Lavoratori domestici, colf e badanti in aumento: il Covid spinge le regolarizzazioni

Eleonora Capizzi - Leggi e prassi

Lavoratori domestici: il Covid ha indirettamente influito sulle regolarizzazioni di colf e badanti, portando all'aumento dei contratti. L'osservatorio INPS, accompagnato dal comunicato stampa del 23 giugno 2021, registra nel 2020 un incremento si rapporti regolari rispetto al 2019 del 7,5 per cento dovuto, si legge, alla necessità di sanare le posizioni per giustificare gli spostamenti in pieno lockdown.

Lavoratori domestici, colf e badanti in aumento: il Covid spinge le regolarizzazioni

Lavoratori domestici, i rapporti regolari di colf e badanti instaurati nel 2020 crescono del 7,5 per cento rispetto al 2019.

L’INPS, nel comunicato stampa dell’INPS del 23 giugno 2021 correlato ai dati aggiornati dell’osservatorio, individua tra le ragioni che hanno determinato questo aumento dei contratti le chiusure dovute all’emergenza da Covid. Un fattore che ha indotto molte regolarizzazioni per giustificare gli spostamenti dei lavoratori quando servivano le autocertificazioni.

Si è quindi interrotto il trend negativo che vedeva, dal 2013 ad oggi, una costante decrescita delle posizioni contributive registrate per questa categoria che, di riflesso, nascondeva molto lavoro irregolare.

Lavoratori domestici, colf e badanti in aumento: il Covid spinge le regolarizzazioni

Nel corso del 2020 i lavoratori domestici per i quali sono stati registrati versamenti contributivi all’INPS sono stati in tutto 920.722, 64.529 rispetto al 2019. Un balzo in avanti del 7,5 per cento.

Ad annunciarlo è la stessa INPS nel comunicato stampa diffuso il 23 giugno 2021 con cui illustra i dati dell’osservatorio “Lavoratori domestici i quali mostrano, dopo ben sette anni, un andamento crescente delle posizioni contributive registrate.

INPS - comunicato del 23 giugno 2021
Scarica il comunicato su Inps: aggiornamento osservatorio “Lavoratori domestici”. Nel 2020 incremento del 7,5 per cento delle contribuzioni ed effetto lockdown sulle presenze di stranieri.

Due i fattori che, secondo l’Istituto, avrebbero aiutato ad innescare questa tendenza positiva. In particolare:

  • il lockdown intervenuto successivamente alla prima ondata di diffusione del Covid-19, ha indotto le regolarizzazioni per consentire al lavoratore di spostarsi liberamente;

Lavoratori domestici stranieri e italiani, il lockdown ha influito in modo diverso

Nel complesso il quadro offerto dall’INPS è di segno positivo, ma dall’analisi dei dati trimestrali del 2020 emergono comunque diverse oscillazioni riferite a lavoratori stranieri ed italiani. Differenze che, sempre secondo quanto riportato nel documento, sono ugualmente legate ai provvedimenti di chiusura messi in atto dal Governo in piena pandemia,

L’impiego registrato di lavoratori domestici di nazionalità italiana, infatti, presenta un lieve andamento crescente tra il primo e il secondo trimestre, ossia in corrispondenza delle prime chiusure in cui era necessario avere un rapporto regolare per poter circolare per motivi di lavoro.

Al contrario, per i lavoratori domestici stranieri lo stesso periodo è interessato da una decrescita, una circostanza che trova una spiegazione in due diversi elementi fattuali:

  • agli albori della pandemia alcuni domestici stranieri che si trovavano sul territorio nazionale sono tornati nei paesi di origine per non rischiare di rimanere bloccati dentro i confini italiani;
  • i lavoratori domestici che, al momento dello scoppio del contagio da Covid, si trovavano temporaneamente nel proprio paese di provenienza e a causa del lockdown non sono più potuti tornare a lavorare in Italia.

Nel terzo e quarto trimestre, poi, anche le posizioni contributive registrate per i domestici stranieri hanno subito un trend positivo innescato dal Decreto Rilancio che ha regolamentato l’emersione di rapporti di lavoro irregolare.

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