Pensione anticipata 2024: requisiti e novità

Vanda Soranna - Pensioni

Pensione anticipata 2024: requisiti, regole e novità previste dal disegno di Legge di Bilancio all'esame del Senato, in vista dell'approvazione definitiva entro il 31 dicembre 2023

Pensione anticipata 2024: requisiti e novità

Il disegno di Legge di Bilancio 2024 approvato dal Consiglio dei Ministri e presentato in Senato il 30 ottobre scorso prevede numerose novità sul tema delle pensioni.

Quali sono le modifiche in arrivo sul fronte dei requisiti per l’accesso alla pensione anticipata?

Confermata quota 103, ma con correttivi penalizzanti per chi intende andare in pensione dal 1° gennaio 2024. Arriva una nuova edizione della pace contributiva, ossia il riscatto agevolato dei contributi, così come vengono rivisitate l’Ape Sociale ed Opzione donna, con condizioni d’accesso più stringenti.

Facciamo quindi il punto delle novità in materia di pensione anticipata previste dalla Legge di Bilancio 2024.

Pensione anticipata 2024, requisiti e novità: cambia quota 103

Viene confermata, a sorpresa, quota 103 anche nel 2024, ma, con l’obiettivo di mantenere in equilibrio i conti previdenziali, sono introdotti alcuni correttivi penalizzanti per chi desidera andare in pensione il prossimo anno.

Gli iscritti all’AGO e alle forme esclusive e sostitutive della medesima, gestite dall’INPS, nonché alla Gestione separata, maturano dunque, anche nel 2024, il diritto alla pensione anticipata flessibile (quota 103) al raggiungimento di un’età di almeno 62 anni e di una anzianità contributiva minima di 41 anni. I requisiti anagrafici e contributivi possono essere maturati esclusivamente entro il 31 dicembre del prossimo anno.

La pensione è determinata secondo le regole di calcolo del sistema contributivo previste dal d.lgs. 180/1997 e potrà essere erogata entro il tetto di un importo lordo mensile non superiore a 4 volte il trattamento minimo previsto a legislazione vigente, per le mensilità di anticipo del pensionamento rispetto ai requisiti ordinari previsti per la pensione di vecchiaia dalla “legge Fornero” (l. 214/2011).

Chi matura i requisiti entro dicembre di quest’anno, può invece accedere alla pensione anticipata flessibile quota 103 secondo le regole attuali, entro il limite massimo di importo lordo mensile pari a 5 volte il trattamento minimo.

Per gli iscritti al comparto privato e autonomo, il disegno di Legge di Bilancio conferma il differimento di 3 mesi dalla data di maturazione dei requisiti per il godimento della pensione, se maturati nell’anno 2023, e lo aumenta a 7 mesi, se maturati nel 2024.

Per i dipendenti pubblici viene aumentato da 6 a 9 mesi dalla data di maturazione dei requisiti il termine per il decorso del trattamento pensionistico, se maturati nel 2024.

Pensione anticipata 2024: incentivo alla prosecuzione dell’attività lavorativa per i soggetti in possesso dei requisiti “quota 103”

La nuova Legge di Bilancio prevede anche per i lavoratori dipendenti che abbiano maturato i requisiti minimi previsti di 62 anni e 41 anni di contributi al 31 dicembre 2024, per l’accesso a quota 103 nel 2024, la possibilità di rimanere in servizio e beneficiare di una somma corrisposta direttamente in busta paga pari alla contribuzione a carico del lavoratore, con conseguente esonero del relativo versamento da parte del datore di lavoro e del relativo accredito contributivo (c.d. bonus Maroni).

Riscatti a fini pensionistici di periodi non coperti da contribuzione

In via sperimentale, per il biennio 2024-2025, la Legge di Bilancio prevede che i lavoratori interamente nel sistema contributivo iscritti all’INPS (privi di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995) e non già titolari di pensione, possono riscattare, a domanda, nella misura massima di 5 anni, anche non continuativi, i periodi antecedenti alla data di entrata in vigore della legge, compresi tra l’anno del primo e quello dell’ultimo contributo comunque accreditato, parificandoli a periodi di lavoro.

Il versamento può essere effettuato ai regimi previdenziali di appartenenza in unica soluzione ovvero in un massimo di 120 rate mensili, ciascuna di importo non inferiore a 30 euro.

Pensione anticipata 2024: maglie più strette anche per Opzione donna e Ape Sociale

Ape Sociale è prorogata fino al 31 dicembre 2024. Si tratta, come noto, di un’indennità a carico dello Stato corrisposta fino al conseguimento dei requisiti pensionistici per la pensione di vecchiaia, a favore di soggetti che si trovino nelle condizioni previste dalla norma (disoccupati, invalidi, caregivers, addetti a mansioni gravose).

La soglia di età viene fissata al compimento dei 63 anni e 5 mesi, con 30/36 anni di anzianità contributiva. Resta anche nel 2024 la non cumulabilità di Ape Sociale con i redditi da lavoro dipendente o autonomo, ad eccezione di quelli derivanti da lavoro autonomo occasionale, nel limite di 5.000 euro lordi annui.

La Legge di Bilancio 2024 ripropone, anche per il prossimo anno, con modifiche, il trattamento pensionistico anticipato c.d. “Opzione donna”, con maturazione dei requisiti entro il 31 dicembre 2023.

Per richiedere la pensione sfruttando questo tipo di anticipo pensionistico è però necessario optare per il sistema di calcolo contributivo. È inoltre richiesto il raggiungimento di un’anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni ed un’età anagrafica pari o superiore a 59 anni (per le lavoratrici con almeno due figli), a 60 anni (per le lavoratrici con un figlio), o a 61 anni (per le lavoratrici senza figli) che si trovino nelle condizioni normativamente previste (disoccupate, invalide, caregiver). Sale dunque di un anno l’età di accesso ad opzione donna rispetto al 2023.

Anticipazione degli adeguamenti alla speranza di vita della pensione anticipata dal 2026 al 2024

Viene infine eliminato l’articolo che reintroduceva l’adeguamento automatico dei requisiti anagrafici all’aspettativa di vita a partire dal 2025.

La Legge di Bilancio prevedeva infatti che, ai fini della pensione anticipata, non trovano applicazione gli adeguamenti alla speranza di vita di cui all’art. 12 del d.l. 78/2010 fino al 31 dicembre 2024. Con l’eliminazione dell’articolo, resta confermato per il biennio 2025-2026 il requisito dell’età per ritirarsi dal lavoro, visto che non è migliorata la speranza di vita in Italia.

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