Lavoratori precoci, ultima chance per la domanda di pensione: chi può presentare la richiesta e come

Vanda Soranna - Pensioni

Lavoratori precoci: fino al 30 novembre ultima chance per presentare domanda di pensione per il 2022. Requisiti di accesso e modalità di presentazione.

Lavoratori precoci, ultima chance per la domanda di pensione: chi può presentare la richiesta e come

I lavoratori precoci hanno ancora tempo fino al 30 novembre per presentare domanda di pensione per il 2022: una panoramica sui requisiti di accesso e sulle modalità di presentazione.

Nei giorni in cui sembra urgente trovare una soluzione al ritorno, dal 1° gennaio 2023, della legge Fornero, prende piede nel dibattito politico e tra le forze della maggioranza quota 41, ossia la possibilità di andare in pensione con 41 anni di contributi e requisiti anagrafici ancora da precisare.

Oggi tutti i lavoratori possono accedere alla pensione anticipata con 42 anni e 10 mesi di contributi o con 41 anni e 10 mesi, se donne; quota 41 per il 2023 si tradurrebbe dunque, rispetto alle regole già in vigore, in uno sconto contributivo, di un anno e 10 mesi per gli uomini e di 10 mesi per le donne, se non saranno previsti limiti contributivi diversi.

La proposta dovrebbe essere valida solo per il 2023, in attesa che prenda forma una riforma organica e di lunga durata delle regole pensionistiche ma, lungi dall’essere una novità assoluta nel quadro normativo vigente, sembra piuttosto l’estensione a tutti i lavoratori delle norme già previste per i precoci che hanno iniziato a lavorare in giovane età.

Vediamo nel dettaglio le regole pensionistiche valide oggi per i lavoratori precoci, le scadenze e le modalità di presentazione della domanda di pensione.

Chi sono i lavoratori precoci?

I lavoratori precoci sono coloro che hanno iniziato a lavorare prima dei 18 anni e hanno accumulato almeno 12 mesi di contributi, versati anche in maniera non continuativa prima del diciannovesimo anno di età.

I contributi devono essere riferiti a periodi di lavoro antecedenti il 31 dicembre 1995, data dell’entrata in vigore del calcolo contributivo della pensione. L’anticipo consente dunque ai lavoratori dipendenti del settore pubblico o privato e agli iscritti alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi (artigiani, commercianti e lavoratori agricoli) di andare in pensione a qualunque età, se hanno maturato in tutto 41 anni di contributi.

L’art.1, comma 199, della legge di bilancio 2017 (legge 11 dicembre 2016 n. 232) prevede inoltre che il lavoratore si trovi in almeno una delle seguenti condizioni:

  • stato di disoccupazione per licenziamento, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale del rapporto di lavoro (art.7 legge 15 luglio 1966 n.604). I disoccupati non devono essere destinatari di NASPI o altre indennità di disoccupazione da almeno tre mesi;
  • assistenza al coniuge o a un parente convivente entro il primo grado in condizione di handicap grave (art.3 comma 3 legge 5 febbraio 1992 n.104) prestata dall’interessato da almeno 6 mesi e nel momento della richiesta di pensione;
  • riduzione della capacità lavorativa del lavoratore, accertata dalle competenti commissioni per il riconoscimento dell’invalidità civile, in percentuale pari o superiore al 74 per cento;
  • svolgimento di attività lavorativa gravosa da almeno 7 anni negli ultimi 10 o da almeno 6 negli ultimi 7 anni prima del pensionamento. Le tipologie di lavoro gravoso, definite nel Decreto del Ministro del Lavoro del 5 febbraio 2018, comprendono, tra gli altri, gli operai edili, i conduttori di gru, i conciatori di pelli, gli autisti di mezzi pesanti, i facchini e i lavoratori del settore siderurgico, i conduttori e il personale viaggiante dei treni, gli educatori di asili nido, gli insegnanti di scuola d’infanzia e gli operatori ecologici;
  • svolgimento dei lavori usuranti indicati nell’art.1, comma 1-3, del decreto legislativo 21 aprile 2011 n.67.

Quali le regole di pensione per i lavoratori precoci?

Le domande devono essere presentate entro il primo marzo di ogni anno.

Solo nel caso di esito positivo della verifica sui requisiti richiesti, è necessario trasmettere, tramite il sito INPS, la domanda di pensione vera e propria.

L’accoglimento è subordinato alla disponibilità delle risorse finanziarie: nel caso di risorse economiche non utilizzate, INPS valuta e accoglie anche le domande presentate entro il 30 novembre di ogni anno.

Da gennaio 2019, i lavoratori precoci con 41 anni di contributi hanno diritto all’assegno dopo tre mesi dalla data in cui maturano i requisiti richiesti. Se si ricorre al cumulo per raggiungere il minimo contributivo di 41 anni, si può però ricevere il pagamento della pensione dal primo giorno utile del mese successivo alla finestra temporale di tre mesi prevista dalla legge.

La pensione ottenuta dal lavoratore precoce non è cumulabile con redditi da lavoro autonomo o dipendente, prodotto in Italia o all’estero, per tutto il periodo di anticipo rispetto alla pensione ordinaria.

Il beneficio derivante all’anticipazione non è cumulabile con altre maggiorazioni o benefici, ad eccezione di quelli legati alla contribuzione figurativa di due mesi che spetta, per ogni anno di lavoro svolto, ai lavoratori sordo-muti o con invalidità superiore al 74 per cento (art.80, comma 3 legge 388/2000).

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