Lavoratori impatriati, l’atteso DPCM apre le porte delle agevolazioni agli sportivi professionisti

Rosy D’Elia - Imposte

Lavoratori impatriati, arriva il DPCM che scioglie i nodi per gli sportivi professionisti e sblocca l'agevolazione prevista dalla legge di conversione del Decreto Crescita, DL numero 34 del 2019. Versamento dei contributi entro la scadenza del 15 marzo 2021 per il periodo di imposta 2019.

Lavoratori impatriati, l'atteso DPCM apre le porte delle agevolazioni agli sportivi professionisti

Lavoratori impatriati, anche gli sportivi professionisti possono avere accesso alle agevolazioni previste dal Decreto Crescita. Ed è possibile recuperare anche i benefici del regime speciale che riguardano il periodo di imposta 2019, procedendo con il versamento dei contributi dovuti entro la scadenza del 15 marzo 2021.

Serviva un DPCM per sbloccare l’accesso, il testo non è ancora in Gazzetta Ufficiale ma ha finalmente visto la luce rendendo operative le disposizioni prevista dal DL numero 34 del 2019.

Durante la trentesima edizione di Telefisco, la firma del Sole 24 ore Michela Magnani ha ricostruito il quadro generale delle regole di accesso regime degli impatriati a cui si è aggiunto un nuovo e importante tassello dedicato agli sportivi professionisti.

Lavoratori impatriati, l’atteso DPCM apre le porte delle agevolazioni agli sportivi professionisti

IL DL numero 34 del 2019, Decreto Crescita, inserendo il comma 5 quater nel testo dell’articolo 16 del Decreto legislativo numero 147 del 2015 ha previsto che i redditi degli sportivi professionisti concorrono alla formazione del reddito complessivo limitatamente al 50% del loro ammontare.

Allo stesso tempo per l’accesso al regime agevolato ha previsto un versamento di un contributo pari allo 0,5% della base imponibile.

“Le entrate derivanti dal contributo di cui al primo periodo sono versate a un apposito capitolo dell’entrata del bilancio dello Stato per essere riassegnate a un apposito capitolo, da istituire nello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per il successivo trasferimento al bilancio autonomo della Presidenza del Consiglio dei ministri, per il potenziamento dei settori giovanili.

Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta dell’autorità di Governo delegata per lo sport e di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, sono definiti i criteri e le modalità di attuazione del presente comma, definiti con il decreto del Ministro dell’economia e delle finanze di cui al comma 3”.

Ed è proprio in questo ultimo punto che il meccanismo è rimasto fermo per oltre un anno e mezzo: l’attesa di un DPCM ad hoc.

La stessa circolare numero 33 del 28 dicembre 2020, con cui l’Agenzia delle Entrate faceva il punto sul regime per i lavoratori impatriati, sottolineava che non poteva essere “riconosciuto il regime agevolato previsto nell’articolo 16, comma 5-quater, in esame finché non sarà adottato il d.P.C.M. di cui al successivo comma 5-quinquies del medesimo articolo 16”.

Lavoratori impatriati, l’atteso DPCM apre le porte delle agevolazioni agli sportivi professionisti

Detto, fatto. Si fa per dire. Dopo oltre un anno e mezzo di attesa, uno degli ultimi provvedimenti del governo uscente è riservato proprio a sciogliere i nodi che riguardano le agevolazioni per i lavoratori impatriati.

Sarà possibile aderire al regime speciale versando annualmente il contributo dello 0,5% destinato al potenziamento dei settori giovanili entro la scadenza per il pagamento delle imposte sui redditi tramite modello F24.

Come si legge nello schema del DPCM, i soggetti interessati dovranno poi inviare un apposito modulo al Dipartimento per lo Sport per l’accesso ai benefici per comunicare:

  • l’adesione al regime agevolato;
  • la somma versata;
  • i dati identificativi del soggetto che ne beneficia, del datore di lavoro e della federazione sportiva nazionale di riferimento.

Chi non procede con il pagamento delle somme dovute annualmente, in tutto o in parte, decade dal beneficio.

Ma, vista la lunga attesa, il testo regola non solo il futuro ma anche il passato.

Per mettere in salvo i comportamenti e le opzioni esercitate in sede di dichiarazione dei redditi 2019, sarà possibile procedere con un versamento dei contributi dovuti entro la scadenza del 15 marzo 2021.

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