La Lega punta a dare il via alla pace fiscale entro l'estate 2025. La strada è però in salita e si riaccende la discussione sui beneficiari e sui costi dell'operazione rottamazione quinquies

Pace fiscale entro l’estate 2025.
Questo l’obiettivo di Matteo Salvini che, dal palco del Festival dell’Economia di Trento, nella giornata di sabato ha puntato nuovamente l’attenzione sulla rottamazione quinquies.
Non un regalo agli evasori, ma una “mano tesa” ai contribuenti in difficoltà, ed è sulla platea dei beneficiari della nuova sanatoria che si riaccende la discussione nel Governo.
Nella proposta di legge presentata dalla Lega, all’esame della Commissione Finanze e Tesoro del Senato, le porte della nuova pace fiscale sono aperte a tutti.
Per il Viceministro dell’Economia Maurizio Leo, la rottamazione quinqueis dovrà essere invece indirizzata solo a chi è in difficoltà economica.
Una diversità di vedute che rischia di far slittare il progetto pace fiscale al prossimo anno, anche alla luce dei lavori in corso sul fronte della riforma della riscossione. Ancora da definire i costi dell’operazione, ma anche il rapporto con un’altra delle novità più volte annunciata e difficile da portare a casa: il taglio dell’IRPEF per il ceto medio.
Pace fiscale entro l’estate 2025? Dai beneficiari ai costi, la strada è in salita
La discussione in Senato sulla proposta di legge relativa alla rottamazione quinquies è ferma dall’8 aprile.
I lavori per portare a compimento il progetto di rateizzazione lunga delle cartelle dal 2000 al 2023 sono però proseguiti al MEF, con una serie di incontri volti a sciogliere uno dei nodi principali, ossia le coperture di una misura di gran lunga differente rispetto alle precedenti edizioni della pace fiscale.
Calcolare il costo dell’operazione è il passaggio fondamentale per valutare la fattibilità della misura, diventata uno degli obiettivi fiscali della Lega del 2025. A ribadirlo è stato il Vicepremier Matteo Salvini, che il 24 maggio ha evidenziato l’intento di fare in fretta.
L’obiettivo è dare il via alla pace fiscale nell’estate del 2025, per agevolare chi “ha fatto la dichiarazione dei redditi e non è riuscita a pagare tutto”.
Questo uno degli aspetti evidenziati in più occasioni: la rottamazione quinquies non sarà un regalo agli evasori, ma un provvedimento indirizzato a chi ha avuto difficoltà nel pagare quanto dovuto e che punta a “portare soldi nelle casse dello Stato”.
Sul progetto della nuova pace fiscale però continua la diatriba all’interno del Governo. Nella stessa giornata, e sempre nella cornice del Festival di Trento, il Viceministro dell’Economia Maurizio Leo ha nuovamente “placato gli entusiasmi”.
Sul fronte dei tempi, bisognerà attendere il lavoro della Commissione tecnica incaricata a studiare il magazzino della riscossione. Cautela anche sui beneficiari: la rottamazione quinquies dovrà limitarsi a chi è in oggettiva difficoltà economica.
Pace fiscale non per tutti
Per il Numero 2 del MEF, l’avvio della nuova pace fiscale dovrà necessariamente coordinarsi con i lavori della Commissione, presieduta dall’ex magistrato della Corte dei Conti Roberto Benedetti, istituita con la riforma della riscossione.
La Commissione relazionerà al MEF entro fine anno per individuare le prime iniziative utili per sfoltire il magazzino AdER, arrivato ormai sopra i 1.200 miliardi di crediti non riscossi.
Ecco perché, negli ultimi mesi, si è parlato della possibilità di avvio della pace fiscale non tanto nel 2025, quanto dal prossimo anno e dopo l’ok alla Legge di Bilancio 2026.
Il Viceministro Leo è quindi più cauto sui tempi, ma non solo. Anche sul fronte dei beneficiari l’idea è di circoscrivere la platea dei destinatari a chi è effettivamente in condizione di oggettiva difficoltà economica.
Una pace fiscale con regole d’accesso in base all’ISEE, o al reddito, ma che in ogni caso potrebbe essere in versione ristretta rispetto al progetto originario della Lega.
Il motivo è anche in questo caso legato ai costi, ma anche alla necessità di bilanciare le esigenze anche per quel che riguarda i nuovi passi sul fronte dell’IRPEF.
Non solo pace fiscale. Obiettivo taglio IRPEF per il ceto medio
Alla pace fiscale di Salvini si affianca quindi il taglio dell’aliquota IRPEF dal 35 al 33 per cento per il ceto medio, ossia per i contribuenti con redditi compresi nel range da 28.000 euro a 50-60.000 euro. “Un passo importante che dà una boccata d’ossigeno al ceto medio”, ha evidenziato il Viceministro Leo, ma anche qui resta il nodo delle coperture.
Come evidenziato da Lilia Cavallari, Presidente dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio, quello della prossima Manovra è un sentiero stretto, e serve cautela. Un nuovo taglio IRPEF non si potrà fare aumentando il debito e dal Presidente dei Commercialisti, Elbano de Nuccio, è arrivata la proposta di un taglio alle agevolazioni per recuperare risorse.
Obiettivi, proposte e criticità che tornano ciclicamente al centro della discussione ma sulle quali sembra sempre più complesso trovare una convergenza. La diversità di vedute all’interno dello stesso Governo sugli interventi prioritari, tra pace fiscale e taglio dell’IRPEF, non è di certo un buon segnale.
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