Trovare pace (fiscale) non è facile: servono nuove strade per risolvere la questione delle cartelle. Ma il Fisco pone anche altre sfide: dalla flat tax all'avanzamento della riforma: le principali notizie dal 7 al 13 luglio

Mentre la politica rimanda la discussione di una nuova rottamazione delle cartelle all’autunno, alla riapertura dei lavori della prossima Legge di Bilancio, lettrici e lettori che hanno partecipato al sondaggio sul tema non hanno avuto dubbi sulle priorità del momento: servono rate più basse e tempi più lunghi per trovare pace (fiscale).
Ma il tema delle cartelle è spinoso da qualunque punto lo si guardi: anche per gli enti locali sono necessarie nuove strategie. Lo ha annunciato il Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti durante l’audizione che si è tenuta alla Camera sul federalismo fiscale il 9 luglio.
Ma quella della riscossione non è questa l’unica sfida che il Fisco pone: dalla flat tax, che torna a scaldare gli animi, alla riforma, che va verso la prossima tappa.
Le principali notizie della settimana dal 7 al 13 luglio.
Verso una nuova rottamazione? La pace fiscale è difficile da trovare
Il viceministro all’Economia e alle Finanze Maurizio Leo ha escluso, per ora, la possibilità di approvare una rottamazione quinquies per tutti, ad ampio raggio, con una rateizzazione lunga anche per gli importi più piccoli.
Nel frattempo, però, lettrici e lettori con i commenti inviati alla redazione di Informazione Fiscale chiedono nuove condizioni più favorevoli per mettersi in regola.
Non solo serve una nuova definizione agevolata delle cartelle, ma bisogna trovare anche la strada per rendere possibili i pagamenti.
Anche le migliori intenzioni di arrivare alla pace fiscale, versando gli importi dovuti, si scontrano con le difficoltà di farlo tra emergenze internazionali, crisi geopolitiche e inflazioni. È questa in sintesi la posizione che accomuna molti partecipanti al sondaggio sul tema e che trova riscontro anche nei dati recentemente forniti dalla Corte dei Conti.
Nonostante le proroghe e le riaperture, la rottamazione quater ha perso 11,2 miliardi, considerando il valore delle rate scadute e non versate nel 2023 e nel 2024.
Cartelle da pagare: una questione spinosa anche a livello locale
E, infatti, se il punto di vista cambia e si sposta dall’altro lato la situazione non è più rosea. A porre la questione dall’ottica delle Amministrazioni è stato il Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti.
Come evidenziato dall’ANCI, Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, lo scorso marzo ammonta a 25 miliardi la quota comunale di crediti presenti nel magazzino della Riscossione che riguardano, ad esempio, l’IMU o la Tari: 6 miliardi sono esigibili e, quindi, possono essere recuperati dagli enti.
Attualmente i Comuni per la maggior parte si appoggiano all’Agenzia delle Entrate Riscossione e agli enti privati ma, ha sottolineato il numero uno di via XX Settembre, non si osserva negli anni un “incremento della riscossione attribuibile all’uso dell’Agenzia”.
Serve una pista alternativa e, oltre al potenziamento del rapporto con i soggetti privati, si guarda a un “un nuovo ente di riscossione dedicato esclusivamente alla gestione e al recupero dei tributi locali, con personale specializzato in questa materia”, ha anticipato Giorgetti.
Dalle cartelle alla flat tax: il Fisco scalda gli animi
Sebbene il futuro delle cartelle di cittadini e cittadine sia il tema fiscale più acceso di questa estate 2025. Non è l’unico a scaldare gli animi.
Mentre il viceministro all’Economia e alle Finanze ha detto senza giri di parole che lo spazio economico per quest’anno è ormai esaurito, lasciando intendere che non c’è margine per novità o colpi di scena, le forze di Governo cercano già di seminare per il futuro.
Si torna a parlare di flat tax, al 23 per cento per Forza Italia al 15 per la Lega. Ma, ad oggi, la discussione appare paradossale. Il famoso taglio IRPEF al ceto medio resta ancora un miraggio. E, nonostante le promesse di inizio anno, chi ha un reddito tra 8.500 e 9.000 euro attende ancora il correttivo sul meccanismo di riduzione del cuneo fiscale e contributivo.
Verso il Testo Unico IVA senza risorse per cambiare le aliquote
Per tenere fede alle promesse e dare concretezza alle idee servono le risorse. E lo dimostra anche il nuovo Testo Unico sull’IVA che, stando alle anticipazioni, dovrebbe arrivare in Consiglio dei Ministri domani, lunedì 14 luglio.
Rispetto al progetto iniziale, l’imposta sul valore aggiunto sarebbe dovuta uscire rinnovata dai lavori di riforma.
A marzo 2023, con l’iter della legge delega appena avviato, il viceministro all’Economia e alle Finanze Maurizio Leo parlava dell’ipotesi di una aliquota zero per pannolini e beni di prima necessità. Da allora ad oggi, il peso dell’IVA su prodotti per l’infanzia e per l’igiene femminile si è raddoppiato.
D’altronde, ai microfoni del Sole 24 Ore diceva: “vediamo di trovare delle risorse”. È chiaro che non sono state trovate. E a pagarne il prezzo, questa volta letteralmente, sono i cittadini e le cittadine tra inflazione e stipendi che stentano a crescere.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Pace fiscale: tutti la cercano, pochi la trovano