Flat tax opzionale senza bonus e detrazioni. Così riparte la riforma fiscale della Lega

Flat tax opzionale rispetto alla tassazione Irpef, è questa una delle possibili vie della riforma fiscale da 30 miliardi della Lega. Per chi sceglierà la tassa piatta del 15% si profila l'addio a bonus e detrazioni che già oggi riducono notevolmente il totale delle imposte annue dovute dalle famiglie.

Flat tax opzionale senza bonus e detrazioni. Così riparte la riforma fiscale della Lega

Flat tax o Irpef? La riforma fiscale della Lega riprende il suo cammino e quella che va profilandosi è l’ipotesi di una scelta opzionale da parte dei contribuenti.

L’ago della bilancia del calcolo di convenienza che porterà anche famiglie, dipendenti e pensionati a cimentarsi nella pianificazione fiscale, sarà l’ammontare di detrazioni e bonus fiscali di cui si fruisce.

La flat tax per sua natura comporta l’addio alle detrazioni fiscali Irpef, che per le famiglie potrebbero essere sostituite da una deduzione fissa calcolata anche in base a reddito e composizione del nucleo familiare.

Il Ministro dell’Interno e Vice Premier Matteo Salvini, forte dell’ampio consenso elettorale confermato dalle consultazioni europee 2019, ha rilanciato con forza il tema della riforma fiscale.

Per dare il via alla flat tax per le famiglie con redditi fino a 50.000 euro e per completare la riforma Irpef per le imprese servirebbero 30 miliardi di euro. Risorse che saranno reperite anche grazie ad un taglio profondo dell’attuale sistema di detrazioni e deduzioni fiscali. Resta la grande incognita sul destino del bonus Renzi.

Flat tax opzionale, addio bonus e detrazioni. Riforma fiscale da 30 miliardi

Se ne era già parlato negli scorsi mesi e l’ipotesi che la flat tax sia opzionale per i contribuenti con redditi non superiori a 50.000 euro torna alla ribalta ora, dopo che più volte è stato ribadito che l’addio all’Irpef non converrebbe poi tanto proprio al ceto medio, target di riferimento della riforma fiscale di Lega e M5S.

Il motivo sta tutto nella contestuale rinuncia a bonus e detrazioni fiscali che, per i contribuenti beneficiari della flat tax del 15%, sarebbe una conseguenza ovvia. Basta pensare ai titolari di partita IVA in regime forfettario che, per via della tassazione fissa e “forfettizzata”, non possono beneficiare delle agevolazioni Irpef.

Il titolare di partita IVA può in alcuni casi sviare il problema, quando è ad esempio titolare di altri redditi tassati Irpef. Per molte famiglie titolari di redditi da lavoro dipendente o pensione il discorso sarebbe molto più complesso.

Secondo una recente analisi del CNDCEC, già oggi il 75% dei contribuenti paga una percentuale di imposte sul reddito che non supera il 15%, proprio grazie all’insieme di detrazioni e deduzioni fiscali riconosciute.

Per non scontentare nessuno si punta quindi a far sì che la flat tax del 15% diventi un regime opzionale ed alternativo alla tassazione per aliquote e scaglioni Irpef. A scegliere sarà il singolo contribuente, ma bisognerà tuttavia capire cosa cambierà con la sforbiciata a bonus e detrazioni fiscali attesa nella Manovra 2020, confermata da Salvini.

Flat tax o Irpef? Convenienza legata al destino di bonus, detrazioni e deduzioni fiscali

Gli economisti della Lega avrebbero già preparato e documentato l’intero dossier sulla flat tax, dettagliando “centesimo per centesimo” come verranno reperiti i 30 miliardi di euro necessari per dare il via alla riforma fiscale.

Si partirà inevitabilmente da un netto taglio a detrazioni e deduzioni fiscali; un passo che secondo Salvini servirà anche a semplificare l’attuale “giungla delle tax expenditures”.

Non è certo la prima volta che alla flat tax si accosta il rischio di abolizione delle agevolazioni fiscali rivolte alle famiglie. A rischio potrebbero essere anche alcuni degli sconti più popolari, come alcune voci che rientrano tra le spese d’istruzione o quelle sanitarie.

Una seconda ipotesi è che verranno fissati dei limiti di reddito per l’accesso ad alcune tipologie di detrazione, pari a 60.000 euro o 80.000 euro. Ad oggi, ad esempio, non sono previsti tetti di reddito per accedere all’insieme di bonus edilizi che ogni anno consentono ai contribuenti di recuperare importi consistenti in sede di dichiarazione dei redditi.

Una delle certezze è che non ne uscirà illeso neppure il bonus Renzi che, come confermato anche dal Ministro dell’Economia Giovanni Tria, sarà riassorbito e verosimilmente trasformato in uno sconto fiscale, con pro e contro da valutare in base a come saranno reinvestiti i 9 miliardi di euro annui stanziati annualmente per la sua erogazione in busta paga.

I dubbi e gli interrogativi sulla fattibilità della flat tax e sulla sua reale utilità restano e si legano al tema dell’aumento dell’IVA. Solo per disinnescare clausole di salvaguardia e per mantenere la promessa della riforma fiscale servirebbero oltre 50 miliardi di euro. Ulteriori risorse dovranno essere destinate per le altre misure, come quelle per le imprese o la tanto annunciata prosecuzione della riforma delle pensioni.

Come e dove saranno reperite tutte le coperture necessarie resta un’incognita.

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