Pensionati in Italia: 16 milioni con un importo medio 1.410 euro, indietro le donne

Rosy D’Elia - Pensioni

Pensionati in Italia, sono 16 milioni con un importo medio mensile di 1.410 euro. Nel complesso, la fotografia sulle pensioni scattata dal Settimo Rapporto sul Bilancio del Sistema Previdenziale italiano evidenzia ancora forti differenze tra uomini e donne. il risvolto della medaglia di un divario di genere occupazionale. I dati pubblicati da Itinerari previdenziali.

Pensionati in Italia: 16 milioni con un importo medio 1.410 euro, indietro le donne

I pensionati in Italia sono 16 milioni, un numero in diminuzione che resta alto: su 3,77 residenti uno è pensionato. L’importo della pensione, considerando la media mensile, è pari a 1.410 euro.

Il Settimo Rapporto sul Bilancio del Sistema Previdenziale italiano, presentato alla Camera il 12 febbraio 2020, fotografa la situazione delle pensioni in Italia facendo emergere luci e ombre: al di là degli importi medi, 6,4 milioni di cittadini non raggiunge i 1.000 euro e sono importanti le differenze tra uomini e donne, il risvolto della medaglia di un problema ancora più profondo: il divario di genere sul fronte occupazionale.

Centro Studi e Ricerche di Itinerari Previdenziali - Settimo Rapporto, il Bilancio del Sistema Previdenziale italiano
Il Bilancio del Sistema Previdenziale italiano. Andamenti finanziari e demografici delle pensioni e dell’assistenza per l’anno 2018 - Settimo Rapporto a cura del Centro Studi e Ricerche di Itinerari Previdenziali.

Pensionati in Italia: 16 milioni con un importo medio 1.410 euro

293 miliardi di euro è l’importo totale delle pensioni erogate in Italia nell’arco di 12 mesi.

Nel 2018, l’anno su cui si concentra l’analisi del Rapporto 2020 su andamenti finanziari e demografici delle pensioni e all’assistenza a cura del Centro Studi e Ricerche di Itinerari Previdenziali, sono state corrisposte 22.785.711 prestazioni, perlopiù dall’INPS.

L’altra faccia della medaglia è rappresentata dalla tassazione IRPEF sui redditi pensionistici pari a 51,5 miliardi di euro con un’aliquota totale del 17,6%.

Tra entrate e uscite, dunque, la spese per le pensioni ammonta a 241,820 miliardi di euro netti.

Le pensioni di vecchiaia hanno il valore più alto: 208.855 miliardi di euro, una cifra in crescita di circa 5 miliardi rispetto al 2017.

In generale, il reddito pensionistico medio pro-capite ammonta a 18.329 euro all’anno lordi, considerando 13 mensilità:

  • 1.410 euro lordi;
  • 1.162 euro netti.

Ma per un’analisi concreta della situazione pensionistica in Italia, bisogna puntare lo sguardo soprattutto ai dati più specifici: circa il 40% dei pensionati, 6,4 milioni, riceve meno di mille euro al mese. Di questi 2.258.000 persone percepiscono un assegno che non supera i 507,42 euro mensili.

“Si tratta quindi di soggetti che nella loro vita attiva hanno versato pochi o zero contributi”, specifica il report. Ma in ogni caso, si tratta di un dato non trascurabile, riflesso di particolari condizioni sociali e occupazionali che hanno profonde radici.

Pensionati in Italia: sull’importo medio della pensione le donne restano indietro

Così come non è trascurabile il divario di genere che caratterizza la situazione dei pensionati in Italia. Il versante femminile è quello più popolato, costituisce il 52,2%, e le donne percepiscono in media 1,51 pensioni a testa contro l’1,33 degli uomini.

Ma se ci si sposta sugli importi medi degli assegni, l’andamento dei valori si inverte: le cifre sono le più basse.

Le donne percepiscono un importo medio annuo per quanto riguarda le pensioni previdenziali pari a 11.550 euro contro i 19.307 euro degli uomini: una differenza di 7.807 euro.

Se dal singolo importo passiamo ai redditi, la differenza si affievolisce ma resta comunque marcata: il reddito pensionistico annuo delle donne sale a 15.474 euro e quello degli uomini aumenta a 21.450 euro.

Sul versante femminile c’è bisogno di aggiustare il tiro:

“Le donne prevalgono anche nelle prestazioni prodotte da “contribuzione volontaria”, che normalmente sono di modesto importo a causa di livelli contributivi molto bassi, e nelle pensioni integrate al minimo (le donne percepiscono l’85,7% dei trattamenti minimi). Per l’insieme di queste motivazioni le pensionate sono anche le principali beneficiarie dell’importo aggiuntivo, delle maggiorazioni sociali (le donne sono il 76,1% del totale beneficiari di maggiorazioni sociali), della 14° mensilità e della carta acquisti (SIA - Sostegno all’inclusione attiva)”.

Al di là delle singole cifre, il report invita a una lettura lucida dei dati, “sarebbe utile una comparazione tra prestazioni di identica tipologia”, e conferma che le differenze tra uomo e donna sul fronte delle pensioni è la diretta espressione di un forte divario di genere dal punto di vista occupazionale.

Nel 2018, anno dell’analisi, le lavoratrici sono il 49,5% contro 67,6%. Per accorciare le distanze c’è ancora tanta strada da fare e il percorso passa, prima di tutto, dal lavoro.

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