Moratoria prestiti per tutto il 2021 e ritiro graduale aiuti partite IVA: le proposte dell’ABI

Eleonora Capizzi - Incentivi alle imprese

Moratoria prestiti almeno per tutto il 2021 e, dopo la crisi Covid, ritiro degli aiuti alle partite IVA in modo graduale. Ne ha parlato Giovanni Sabatini, direttore dell'ABI, nel corso dell'audizione in Commissione Finanze della Camera tenutasi ieri e che abbiamo seguito in diretta per aggiornare i nostri lettori.

Moratoria prestiti per tutto il 2021 e ritiro graduale aiuti partite IVA: le proposte dell'ABI

Moratoria prestiti per tutto l’anno in corso: la sospensione dei pagamenti deve essere mantenuta per tutto il decorso dell’emergenza pandemica, o almeno sino alla fine del 2021.

Il ritiro degli aiuti ai titolari di partite IVA dopo il rientro della crisi, peraltro, dovrà essere graduale e non invasivo.

Queste due delle necessità evidenziate da Giovanni Sabatini, Direttore dell’Associazione Bancaria Italiana (ABI), nel corso dell’audizione tenutasi ieri presso la Commissione Finanze della Camera sulla crisi finanziaria delle imprese italiane innescata dal Covid-19.

Sabatini ha messo in luce quanto lo shock della pandemia abbia generato nell’imprenditoria, soprattutto quella di piccole e medie dimensioni, un bisogno eccezionale di liquidità e quanto sia stato e sia tuttora determinate il ruolo dei prestiti garantiti dallo Stato e il rinvio dei rimborsi di finanziamenti e mutui.

Moratoria prestiti per tutto il 2021 e ritiro graduale aiuti alle partite IVA: le proposte dell’ABI

Il Direttore dell’ABI Sabatini si dice d’accordo con la proroga della moratoria di prestiti, mutui e finanziamenti per le partite IVA che, con la Legge di Bilancio 2021, è slittata al 30 giugno 2021.

Anzi, in occasione dell’audizione di ieri in commissione Finanze della Camera, il rappresentante dell’ABI ha ribadito la necessità che queste misure a sostegno dell’imprenditorialità rimangano in vigore per tutta la durata dell’emergenza sanitaria o comunque per tutto il 2021.

L’evoluzione della situazione sanitaria e, quindi, ancora l’evoluzione delle misure di contenimento in corso e quindi le limitazioni delle attività economiche richiedono che per tutto il tempo della durata dell’emergenza rimangano in piedi le misure di supporto. Noi come associazione bancaria abbiamo più volte ribadito la necessità di una proroga delle moratorie e una proroga anche dei finanziamenti granititi almeno sino alla fine dell’anno, tenuto conto del perdurare della pandemia”.

Ha affermato il Direttore nel corso della sua relazione.

Misure che, una volta rientrata la crisi, dovranno essere ritirate con la massima cautela e gradualità, con l’ulteriore appunto - ribadisce Sabatini - che questo ritiro sia accompagnato dagli interventi necessari a creare le condizioni utili alle imprese per riequilibrare la propria struttura finanziaria.

Un riequilibrio, peraltro, necessario a permettere loro l’accesso alla pluralità di fonti di credito, non solo quello bancario.

Credito bancario a partite IVA: i limiti stringenti della regolamentazione attuale

È indispensabile, secondo il Direttore di ABI, evitare che il ritorno “alla normalità” generi un’accelerazione delle crisi innescate dalla pandemia e che determini un aumento dei crediti deteriorati, di fatto i prestiti concessi dalle banche.

Ecco quindi la necessità di modificare le regole stringenti sul credito bancario che, in buona sostanza, limitano la possibilità di supportare e risollevare le aziende in difficoltà, oggi più che mai, ostacolando peraltro le moratorie.

In particolare, è necessario rivedere il set normativo denominato “Nuove definizioni di default” che pone delle forti limitazioni alle forme di ristrutturazione che le banche possono offrire alle imprese, inclusa la concessione della sospensione dei rimborsi dei mutui e dei prestiti.

Secondo la normativa vigente, quella della European Banking Authority (EBA), la ristrutturazione può essere consentita nei limiti in cui questa comporti una perdita molto limitata per le banche: l’1 per cento del valore attuale netto del credito. Una soglia troppo bassa che vincola eccessivamente gli aiuti.

L’ABI, infatti, insieme alle associazioni delle imprese ha proposto un ampliamento di questa soglia minima, dall’1 al 5 per cento, proprio per andare incontro alla necessità di sostenere le imprese che versano in stato di dissesto.

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