Pensioni: stretta su uscita anticipata e riscatto della laurea

Francesco Rodorigo - Pensioni

Arriva a sorpresa la stretta sulle pensioni: si allungano i tempi per l’accesso alla pensione anticipata e viene penalizzato il riscatto della laurea. Le novità nel maxi emendamento del governo alla Legge di Bilancio. Già annunciato un contro emendamento

Pensioni: stretta su uscita anticipata e riscatto della laurea

Doppia stretta in arrivo per le pensioni anticipate.

Dal 2032 si allungano i tempi per poter vedere il primo assegno, mentre per chi ha riscattato il titolo di studio l’uscita dal lavoro si allontana di 2 anni e mezzo.

Queste in sintesi le novità previste dal nuovo maxi emendamento presentato dal Governo al testo della Legge di Bilancio 2026, attualmente fermo al Senato. Una proposta che ha scatenato le reazioni non solo dell’opposizione ma anche nella stessa maggioranza, che ha già annunciato un contro emendamento.

Sulla questione si è espressa anche la Premier Meloni che in occasione delle comunicazioni di ieri alla vigilia del Consiglio europeo ha rassicurato che “nessuno che ha riscattato la laurea vedrà cambiata l’attuale situazione”.

Pensione anticipata: si allungano i tempi per ricevere l’assegno

Il nuovo maxi emendamento al DdL di Bilancio 2026 presentato dal Governo non risparmia le pensioni. La proposta, infatti, prevede una vera e propria stangata sull’uscita anticipata, con una doppia stretta, sulle finestre e sulle lauree.

Modifiche che a pieno regime, cioè a partire dal 2035, dovrebbero far risparmiare alle casse dello Stato circa 2 miliardi di euro, penalizzando però l’uscita anticipata dal lavoro.

Partiamo dal primo intervento, quello relativo alla pensione anticipata ordinaria, che dal 2026 dovrebbe restare l’unico strumento disponibile per l’uscita anticipata assieme all’Ape Sociale, considerando che ad oggi la Legge di Bilancio non prevede il rinnovo di Quota 103 e Opzione Donna.

Attualmente, lavoratori e lavoratrici possono accedere alla pensione anticipata con 42 anni e 10 mesi di contributi (un anno in meno per le donne), a prescindere dall’età anagrafica.

Quando si matura il requisiti, però, prima di poter vedere l’assegno è necessario aspettare 3 mesi (la cosiddetta finestra mobile).

L’intervento va a modificare proprio tale finestra. Per chi raggiunge il requisito contributivo entro il 31 dicembre 2031 resterà invariata a 3 mesi, per poi cominciare a salire:

  • 4 mesi per chi matura i requisiti tra il 2032 e il 2033;
  • 5 mesi per chi li matura nel 2034;
  • 6 mesi per chi li matura dal 1° gennaio 2035.

Per ottenere la pensione anticipata dal 2035, pertanto, lavoratori e lavoratrici dovranno aspettare 6 mesi.

Ma questo non è l’unico intervento che penalizza l’uscita anticipata. Come noto, infatti, a partire dal 2027 è previsto l’aumento dell’età pensionabile in adeguamento all’andamento della speranza di vita: 3 mesi in più rispetto ai requisiti attuali (67 anni).

Un aumento che sarà reso graduale per effetto dell’intervento previsto in Legge di Bilancio. L’età salirà di 1 mese dal 2027 e di altri 2 mesi dal 2028.

Tale incremento si applica anche ai requisiti per la pensione anticipata ordinaria che di conseguenza saliranno a 42 anni e 11 mesi di contributi nel 2027 e a 43 anni e 1 mese di dal 2028 (sempre un anno in meno per le donne).

Novità che sommate tra loro allungano nettamente i tempi per la pensione anticipata.

Tagli fino a 2 anni e mezzo con il riscatto della laurea

L’altro intervento, il più discusso, riguarda il riscatto della laurea, lo strumento che consente di convertire (pagando il relativo onere) gli anni di studio in periodi di contributi versati, consentendo quindi di andare prima in pensione e con un assegno più alto. Viene utilizzato soprattutto per accedere alla pensione in via anticipata dove appunto è necessario raggiungere un determinato requisito contributivi.

Ebbene, il maxi emendamento prevede una importante penalizzazione che ridurrà in modo pesante l’impatto del riscatto della laurea, fino a 2 anni e mezzo.

Si introduce, infatti, una sterilizzazione parziale dei periodi oggetto di riscatto che interviene sul calcolo dei requisiti previdenziali ma non su quello dell’assegno spettante.

Nello specifico, a partire dal 2031, il periodo riscattato sarà tagliato di 6 mesi, con il taglio che aumenta in maniera graduale (di 6 mesi per ogni anno) fino al 2035:

  • 6 mesi dal 2031;
  • 1 anno dal 2032;
  • 18 mesi dal 2033;
  • 2 anni dal 2034;
  • 30 mesi dal 2035.

Il che significa che dal 2035 su una laurea triennale potranno essere riscattati efficacemente solo 6 mesi. Per una laurea magistrale (5 anni) il periodo riscattabile sarà dimezzato.

A non essere modificato è, invece, il costo dell’operazione. Una decisione che, se confermata, alimenterà non poche discussioni, soprattutto per la retroattività dell’intervento che colpirà chi ha già avviato o completato le operazioni di riscatto.

Reazioni che non si sono fatte attendere, non solo da parte di opposizione e sindacati ma anche all’interno della stessa maggioranza che ha annunciato provvedimenti per non far passare la proposta.

In assenza di intervento immediato del governo noi sicuramente presenteremo emendamenti”, ha detto Claudio borghi, relatore della manovra per la Lega. “Ho fatto depositare l’emendamento che cancella la parte relativa alle pensioni, relativamente alle finestre e al riscatto della laurea, e sostituisce con una copertura che noi abbiamo individuato nell’Irap sulle banche specificando che è una clausola di salvaguardia” ha poi aggiunto in serata.

Ad intervenire nella giornata di ieri è stata anche la stessa Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che nella replica al Senato dopo il dibattito sulle comunicazioni alla vigilia del Consiglio europeo ha specificato che “qualsiasi modifica dovesse intervenire sarà solo per il futuro, l’emendamento in questo senso deve essere corretto”.

Come riportato dall’agenzia Radiocor, la maggioranza ha riscritto la norma relativa al riscatto della laurea ma non in modo unitario.

Forza Italia lascia il meccanismo immutato, salta però la retroattività prevedendo che “le anzianità contributive coinvolte oggetto di richiesta di riscatto” saranno quelle “a decorrere dal 1 gennaio 2026”.

Lega e Fratelli d’Italia sopprimono invece direttamente la norma prevedendo tuttavia due forme di compensazione. Fratelli d’Italia prevede a decorrere dal 1 gennaio 2031 un aumento del massimale annuo della base contributiva e pensionabile del 15 per cento. La copertura prevista dalla Lega agisce attraverso un incremento dell’IRAP sulle banche a partire dal 2031 da 0,2 punti percentuali fino a 4 punti nel 2035.

Da qui all’approvazione definitiva del testo quindi ci saranno ancora novità per il capitolo pensioni della Legge di Bilancio 2026.

Questo sito contribuisce all'audience di Logo Evolution adv Network