Riforma Irpef, C. Cottarelli: dall’ex bonus Renzi per gli autonomi alla revisione della cedolare secca

Rosy D’Elia - Imposte

Riforma Irpef, C. Cottarelli: trasformare radicalmente l'ex bonus Renzi, fare tabula rasa del sistema di detrazioni e deduzioni, rivedere la cedolare secca e intervenire sulla tassazione per ridurre gli ostacoli all'occupazione femminile. Sono queste alcune delle indicazioni che arrivano dal Direttore dell'Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani durante l'audizione dell'8 febbraio 2021 alla Commissione Bilancio di Camera e Senato.

Riforma Irpef, C. Cottarelli: dall'ex bonus Renzi per gli autonomi alla revisione della cedolare secca

Riforma Irpef, C. Cottarelli: trasformare il bonus 100 euro ed estenderlo agli autonomi, fare tabula rasa del sistema di detrazioni e deduzioni per riscrivere un pacchetto più semplice ed efficace di agevolazioni fiscali e ridurre le aliquote ai redditi medio bassi, rivedere il sistema della cedolare secca e intervenire sulla tassazione per ridurre gli ostacoli all’occupazione femminile.

Sono solo alcune delle correzioni da apportare al sistema dell’imposta sul reddito delle persone fisiche.

Diverse, infatti, le azioni che si possono, e si dovrebbero, mettere in campo sia sulla definizione della base imponibile che sulle aliquote, secondo il direttore dell’Osservatorio Conti Pubblici italiani che, in audizione nelle commissioni riunite Finanze di Camera e Senato, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla riforma dell’imposta sul reddito delle persone fisiche, l’8 febbraio 2021 ha esordito:

“La discussione sulla riforma di una delle principali imposte, l’Irpef, potrebbe aver più facilmente luogo nel contesto di una discussione sulla riforma complessiva del sistema tributario. Non fosse altro che possibili spostamenti di gettito potrebbero essere raccomandabili e utili tra diverse forme di imposizioni”.

Si potrebbe pensare a uno spostamento verso una tassazione del reddito prodotto a quello donato o ereditato o verso una tassazione degli immobili che sembra, però, una direzione che difficilmente potrebbe essere intrapresa nel contesto attuale, ammette lo stesso Carlo Cottarelli.

Tornado all’Irpef, la riforma non può prescindere da quattro obiettivi:

  • rendere l’irpef meno distorsiva rispetto alle scelte economiche delle persone fisiche;
  • rafforzare equità orizzontale e verticale;
  • ridurre l’evasione fiscale, “uno dei principali problemi dell’economia italiana con una stima di perdita di gettito secondo il rapporto Giovannini di 108 miliardi di euro, ma probabilmente di più perché alcune tasse e contributi non sono considerate, ma la mia stima intorno ai 125/130 miliardi di euro all’anno”;
  • semplificare il sistema impositivo, o almeno arrivare a un Testo Unico sull’Irpef per dare la possibilità ai contribuenti di orientarsi in una normativa complessa.

Riforma Irpef, C. Cottarelli: dalla revisione della cedolare secca alla tassazione agevolata per il secondo coniuge

Definiti gli obiettivi, Carlo Cottarelli passa alla strategia per raggiungerli i campi di intervento sono due:

  • definizione della base imponibile;
  • curva delle aliquote.

In entrambi i casi sono diversi i fronti che richiedono una correzione. Per quanto riguarda la base imponibile Carlo Cottarelli si sofferma su cinque aspetti:

  • la necessità di semplificare unificando forme di reddito simili, redditi di impresa minore e redditi di lavoro autonomo potrebbero essere unificati ai redditi di lavoro dipendente con un principio misto cassa - competenze;
  • ritorna, poi, una proposta fortemente sostenuta dal Direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini: “stabilire un sistema di determinazione della base imponibile puramente per cassa per imprese minori e lavoratori autonomi proposta che comporterebbe deducibilità immediata di investimenti e l’applicazione del criterio di cassa a tutte le altre voci che oggi rientrano in un criterio di competenza, ma dovrebbe affiancarsi alla non deducibilità degli interessi sul debito per tali investimenti garantendo la neutralità tra diverse forme di finanziamento dell’investimento”;
  • superamento della divisione dei redditi di capitale e redditi diversi di natura finanziaria: un intervento per garantire una maggior equità orizzontale. Si potrebbe prevedere un “prelievo sostitutivo del 26% su tutta la somma delle diverse componenti reddituali finanziarie derivate dal risparmio investito, interessi, dividendi, proventi vari...” ;
  • correzione di alcune anomalie che riguardano la tassazione degli immobili: per Carlo Cottarelli, in primis, andrebbe rivisto il sistema della cedolare secca: applicando questo regime “i redditi da investimento immobiliare hanno una tassazione addirittura inferiore alla prima aliquota nominale dell’Irpef”, si potrebbe portare almeno l’attuale aliquota del 21% al 26%, questa la proposta;
  • infine, l’ultimo correttivo proposto da Carlo Cottarelli va nella direzione opposta al modello tedesco di cui ha parlato anche il direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini che introdurrebbe una tassazione su base familiare e renderebbe ancora meno vantaggiosa la presenza delle donne sul mercato del lavoro. La controproposta del direttore dell’Osservatorio dei Conti Pubblici Italiani, infatti, è quella di introdurre una tassazione agevolata su base temporanea per il secondo percettore di reddito, che di solito è donna.

Cogliere l’occasione della riforma Irpef per favorire l’occupazione femminile, messa a dura prova anche dalla pandemia, è questa una delle strategie proposte di cui Carlo Cottarelli ha parlato ampiamente ai microfoni di Informazione Fiscale durante l’intervista dedicata al tema del 20 gennaio 2021.

Una tassazione favorevole per il secondo coniuge, come ha sottolineato anche durante l’audizione dell’8 febbraio, sarebbe la strategia per aggirare l’ostacolo costituzionale di una gender tax, una tassazione differenziata per genere.

Riforma Irpef, C. Cottarelli: dall’ex bonus Renzi per gli autonomi alla riduzione dei salti

Ma le proposte di Carlo Cottarelli non si fermano alla definizione della base imponibile, e riguardano anche le aliquote di tassazione.

Prima di tutto:

“Occorre evitare che, con il superamento dei 28.000 euro, l’aliquota marginale salti di 11 punti, il modo più semplice di fare questo sarebbe quello di dividere il terzo scaglione in due parti:

  • il primo scaglione dai 28 ai 40.000 euro, per esempio, con un’aliquota marginale del 32%;
  • il secondo da 40 a 55.000 euro con un’aliquota marginale del 38%.

I rimanenti salti nelle aliquote marginali sono più modesti e probabilmente rimarrebbero.”

Ridurre questo grande salto, secondo Carlo Cottarelli, basterebbe a rinunciare al metodo tedesco della progressività continua.

Ma non solo, anche su questo fronte sono diverse le correzioni da fare: tra le altre andrebbe rivoluzionato il vecchio bonus Renzi, prima pari a 80 e oggi pari a 100 euro, cambiandone la natura ed estendendolo anche agli autonomi.

“Sarebbe utile rimpiazzare il bonus prima 80 euro, ora 100 euro, con un beneficio all’incirca equivalente attraverso appropriate modifiche sulle aliquote effettive sui redditi da lavoro.
[...]
Stesso trattamento dovrebbe essere previsto anche per gli autonomi, se così fosse sarebbe ingiustificato il mantenimento di una flat tax per le partite iva individuali”
.

Un intervento “enorme”, infine, per usare le stesse parole del direttore, sarebbe da mettere in atto sul sistema di deduzioni e detrazioni, che risulta dalla stratificazione di decenni di politiche diversi che sono intervenute su settori specifici.

“Attualmente è anche molto difficile calcolare l’aliquota marginale di fatto in questo sistema”, sottolinea Carlo Cottarelli.

Sul punto servirebbe una riduzione drastica: “fare tabula rasa per poi decidere di mantenere le agevolazioni che sono indispensabili”.

Difficile prevedere se le idee potranno prendere forma concreta nel clima di instabilità dato dal cambio di governo.

E anche se il nome di Carlo Cottarelli negli ultimi giorni è stato inserito anche tra i possibili ministri, il direttore dell’Osservatorio Conti Pubblici Italiani nelle ultime dichiarazioni ha fatto intendere che questa ipotesi, al momento, non c’è.

Il governo, come la riforma Irpef, è ancora da scrivere.

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