalfo, presentato dal Movimento 5 Stelle e calendarizzato tra i lavori del Senato per il 19 e il 20 giugno, vorrebbe introdurre un salario minimo di 9 euro lordi per i lavoratori.

Per alcuni, è una mossa necessaria per migliorare la vita dei lavoratori, per altri può essere dannoso.

La preoccupazione più grande, per la presidente del Consiglio Nazionale Consulenti del Lavoro, è che l’onere ricada sulle aziende: l’unica via da seguire perché questo non accada è compensare il maggiore costo per le imprese con un credito d’imposta.

“Il nostro compito, da tecnici, è quello di fare una valutazione su quello che potrebbe essere l’impatto”, afferma Marina Calderone.

Secondo uno studio realizzato dall’Ordine e dal Consiglio Nazionale Consulenti del Lavoro, 4 milioni di lavoratori, inclusi operatori agricoli, colf e badanti, potrebbero essere interessati dall’introduzione del salario minimo per un costo diretto di 5,5 miliardi di euro.

Un’ulteriore conseguenza da evitare è che il salario minimo non diventi un beneficio per alcuni, escludendo altri. Deve essere un diritto, e per tutti.

“Ma il tema è anche: non lasciamo indietro i liberi professionisti, i lavoratori autonomi, per cui l’equo compenso è un principio importante”.

Tra reddito di cittadinanza, flat tax e clausole di salvaguardia IVA, qual è la priorità?

Il pomeriggio al Festival del Lavoro 2019 ha toccato i temi più caldi del momento: reddito di cittadinanza, clausole di salvaguardia IVA, flat tax, salario minimo. Ma quali sono le priorità da cui bisogna partire?

“Per noi è importante che venga posta attenzione al tema principale di questo festival: il lavoro”.

Afferma, senza dubbio, Marina Calderone.

“In un contesto in cui vediamo rallentare l’economia, e quindi rallentare le possibilità di nuova occupazione, è necessario che ci sia un investimento complessivo del paese in una riduzione del cuneo fiscale contributivo. Ecco perché se si deve parlare di salario minimo, bisogna guardare con attenzione a quanto questo principio vada a impattare sui costi delle imprese”.

Il rischio e il timore è che si creino effetti distorsivi sul mercato del lavoro:

“Bisogna evitare che, senza una politica di contenimento della spese e del cuneo fiscale contributivo, metta fuori mercato le nostre imprese o alimenti fenomeni di dumping sociale oppure porti a delocalizzazioni selvagge”.

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