L’occupazione cresce ma le donne restano indietro

Francesco Rodorigo - Leggi e prassi

A luglio gli occupati sono in crescita. I dati Istat mostrano come il tasso di occupazione sia salito al 62,8% ma cala tra le donne. A far preoccupare è anche la crescita degli inattivi

L'occupazione cresce ma le donne restano indietro

Il mercato del lavoro mostra segnali positivi nonostante il periodo di certezza: i dati Istat pubblicati il 1° settembre delineano un quadro positivo ma con alcune evidenti criticità.

A luglio 2025 il numero di occupati è cresciuto, con il tasso di disoccupazione che scende al 6 per cento, il livello più basso dal 2007 e tra i migliori dell’eurozona.

Pesa però l’aumento degli inattivi con il relativo tasso che torna al 33,2 per cento, pari a un terzo della popolazione tra 15 e 64 anni e tra i più alti a livello internazionale.

Preoccupanti anche i dati sull’occupazione femminile: la crescita riguarda infatti soprattutto gli uomini mentre per le donne si registra addirittura un calo nonostante gli interventi agevolativi messi in campo.

L’occupazione cresce ma le donne restano indietro

Continua l’aumento dei posti di lavoro in Italia. I dati pubblicati ieri dall’Istat e mostrano un nuovo aumento dell’occupazione.

Nel mese di luglio 2025 sono 13.000 gli occupati in più rispetto al mese precedente e più 218.000 rispetto allo stesso periodo dell’anno passato. Dati che tradotti significano un calo del tasso di disoccupazione che scende dal 6,3 al 6 per cento, al di sotto della media dell’Eurozona, ferma al 6,2 per cento.

A luglio, quindi, il numero di occupati è pari a 24 milioni 217mila, con l’aumento trainato dai dipendenti permanenti e dai dipendenti a termine, mentre diminuiscono gli autonomi.

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e la Ministra del Lavoro Marina Calderone hanno espresso soddisfazione per i numeri del mercato del lavoro ma il quadro della situazione non è tutto rose e fiori.

A far preoccupare è la crescita degli inattivi tra i 15 e i 64 anni, cioè chi non fa parte della forza lavoro (non sono occupati né disoccupati) che aumentano dello 0,2 per cento, cioè 30.000 unità in più. Il tasso di inattività, spiega l’Istat, è salito al 33,2 per cento, e resta tra i più alti a livello internazionale.

Preoccupanti sono anche i dati sull’occupazione femminile. L’aumento degli occupati ha coinvolto in particolare gli uomini, mentre per le donne si registra addirittura un calo del numero delle persone occupate (meno 37.000 unità nel mese, più 20.000 nei dodici mesi).

Il tasso di occupazione generale (15-64 anni) del Paese sale al 62,8 per cento ma, mentre per gli uomini si attesta al 71,8 per cento, per le donne la percentuale è ferma al 53,7 per cento, oltre 18 punti di scarto.

Le agevolazioni per favorire la partecipazione delle donne al mercato del lavoro

A far discutere, come detto, sono in particolare i dati sull’occupazione femminile che non cresce nonostante le misure messe in campo, anche se per la più recente, il bonus donne, è forse ancora troppo presto per apprezzare gli effetti.

Ricordiamo, infatti, che sono diverse gli incentivi attivi per favorire l’accesso della componente femminile nel mercato del lavoro a partire dal nuovo bonus donne introdotto lo scorso anno dal decreto Coesione ma attivo solo da pochi mesi.

Si tratta dell’esonero contributivo del 100 per cento della contribuzione (esclusi premi e contributi INAIL), nel limite massimo di 650 euro mensili, riconosciuto ai datori di lavoro per ogni assunzione a tempo indeterminato di donne in particolari condizioni svantaggiate effettuate tra il 1° settembre 2024 ed entro il 31 dicembre 2025..

A questo si aggiunge anche l’agevolazione prevista già da tempo dalla Legge n. 92/2012 per l’assunzione di donne in particolari condizioni svantaggiate e disoccupate.

Sono previsti poi incentivi per i datori di lavoro che assumono donne vittime di violenza e per le aziende in possesso della certificazione della parità di genere.

All’elenco delle agevolazioni dedicate alle lavoratrici si può aggiungere, anche se non rientra tra i bonus assunzione, il bonus mamme, l’agevolazione introdotta nel 2024 per le lavoratrici madri, anch’essa però ferma ai box per la maggior parte della platea di beneficiarie dopo le modifiche introdotte dalla Legge di Bilancio 2025.

Questo sito contribuisce all'audience di Logo Evolution adv Network