Tra le misure in arrivo con la Legge di Bilancio 2026 manca a sorpresa il rinnovo dei canali per la pensione anticipata. Nella bozza del DdL non c'è traccia di Quota 103 e Opzione Donna. Confermati solo Ape Sociale e bonus Maroni

Addio alla pensione anticipata?
Contro tutte le previsioni, nel disegno di Legge di Bilancio 2026 manca a sorpresa il rinnovo di Quota 103 e Opzione Donna.
Se il testo attuale dovesse essere confermato anche dopo il passaggio Parlamentare dal prossimo anno non sarà più possibile andare in pensione tramite questi canali.
Ad oggi resterebbero confermati solo l’Ape Sociale e il bonus Maroni, l’incentivo per chi decide di restare al lavoro.
Pensione anticipata: addio a Quota 103 e Opzione Donna
Nel pacchetto pensioni della Legge di Bilancio 2026 ci sono considerevoli novità ma anche delle assenze importanti.
A sorpresa, infatti, nella bozza del DdL in circolazione non c’è traccia del rinnovo di due dei principali canali per la pensione anticipata. Stiamo parlando di Quota 103 e di Opzione Donna, misure che, come noto, sono in scadenza a fine anno dopo la conferma nella scorsa Manovra.
Quota 103, ricordiamo, ad oggi rappresenta il principale canale di uscita anticipata, che consente ai dipendenti di accedere alla pensione con 62 anni d’età e 41 di contributi versati.
Per disincentivarne l’utilizzo, già dal 2024 sono state introdotte alcune penalizzazioni, a partire dalle modalità di calcolo dell’importo dell’assegno spettante, e ora arriva il taglio definitivo. Dal prossimo anno, dunque, se il testo della Legge di Bilancio dovesse restare invariato anche dopo il passaggio parlamentare, i dipendenti dovranno dire addio alla pensione con Quota 103.
D’altronde l’obiettivo di ridurre l’uscita anticipata era uno degli obiettivi annunciati nel DPB, il documento programmatico di bilancio, e da tempo si parla di tagliare le uscite anticipate ai fini della sostenibilità del sistema previdenziale.
Per contenere la spesa pubblica e gli effetti dell’invecchiamento della popolazione, si legge nel testo, si raccomanda di:
“mitigare gli effetti dell’invecchiamento della popolazione sulla crescita potenziale e sulla sostenibilità di bilancio, tra l’altro limitando il ricorso a regimi di pensionamento anticipato e facendo fronte alle sfide demografiche.”
Indirizzo che si legge anche nella scelta di mantenere, limitandolo solo in parte, l’adeguamento dell’età pensionabile alla speranza di vita, con conseguente aumento dei requisiti per la pensione.
Nessun rinnovo anche per Opzione Donna, il canale di uscita anticipata dedicato alle donne in particolari condizioni (caregiver, dipendenti o licenziate da imprese in crisi o invalide al 74 per cento) che maturano 61 anni d’età e 35 anni di contributi.
Anche questo strumento, sebbene rinnovato di anno in anno, ha subito importanti modifiche con le ultime due leggi di bilancio, quando la platea di possibili beneficiarie è stata ristretta alle categorie attuali e l’età anagrafica richiesta è stata incrementata di un anno.
Pensione anticipata: confermati Ape Sociale e bonus Maroni
Stando così le cose, al momento ad essere confermato sarebbe solamente l’anticipo pensionistico (Ape Sociale) per chi svolge lavori gravosi e altre specifiche categorie di lavoratori e lavoratrici.
Resterebbe questo l’unico canale per l’accesso alla pensione anticipata nel 2026, escluso quello ordinario che richiede a lavoratori e lavoratrici di aver maturato 42 anni e 10 mesi di contributi (un anno in meno per le donne). Requisiti, questi ultimi che aumenteranno di un mese dal 2027 e di altri due mesi dal 2028 per effetto del citato adeguamento alla speranza di vita.
L’Ape Sociale, è il trattamento di accompagnamento alla pensione che viene erogato fino alla maturazione dei requisiti per la pensione di vecchiaia o anticipata solamente in favore di specifiche categorie di beneficiari:
- dipendenti che svolgono mansioni gravose (al momento della domanda la professione deve essere stata svolta per almeno 7 anni negli ultimi 10 o per almeno 6 anni negli ultimi 7) indicati all’allegato C della Legge di Bilancio 2017;
- gli invalidi civili al 74 per cento;
- i dipendenti disoccupati che hanno esaurito il trattamento di NASpI (o equivalente);
- i caregivers che assistono da almeno 6 mesi.
Con il rinnovo nel 2026, dovrebbero restare invariati anche i requisiti anagrafici e contributivi:
- almeno 63 anni e 5 mesi d’età e non non aver ancora maturato i requisiti minimi per la pensione anticipata o di vecchiaia;
- almeno 30 anni di contributi per i dipendenti disoccupati, gli invalidi civili e i caregivers;
- almeno 36 anni di contributi per gli altri lavoratori che svolgono mansioni gravose.
Per le lavoratrici madri di tutte le categorie, poi, è prevista un’ulteriore riduzione del requisito contributivo pari ad un anno per ogni figlio (massimo 2 anni).
Ad essere confermato per un altro anno è anche il bonus Maroni, conosciuto anche come bonus Giorgetti.
Si tratta dell’incentivo al posticipo del pensionamento che riconosce un aumento di stipendio ai dipendenti che decidono di restare al lavoro nonostante abbiano maturato i requisiti per la pensione anticipata: 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Quest’anno poteva essere richiesto anche da chi ha maturato i requisiti per Quota 103.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Pensione anticipata: addio a Quota 103 e Opzione Donna