Riforma fiscale 2021, qual è la priorità? La parola ai lettori

Rosy D’Elia - Fisco

Riforma fiscale 2021: dall'abolizione dell'IRAP alla revisione di aliquote IRPEF e IVA, sono diverse le ipotesi in campo. L'intervento sul sistema di tassazione non è stato ancora definito, si attende la legge delega. Ma qual è la priorità? La parola ai lettori di Informazione Fiscale. Risposte direttamente online e commenti via mail alla redazione.

Riforma fiscale 2021, qual è la priorità? La parola ai lettori

Riforma fiscale 2021: siamo ancora nel campo delle possibilità, l’attesa sulla legge delega si sta allungando sempre di più. I punti di revisione del sistema di tassazione non sono stati ancora messi definitivamente nero su bianco, sebbene il confronto tra le forze politiche sia vivo e acceso ormai da mesi.

Si parla di un taglio del cuneo fiscale, ma anche di una revisione delle aliquote IRPEF e IVA, così come dell’abolizione dell’IRAP e del potenziamento del Superbonus e delle agevolazioni sulla casa. Insomma, lo spettro è ampio, ma le risorse non sono infinite. E sarà necessario fare delle scelte.

Si parla di circa 3 miliardi a disposizione e d’altronde lo stesso Ministro dell’Economia e delle Finanze Daniele Franco durante l’audizione del 22 luglio 2021 aveva sottolineato l’importanza delle proposte presentate dalle Commissioni Finanze di Camera e Senato evidenziando la necessità di tenere conto delle risorse a disposizione.

Ma qual è la priorità? Qual è l’intervento da mettere in atto prima e più degli altri? La parola ai lettori di Informazione Fiscale.

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Modello Riforma fiscale 2021

Qual è ila priorità?

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Riforma fiscale 2021, qual è la priorità? La parola ai lettori

La legge delega per la riforma fiscale non è ancora arrivata in Consiglio dei Ministri, primo passo necessario per raggiungere il primo traguardo di un lungo iter.

Si attendeva entro il 31 luglio, poi è stata rimandata al termine della pausa estiva e, di settimana in settimana, continua a slittare.

Attualmente, quindi, l’unico documento ufficiale a cui è possibile far riferimento per orientarsi tra le possibili novità in arrivo è quello elaborato dalle Commissioni Finanze Camera e Senato pubblicato il 30 giugno 2021 al termine del ciclo di audizioni.

Semplificando in maniera estrema, di tutto un po’ ha trovato spazio nel testo. Ma ci sono sicuramente cinque punti sorvegliati speciali per l’interesse che rivestono.

Taglio del cuneo fiscale

Tra questi c’è sicuramente il taglio del cuneo fiscale, indicatore del peso della tassazione e della contribuzione a carico del lavoratore e del datore di lavoro.

L’attenzione su questo fronte certamente non manca: uno degli ostacoli alla crescita economica, individuati nel documento delle Commissioni, è proprio il peso della tassazione sui fattori produttivi.

Nel testo si legge:

“L’aliquota implicita di tassazione sul lavoro è pari al 42,7 per cento (la terza più alta), a fronte di una media dell’area euro pari al 38,6 per cento e di una media UE-27 pari al 38,2 per cento. L’eccessivo carico tributario sul lavoro è un problema anche in virtù del trend di riduzione della quota di redditi da lavoro sul Pil, passata dal 68% del 1970 al 52% del 2018”.

In altre parole nel documento preparatorio della legge delega c’è la consapevolezza della necessità di un correttivo, ma ancora non è chiaro nella pratica in che modo si possa e si voglia intervenire per ridurre il cuneo fiscale.

Secondo le ultime indiscrezioni emerse, sembra essere nel mirino della riforma fiscale il contributo CUAF: il costo a carico del datore di lavoro sostenuto per il contributo alla Cassa unica assegni famigliari potrebbe quindi essere eliminato. Ma nulla è ancora certo.

Riforma fiscale 2021: riduzione delle aliquote IRPEF

Se si parla di riforma fiscale, gli occhi sono necessariamente puntanti anche sul sistema IRPEF.

Anche in questo senso, il documento delle Commissioni indica la sua linea.

Semplificazione e stimolo alla crescita sono sempre i due principi che devono muovere le scelte di intervento.

E sono due le direzioni principali:

  • una riduzione dell’aliquota media effettiva per i contribuenti nella fascia di reddito 28.000-55.000 euro;
  • una modifica della dinamica delle aliquote marginali effettive, per eliminare le discontinuità più drastiche.

Riordino delle aliquote IVA

Sicuramente un intervento di riordino e revisione è atteso anche sul fronte dell’IVA, l’imposta sul valore aggiunto.

Attualmente sono previste quattro diverse aliquote per beni e servizi:

  • ordinaria al 22 per cento;
  • ridotte al 4, al 5 e al 10 per cento.

Il campo di applicazione delle diverse percentuali è costruito su una classificazione di beni e servizi, in alcuni punti intricata e difficile da decifrare. Un esempio? La differenza di aliquote per la vendita di cibi e bevande in caso di asporto o somministrazione.

Nel testo del 30 giugno si legge:

“La Commissione ritiene opportuno che l’annunciato disegno di legge in materia fiscale contenga una specifica delega al Governo per la ridefinizione della disciplina Iva ai fini di una sua opportuna semplificazione e di possibile riduzione dell’aliquota ordinaria attualmente applicata”.

Ma, come al solito, tra il dire e il fare ci sono di mezzo le risorse: sembra poco realizzabile la scelta di ridurre l’aliquota ordinaria, sembra possibile invece un nuovo gioco di equilibri nella classificazione dei beni e dei servizi che beneficiano delle diverse aliquote ridotte.

Riforma fiscale 2021: abolizione IRAP

Un altro grande tema connesso alla riforma fiscale 2021 riguarda l’abolizione dell’IRAP, Imposta Regionale Attività Produttive.

La linea adottata dalle Commissioni è quella di un superamento dell’imposta. Come?

La soluzione potrebbe essere quella di riassorbire il gettito Irap nei tributi attualmente esistenti, “preservando la manovrabilità da parte degli enti territoriali e il livello di finanziamento del servizio sanitario nazionale, senza caricare di ulteriori oneri i redditi da lavoro dipendente e assimilati”.

L’ipotesi più accreditata, quindi, è quella di far confluire questa imposta nata negli anni 90 con scopi di semplificazione nell’IRES, ma anche in questo caso restiamo ancora nel campo delle possibilità.

Proroga e potenziamento del Superbonus e delle altre agevolazioni fiscali sulla casa

Il quinto tema caldo connesso alla riforma fiscale 2021 riguarda il futuro del Superbonus e delle altre agevolazioni fiscali sulla casa.

Attualmente la data di scadenza per beneficiare della maxi detrazione del 110 per cento è fissata al 30 giugno 2022. Ma, secondo quanto dichiarato in più occasioni dal Governo, la volontà è quella di allungare ulteriormente la possibilità di beneficiare dell’agevolazione.

Accanto a un intervento in questo senso, in ogni caso, dovrebbe essere pianificata anche una revisione di tutti gli altri bonus casa.

Questo tema, come i precedenti, infatti trova spazio nel testo redatto dalla Commissioni.

Al capitolo Il fisco per la transizione ecologica si legge la volontà di inserire nel pacchetto di misure anche il riordino, la semplificazione e la stabilizzazione delle misure per la riqualificazione energetica e antisismica degli edifici privati, al fine di fornire un quadro certo e chiaro alle famiglie e alle imprese, che comprenda la possibilità di cessione dei relativi crediti fiscali”.

I punti da rivedere nel sistema di tassazione sono tanti ma per forza di cose si procederà per gradi, in tempi diversi.

Da dove partire? Qual è la priorità? La parola spetta ai lettori. L’invito è quello di partecipare al sondaggio sul tema cliccando su “partecipa al sondaggio” nel box disponibile in testa all’articolo e di approfondire la risposta con commenti, motivazioni e considerazioni inviando una mail con oggetto “Riforma fiscale 2021 - sondaggio all’indirizzo [email protected].

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