Ancora emendamenti alla Legge di Bilancio 2026: spunta la norma anti evasione che introdurrebbe una ritenuta all'1% sulle vendite di beni e servizi da parte delle imprese
In un interessantissimo articolo pubblicato questa mattina su Italia Oggi a firma di Cristina Bartelli, intitolato “Attività d’impresa tracciata”, viene analizzato uno degli ultimi emendamenti in preparazione per la modifica della Manovra 2026.
La novità sarebbe epocale e, a modesto avviso di chi scrive, pericolosissima nell’ottica della semplificazione delle attività contabili, fiscali e amministrative:
“l’introduzione di una ritenuta d’acconto dell’1% sulle cessioni di beni e servizi da parte delle aziende!”
Una proposta pensata in ottica anti evasione fiscale, che spingerebbe le aziende - nelle intenzioni di chi la propone - verso una maggiore trasparenza. Si tratterebbe di un meccanismo simile a quello esistente per i bonifici di pagamento delle prestazioni edilizie.
Una norma che, come dichiarato dal viceministro al Ministero dell’Economia Maurizio Leo, durante un webinar organizzato dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili andrebbe vista come
“una sorta di scambio con quella relativa al divieto/blocco totale di compensazioni tra crediti fiscali e debiti fiscali e contributivi ”
Si tratta solo di una proposta, che a mio avviso non passerà perché va veramente molto oltre, creando una complessità esagerata in un sistema che è già complesso!
Altro tema che non farà piacere ai Professionisti è la norma sul blocco dei pagamenti dalla Pubblica Amministrazione.
Un vincolo pesantissimo verso i professionisti con i debiti fiscali; la versione emendata non allenta le regole definite inizialmente ma le estende, allargando il blocco a tutti gli «emolumenti», compresi quelli dovuti da soggetti diversi dalla Pubblica Amministrazione per incarichi con compensi «a carico dello Stato».
In termini pratici, la verifica fiscale che sarà eseguita prima di ogni singolo pagamento in favore di commercialisti, notai, avvocati, ingegneri, architetti che ricevono compensi finanziati da soldi pubblici e agirà a 360 gradi, bloccando l’accredito quando il professionista interessato ha debiti non onorati nei confronti del Fisco.
Intanto l’iter della Manovra 2026 va avanti, prevedendo altre modifiche poco piacevoli per le imprese e dettate chiaramente da esigenze di gettito.
Si pensi al caso della modifica della tassazione sui dividendi, che verrà aumentata per le società che detengono quote di minoranza in altre società, occorre capire se il limite verrà posto al 10 o al 5 per cento.
Si sta discutendo parecchio anche della cd “tassa sui pacchi”, un obolo di 2 euro che verrebbe applicato ai pacchi che arriveranno dai Paesi extra UE di valore inferiore a 150 euro.
C’è attesa anche su possibili novità relativi agli affitti brevi.
Sono quindi ore decisive per la Manovra: dopo un mese di stallo in Commissione, il testo dovrebbe arrivare la settimana prossima in Aula per il voto finale.
E, come da tradizione di fine anno, i lavori sono già in ritardo: entro il 31 dicembre anche la Camera dovrà esprimersi sul pacchetto di misure. E, calendario alla mano, il passaggio non potrà che essere solo formale, anche per evitare il rischio esercizio provvisorio.
Ad ogni modo, a fine novembre è arrivato il parere positivo dell’UE sul testo del Documento Programmatico di bilancio: è in linea con le raccomandazioni europee.
E mentre la commissione bilancio del Senato si avvia a concludere l’analisi degli oltre 5.700 emendamenti presentati, la priorità della Legge di Bilancio 2026 resta tenere in ordine i conti pubblici, con un impegno da 18,7 miliardi di euro (la Manovra più scarna da dieci anni a questa parte, forse in vista della Manovra pre elezioni politiche nazionali che il prossimo anno si potrebbe presentare decisamente più “ricca”...).
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Ritenuta 1% sulle imprese o stretta sulle compensazioni?